domenica 16 agosto 2015

IL TRICHECO

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Il tricheco gioca un ruolo importante nella religione e nel folklore di molti popoli artici. La pelle e le ossa vengono impiegate in alcune cerimonie e l'animale compare frequentemente nelle leggende. Ad esempio, in una versione ciukci del largamente diffuso mito del Corvo, nel quale il Corvo recupera il sole e la luna da uno spirito maligno seducendone la figlia, il padre adirato scaglia la figlia da un'alta scogliera e questa, una volta precipitata in acqua, ne riemerge come un tricheco - probabilmente il tricheco originale. Secondo varie leggende, le zanne erano formate dalle strisce di muco della fanciulla in lacrime o dalle sue lunghe trecce. Questo mito è probabilmente correlato al mito chukchi del vecchio tricheco dalla testa di donna che domina il fondo del mare, che a sua volta è in stretta relazione con la dea inuit Sedna. Sia in Cukotka che in Alaska, si crede che l'aurora boreale sia un mondo particolare abitato dagli uomini uccisi con violenza, i cui raggi cangianti rappresentano le anime decedute che giocano a palla con la testa di un tricheco.

Sembrano ammassi informi color cannella, ammucchiati sulle lastre di ghiaccio galleggianti e sulle coste rocciose dell'Oceano Atlantico settentrionale. Alcuni pesano più di una tonnellata. Altri misurano oltre tre metri di lunghezza. Hanno lunghe zanne ricurve, baffi, cicatrici profonde e occhi iniettati di sangue. Sonnecchiano, ruttano, litigano fra loro ed emettono latrati, "qualcosa tra il muggito di una mucca e l'abbaio più profondo di un mastino", come annotava un esploratore nel XIX secolo.

Le zanne di avorio del tricheco possono superare il mezzo metro di lunghezza. L'animale le usa per risalire dal mare, conficcandole nel ghiaccio, ma anche per colpire i rivali e tenere lontani i predatori, orsi polari compresi.

Un'altra caratteristica tipica della specie sono i baffi. Centinaia di peli rigidi, color paglia, spessi come aculei di riccio e sensibili come dita, coprono le labbra del tricheco. Grazie a queste vibrisse, i trichechi possono distinguere oggetti delle dimensioni di un'aspirina, anche se in realtà li utilizzano per individuare i molluschi sepolti nel fondale marino, che poi mangiano sfruttando la capacità di suzione della loro bocca, dotata di una forza aspirante simile a quella di un aspirapolvere e tanto potente da strappare via la pelle a una foca.

Ma queste potenti creature sono anche amanti della musica. Durante la stagione della riproduzione, tra gennaio e aprile, "i maschi adulti erompono in canti ed emettono ogni genere di strani suoni come di nacchere e campane, strimpellate di chitarra e tambureggiare di tamburi", dice Erik W. Born, ricercatore capo al Greenland Institute of Natural Resources. "Il cantante migliore spera, con le sue melodie, di conquistare una bellissima lady tricheco".

Quindici mesi dopo l'accoppiamento, viene alla luce un piccolo tricheco di 45 chili, che verrà teneramente cullato da un'affettuosissima madre per circa due anni, trasportato a cavalcioni e ingrassato con latte nutriente. Se tutto va bene, potrebbe vivere 40 anni.



Un'aspettativa di vita che fino a poco tempo fa era decisamente inferiore. I Vichinghi del IX secolo massacravano interi branchi per il grasso e le pelli. Nel medioevo in Europa si intagliava l'avorio delle zanne per ricavarne lepedine degli scacchi. Dal XVI al XX secolo, i trichechi vennero massacrati a centinaia dai commercianti di balene, che fionirono per ridurne drasticamente l'areale, che un tempo si estendeva fino alla Nova Scotia.

Al giorno d'oggi la caccia è perlopiù limitata alla popolazione degli Inuit, che dipende dai trichechi per il cibo, vestiario, strumenti, oggetti di artigianato in avorio e olio combustibile. Ma è impossibile sapere quanti individui nuotassero un tempo nelle acque dell'Atlantico; forse centinaia di migliaia. Oggigiorno potrebbero essercene tra i 20.000 e i 25.000 individui. Tuttavia, nonostante il monitoraggio via satellite e le ricognizioni aeree, le cifre esatte sono difficili da ottenere.

"Non è semplice pesare i trichechi e nemmeno contarli", dice il ricercatore canadese Robert Stewart. "Sono diffusi si un'area molto estesa e vivono in gruppi compatti. Non abbiamo nemmeno i dati di 50 anni fa, quindi non abbiamo prove per dire se il loro numero sta aumentando o diminuendo".

La perdita del ghiaccio marino sembrerebbe però un elemento negativo per la loro sopravvivenza e proliferazione. I trichechi prediligono infatti le lastre di ghiaccio galleggianti per cibarsi, dare alla luce i loro piccoli e riposarsi fuori dall'acqua. Costretti sulla riva, diventano vulnerabili agli attacchi degli orsi polari. Le prove aneddotiche indicano che alcune popolazioni ne abbiano già risentito.

Born concorda che c'è di che preoccuparsi, ma offre anche una prospettiva più rosea. Le aree dove i trichechi dell'Atlantico si cibano di molluschi "un tempo erano coperte di ghiacci", dice, "e i trichechi non potevano accedervi finché il ghiaccio non si rompeva. Ora possono mangiare più a lungo. Il ritirarsi del ghiaccio marino dunque potrebbe anche rivelarsi vantaggioso".

In futuro il mondo dei trichechi potrebbe essere turbato da ulteriori insidie: la caccia illegale o eccessiva, il passaggio di grosse navi da carico e le esplorazioni petrolifere sono in cima alla lista. Ma, almeno per il momento, il tricheco dell'Atlantico può godersi i suoi salati molluschi e la sua splendida solitudine.

Il tricheco è un animale che presenta dimorfismo sessuale in quanto il maschio è sempre più grande della femmina.

Del tricheco l'aspetto più appariscente sono senza alcun dubbio la sua mole e la presenza delle zanne. Le zanne, più grandi nei maschi che nelle femmine, altro non sono che i canini trasformati che mediamente misurano 50 cm (possono raggiungere la lunghezza di un metro e pesare anche 5 kg). Queste zanne sono usate dal tricheco durante i combattimenti ma hanno anche altre funzioni: tagliare il ghiaccio, agganciarsi al ghiaccio quando dormono per non scivolare, come uncini per uscire dall'acqua.

Oltre le zanne sul muso sono presenti delle setole dure chiamate vibrisse che possono crescere fino a 30 cm di lunghezza presenti sia nei maschi che nelle femmine ricche di terminazioni nervose. Per il resto il corpo è privo di peli in quanto man mano che l'animale cresce vengono persi. Hanno una pelle molto spessa, mediamente 4 cm (più spessa nel collo e nelle spalle) che appare rugosa e ricca di pieghe e tende a diventare di colore chiaro con l'età. Quando il tricheco entra in acqua la pelle diventa di colore ancora più chiaro questo perchè l'acqua fredda diminuisce la vascolarizzazione perchè i vasi sanguigni si comprimono mentre quando sta disteso al sole il colore diventa molto più vivo, tendente al rossiccio. Lo strato di grasso è molto spesso e può arrivare anche a 15 cm.



La testa è molto piccola rispetto al resto del corpo ed è priva di padiglioni auricolari che sono ridotti a semplici pieghe cutanee e con occhi piccoli.

Un'altra particolarità del tricheco è quella di avere un osso nel pene di dimensioni assolutamente gigantesche: 63 cm di lunghezza, il più grande fra tutti i mammiferi sia in senso assoluto che relativamente alle dimensioni nel suo corpo.

Possono nuotare ad una velocità massima di 35 km/h ma la velocità media è di 7 km/h.

Una caratteristica del tricheco è che ha delle tasche faringee ai lati dell'esofago che possono contenere fino a 50 l di aria che funzionano come un galleggiante e gli consentono di nuotare verticalmente senza nessuno sforzo quando sono piene. Servono inoltre durante la stagione degli amori perchè funzionano come amplificatori per i suoni.

Un'altra particolarità sono le pinne posteriori che vengono usate come zampe assieme alle pinne anteriori per camminare nella terra ferma.

Il tricheco non è un animale migratorio nel senso stretto del termine anche se è un mammifero che segue il ghiaccio: durante il periodo estivo quando il ghiaccio si scioglie e si ritira verso il nord il tricheco segue il ghiaccio mentre in inverno, quando si espande verso sud, il tricheco si sposta a sud. Questi spostamenti possono coprire distanze anche di 3000 km. In pratica durante il periodo invernale i trichechi sono abbastanza dispersi, avendo più territorio sul quale muoversi, mentre durante il periodo estivo si concentrano, soprattutto i maschi, nelle spiagge costiere o negli isolotti. I giovani e le femmine preferiscono invece rimanere nei banchi di ghiaccio durante tutto l'arco dell'anno.

Sono animali molto socievoli e spesso vivono in gruppi formati da migliaia di individui  che vivono uno attaccato all'altro il cui rumore si sente a chilometri di distanza.

Non sono animali che stabiliscono delle vere e proprie gerarchie, semplicemente il più grande fa valere la sua autorità spaventando l'altro con la sua mole, ma in genere non si arriva allo spargimento di sangue.

Sono animali pacifici e di solito non attaccano nessuno a meno che non siano stuzzicati: in questo caso tutto il branco interviene in difesa del compagno molestato.

La dieta principale del tricheco è costituita da cozze, vongole, echinodermi, gamberetti, vermi, lumache, granchi, coralli molli che si trovano principalmente o al di sopra o appena al di sotto della superficie del fondo marino.

Un tempo si pensava che le zanne servissero per scavare i fondali marini alla ricerca di cibo. In realtà oggi si è visto, dall'analisi del tipo di abrasione delle zanne, che queste vengono trascinate nel fondale e quindi il cibo viene poi trovato grazie alle vibrisse, ricche di terminazioni nervose e quindi molto sensibili e ricettive.

Alle volte si è visto che può anche cibarsi di pesci e piccole foche.

Di solito restano in immersione al massimo dieci minuti ad una profondità di 10-50 m alla ricerca di cibo. Normalmente frugano nei fondali con il muso alla ricerca di cibo.


LEGGI ANCHE : http://marzurro.blogspot.it/2015/08/i-ghiacci-dei-poli.html







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