Uno dei più importanti centri di produzione di scacciapensieri era attivo a Boccorio, piccola località della Valsesia, in Piemonte, ai piedi del Monte Rosa. Dal centro produttivo di Boccorio, attivo dai primi anni del Cinquecento, nei periodi di massima attività, si esportavano strumenti in America centrale e settentrionale. La diffusione dell'armonica a bocca ha gradualmente ridotto la commercializzazione e la produzione dello strumento. Altro importante centro di produzione in area alpina era quello di Molln in Austria (notizie in Alberto Lovatto, The production of trumps in Valsesia, in Journal of the IJHS, n. 1-2004)
In Italia è piuttosto diffuso in Sardegna dove è noto come "trunfa" o "trumba" ed in Sicilia dove è noto come marranzanu ed è spesso utilizzato nella musica siciliana per accompagnare le tarantelle.
A Catania ogni due anni si svolge il "Marranzano World Festival".
Molto interessante è vedere l'uso che se ne fa nelle culture asiatiche dove lo strumento è costituito da un'unica lamella di bambù con una lingua mobile molto sottile al centro che viene pizzicata. In queste zone (per esempio nell'altopiano del Tibet), lo scacciapensieri viene suonato contemporaneamente all'emissione di un particolarissimo canto bifonico, tipico di queste regioni. Tale canto prevede l'emissione di due o più suoni vocali che, esaltando gli armonici, vengono prodotti contemporaneamente.
Lo strumento è anche usato dai popoli Sakha o yakut e dai Tuvani con il nome xomus, o khomus.
Lo scacciapensieri di bambù conosciuto come kubing o kumbing è usato nelle Filippine, ed è presente in molte canzoni neo-popolari di artisti quali Joey Ayala e Grace Nono. Gli igorot sono gli unici che producono l'afiw (lo scacciapensieri) fatto di bronzo.
Nel Sindh lo scacciapensieri è chiamato Changu. Nella musica Sindhi, è uno strumento da accompagnamento. Uno dei più famosi suonatori è Amir Bux Ruunjho.
Nelle regioni siberiane in particolar modo quelle abitate dalle popolazioni Evenchi, questo strumento è chiamato Vargan, e viene utilizzato con caratteristiche morfologiche diverse. Lo strumento in russia si presenta con una forma più allungata rispetto a quella italiana.
Lo scacciapensieri è uno strumento musicale idiofono costruito da una struttura di metallo ripiegata su sé stessa a forma di ferro di cavallo in modo da creare uno spazio libero in mezzo al quale si trova una sottile lamella di metallo che da un lato è fissata alla struttura dello strumento e dall'altro lato è libera. Lo strumento si suona ponendo l'estremità con l'ancia libera poggiata sui denti (senza stringere troppo) e pizzicando la lamella con un dito mentre si cambia la dimensione della cavità orale per regolare l'altezza dei suoni che può avvenire anche per mezzo di diversi posizionamenti della lingua.
Lo scacciapensieri moderno si suona in tre modi:
Pizzicando la lamella normalmente e muovendo la lingua (emette vibrazioni variabili accompagnate dal basso suono unico e proprio),
Pizzicando la lamella aumentando contemporaneamente l'estensione della cavità orale,
Pizzicando la lamella respirando contemporaneamente (emette un suono unico senza vibrazioni)
Gli scacciapensieri più remoti erano però ricavati da un unico pezzo di bambù, dove nella struttura si ritagliava la linguetta sonora. Ancora oggi sono ancora così nelle isole del Pacifico (Polinesia, Micronesia e Melanesia). A dispetto del nome da noi attribuito in Nuova Guinea lo scacciapensieri è addirittura considerato sacro ed è utilizzato come strumento cerimoniale, suonato esclusivamente dagli uomini nel corso di eventi religiosi.
La forma "moderna" a ferro di cavallo in metallo si è ideato intorno al 1350 tra l'Europa e l'India. In Italia, dove molti credono avere le sue origini, lo scacciapensieri arrivò appena nel diciannovesimo secolo. Da noi prese dunque il nome di "scacciapensieri" ed anche, nel dialetto siciliano, di mariolu, marranzanu (o marranzano) e ngannalarruni ("inganna ladroni").
Il motivo di tale appellativo era causato dal suo utilizzo per segnalare ad altri ladri o altre persone sospettate di cattive intenzioni. Serviva da segnalatore per allontanare i malintenzionati.
In Sicilia divenne ad ogni modo uno strumento d'obbligo nella composizione delle orchestrine ambulanti di cantori, che si accompagnavano con lo zufolo di canna ("Fiscalettu"), flautu, scattagnetti (le castagnette), quartara (o "bummulu", un vaso di terracotta per il trasporto dell'acqua adattato anche a strumento a fiato e dal caratteristico suono), il "circhietto con sonagli" o "tammureddu" (tamburello) e, appunto, lo scacciapensieri.
Lo scacciapensieri è catalogato tra gli idiofoni in quanto il suono è prodotto dalla vibrazione dello strumento. Erroneamente spesso viene classificato come aerofono, ma il suono è solo amplificato dalla cassa di risonanza della cavità orale, l'emissione di fiato non incide significativamente sull'esito sonoro di base e, quindi, la sua vibrazione non è prodotta dall'urto di una colonna d'aria.
Si suona avvicinando lo strumento ai denti, pizzicando con il pollice o l'indice la linguetta di metallo, variando aperture e chiusure, dimensioni e forma della bocca per ottenere altre note armoniche oltre quella unica, fondamentale, prodotta dalla vibrazione della linguetta. La cavità orale funge da cassa di risonanza di forma e volume variabili e i suoni armonici ottenuti possono essere amplificati ispirando o espirando.
Il suono è ronzante, arcaico, fondamentalmente monotono (nel senso dell'unica "nota fondamentale"). Oggi è abbastanza raro e poco utilizzato nei moderni brani musicali. Il brano più famoso con lo scacciapensieri in primo piano è sicuramente quello previsto da Ennio Morricone nella colonna sonora di un famoso western all'italiana.
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