lunedì 3 agosto 2015

LE ARMI BIANCHE



Ogni uomo ha vissuto e forse continua ancor oggi a vivere con l’angoscia di un vero e proprio assalto mortale che possa sorprenderlo e farne di lui macerie. Ab incipit, quindi, oltre che per procacciarsi cibo, ha utilizzato mezzi c.d. violenti per la propria sopravvivenza. E l’utilizzo di oggetti più o meno puntuti segna l’inizio della difesa del suo habitat.
Nell'età della pietra si fabbricarono lame, coltelli, scuri di selce, e mazze semplici o formate da un bastone spaccato a una delle estremità, avente dentro lo spacco una pietra tenuta a posto con una legatura fatta di strisce di corteccia di albero o con una cordicella fatta di minugia attorcigliata.

In età antica, la hasta dei Romani era lunga circa 1.75 metri, quanto l'altezza di chi la portava il quale era chiamato hastatus. Nei secoli XV secolo, XVI secolo e XVII secolo si chiamò picca ed era per la fanteria molto lunga, facendo riscontro all'antico contus, arma propria dei cavalieri o all'antica sarissa della fanteria dell'esercito macedone.

L'arma bianca indica tutte quelle armi che provocano ferite per mezzo di punte (come pugnali e baionette), forme contundenti (come martelli e arieti) o lame di metallo (come spade e sciabole); quelle che lanciano oggetti bellici (come archi, balestre, cerbottane e catapulte), e quelle che fungono da difesa da esse (come scudi e armature).

La locuzione deriverebbe dal bianco riflesso del sole sopra le superfici metalliche da parte di queste armi.

Gli oggetti contundenti basano il danno inferto sul principio dell'urto col bersaglio e per questo, sono chiamati anche armi da botta e ne sono tipici rappresentanti i bastoni, i martelli, le mazze, le clave. Infatti, queste sono armi da offesa, con manico più o meno lungo atte a ferire, ammaccare, contundere mediante percossa. I bastoni nodosi e le clave rappresentano i rudimenti di tali armi e sono antichi quanto l'umanità. Dopo le clave vennero le mazze e quindi la scure nell'età della pietra. Seguì il mazzafrusto (o flagello) simile al flagrum degli antichi romani, strumento di punizione formato da parecchie catene con palle di metallo alla loro estremità, sospese ad un manico corto: tale strumento fu anche usato come arma da guerra.

Le lame invece, si basano appunto sull'utilizzo della lama: questa è un pezzo di metallo di forma adeguata che presenta una o più parti affilate chiamate "filo".

Le lame possono essere più adatte a tagliare (in questo caso si parla di armi da taglio e ne sono tipici rappresentanti le spade, i coltelli, le sciabole e le asce) od a colpire di punta per penetrare nel bersaglio (da qui la nascita del termine armi da punta), come i pugnali o le lance, le picche e le baionette: a questo scopo, alcune armi da punta non prevedono nemmeno la presenza del filo sulla lama, ma hanno solamente la punta acuminata necessaria per penetrare e/o sfondare (come alcuni stiletti, i fioretti, i "centodieci", il "becco di corvo").

Esistono pure le armi da lancio come l'arco e la balestra; esse grazie alla forza fisica dell'uomo e in abbinamento a dispositivi meccanici (ma sempre caricati dalla forza del lanciatore) servono per lanciare - anche a distanze considerevoli - proiettili di vario tipo come pietre, frecce, quadrella, o vengono esse stesse lanciate (giavellotto, asce da lancio, coltelli da lancio).

Secondo alcuni sono dette armi bianche le armi che non provocano rumore. Per altri, si possono definire come gli strumenti atti ad offendere e che sfruttano solo la forza del combattente. Oppure si possono definire come tutte le armi in metallo che non siano armi da fuoco. Si possono suddividere le armi bianche secondo la dimensione: armi corte da mano, armi lunghe da mano e armi inastate, ad esempio:



Le armi bianche corte da mano sono occultabili e generalmente non superano la trentina di centimetri: in questa categoria si possono catalogare i coltelli, i pugnali, gli stiletti, le daghe corte, le accette da lancio.
Le armi bianche lunghe da mano erano le tipiche armi individuali da guerra, da usare a corta distanza, che precedettero le armi da fuoco: spade, sciabole, katane, asce da guerra ecc.
Sono armi bianche inastate o immanicate, quelle munite di un manico lungo da due a più metri che aumenta il raggio d'azione delle armi stesse.
Inoltre possono essere divise pure a seconda del fine per cui sono state costruite, quindi in:

Armi da lancio, create al fine di poter essere scagliate da una corta distanza contro l'avversario, in caso di necessità, (ad esempio i giavellotti e certi tipi di accetta, come il tomahawk);
Armi da botta e ne sono tipici rappresentanti i bastoni, i martelli, le mazze, le clave. Infatti, queste sono armi da offesa, con manico più o meno lungo atte a ferire, ammaccare, contundere mediante percossa;
Armi da taglio e ne sono tipici rappresentanti le spade, i coltelli, le sciabole e le asce, infatti tali armi sono finalizzate a tagliare;
Armi da punta, finalizzate nel colpire di punta il bersaglio, come i pugnali o le lance, le picche e le baionette: a questo scopo, alcune armi da punta non prevedono nemmeno la presenza del filo sulla lama, ma hanno solamente la punta acuminata necessaria per penetrare e/o sfondare (come alcuni stiletti, i fioretti, i "centodieci", il "becco di corvo");
Armi da tiro che lanciano a grandi distanze (come la balestra e l'arco) oggetti bellici (frecce, quadrella...).
Armi da difesa che difendono da colpi di armi bianche, come armature, scudi e cimieri.
Le Armi morbide sono tutte le armi pieghevoli o snodate, come il Chigiriki ed il Jiu jie bian.

Si definiscono armi da botta le mazze di diversa foggia e materiale, le mazze ed i bastoni, fornite di manico di varia lunghezza, che con la forza del braccio contundono mediante percossa.
Altra categoria d’armi bianche è costituita da quelle fornite di lama, solitamente di metallo, forgiate in infinite forme, a seconda dell’epoca di fabbricazione ed area geografica di provenienza, lama che può essere affilata oppure no e da impiegarsi conseguentemente in modi diversi.
La lama può essere da punta e non necessita d’affilatura altro che in cima o da taglio, che per definizione deve essere affilata, su uno o più lati, con tipi d’affilatura vari a seconda delle necessità d’impiego.
Da punta o da taglio, le lame, di diverse lunghezza,  possono essere lisce o scanalate; queste ultime, una volta estratte dal corpo vivo in cui sono conficcate, causano l’ingresso dell’aria, abbondante sanguinamento e maggiore disposizione all’infezione del tessuto.
La lama da punta, generalmente diritta, una volta estratta dal corpo in cui viene conficcata, consente al tessuto di richiudersi parzialmente lungo il bordo di penetrazione, diminuendo l’afflusso ematico.
Stocchi, picche, pugnali, baionette, sono lame da punta, utilizzate per infilzare il bersaglio; coltelli, baionette, spade, accette, asce, sono armi da taglio.
Le lame corte sono comprese fra 25/30 cm. e possono essere celate sul corpo del portatore,  sono i coltelli, i pugnali, gli stiletti; le lame medie sono comprese nei 60 cm. di lunghezza e servivano perlopiù nei combattimenti ravvicinati, durante i quali l’altra mano poteva impugnare un coltello o pugnale, per parare i colpi od offendere; le lame lunghe superano i 60 cm.  e nel caso di spade a due mani raggiungono e superano i 110 cm.
Un manico in legno, metallo, osso od altro, grezzamente o finemente lavorato, dotato o meno di protezione per la mano, serve a poter brandeggiare lo strumento ottenuto dalla composizione solidale con la lama, conferendole maneggevolezza e capacità d’applicargli la forza necessaria ad offendere.
Le spade sono immanicate per una o due mani, mentre le lance, dette armi d’asta o armi in asta, sono lame  montate su asta, con lama a tagliente o picche con capacità di  sfondamento e penetrazione in materiali resistenti.
Ambedue raggiungono comunemente e superano i due metri di lunghezza e consentono di tenere a distanza l’avversario.
Le alabarde, specie di lance, portavano in cima lame con tagliente a mo' d’ascia, variamente fornite di spuntoni, ganci, seghe, per lacerare le armature ed i corpi.
In oriente la lancia, ottenuta dalla canna del bamboo, vede sostituita la lama o la picca, col taglio molto inclinato del resistente e flessibile legno cavo, ottenendo una validissimo ed affilato strumento d’offesa.

Pertanto, si producono lesioni di aspetto differente(da punta, da taglio, da punta e taglio) a seconda che lo strumento feritore agisca con un’estremità acuminata, il filo di una superficie tagliente, o entrambi i meccanismi tra loro combinati, come si verifica nei coltelli appuntiti. Rimanendo nell’ambito della medicina legale si distinguono taglienti tipici come i bisturi, i rasoi, le falci, le spade etc.. e taglienti atipici, che pur non essendo concepiti per l’azione tagliente, posseggono un’analoga capacità lesiva. Nelle lesioni da arma bianca prevale l’estensione in superficie anziché in profondità. E, se si volessero riassumere le forme tipiche delle ferite da taglio, le stesse possono classificarsi in quattro grandi gruppi:

ferite da difesa (che sono indicative di omicidio e si producono nella vittima durante i tentativi di resistenza all’aggressione);
ferite da svenamento (che sono indicative di suicidio e si rilevano in zone autoaggredibili come polsi o regioni inguinali);
ferite da scannamento (così denominate in quanto poste in relazione alla recisione delle c.d. “canne del collo”quali laringe e trachea);
ferite da sventramento (come nel harakiri in cui si determina a scopo suicida un largo squarcio della parete addominale con fuoriuscita di visceri).
Altre tipiche ferite da taglio possono avere carattere rituale e tra queste vanno sicuramente annoverate la circoncisione e la escissione del clitoride (infibulazione) dalla spiccata natura religiosa o tribale.

Spade e Coltelli: le normative in vigore

Pugnali, coltelli a scatto, coltelli a doppio filo e baionette sono armi proprie; altri coltelli, di qualsiasi forma o dimensione, sono utensili da taglio e punta e quindi armi improprie, la vendita e la detenzione sono libere se si ha la maggiore età, il porto è consentito solo per giustificato motivo se si ha quindi un motivo valido per avere un coltello con se (caccia, attività sportiva, outdoor, campeggio etc.); in ambiente urbano non sussiste mai il giustificato motivo per avere con se una lama.
Non esiste nessuna legge che parla di "lame di 4 dita di lunghezza" che è possibile portare con se liberamente. Questa legge è stata abrogata nel 1975 quindi, senza avere un giustificato motivo, non si può avere con se nessun tipo di lama, nemmeno con un tagliente di 1 solo cm.

Sono Armi Proprie - acquisto e detenzione devono quindi avvenire dietro presentazione di Porto d'Armi o Permesso d'Acquisto rilasciato dalla propria Questura - i coltelli dotati di apertura a scatto o a molla, i coltelli a doppio filo (affilati da entrambi i lati), le baionette militari dotate di agganci per fucile, i push-daggers, i tirapugni, i manganelli estensibili e non, ed i bastoni animati.

Le spade affilate sono armi proprie, acquisto e detenzione devono quindi avvenire dietro presentazione di Porto d'Armi o Permesso d'Acquisto rilasciato dalla propria Questura. Spade non affilate sono considerate strumenti sportivi o oggetti decorativi, sono pertanto di libera vendita e detenzione se si ha la maggiore età.

Per ciò che riguarda il trasporto delle armi improprie, basta la precauzione di tener la lama assolutamente non pronta all’uso, magari impacchettata, in modo tale che sia evidente la volontà e l’intenzione di non volersene servire durante il trasporto.


LEGGI ANCHE :http://pulitiss.blogspot.it/2015/08/le-armi-da-fuoco.html





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