Otello, nella famosa tragedia di Shakespeare, seduce Desdemona che per amor suo fugge di casa. Il padre di lei, lo accusa di avergli stregato la figlia con arti magiche e vuole vendicarsi. Così Otello un uomo innamorato spinto dal delirio di gelosia, complice la perfidia di Iago (attraverso il famoso fazzoletto), arriva ad uccidere la donna dolce, pura e bellissima che amava profondamente.
La gelosia è un’emozione e la provi ogni volta che rischi di perdere qualcosa, o qualcuno, che per te è importante.
Questo dipende da vari fattori: capacità di renderti felice, semplificarti la vita, fatica che ti è costata ottenerla.
La gelosia dipende da quello che pensi e non da quello che accade. La provi non per un pericolo oggettivo, ma solo se tu pensi che ci sia una minaccia.
L’ “amore geloso” si attiva quando predomina una tensione determinata da insoddisfazione, frustrazione: un “vuoto di sé” che il partner dovrebbe colmare. In questa modalità di relazione, si tende al possesso avido del partner. C’è un bisogno esasperato e passivo di essere amati, ammirati e scelti come unici destinatari dell’investimento amoroso e sessuale del partner. Da questi si esige una presenza e una disponibilità continua e totale, un amore incondizionato qualunque sia la condotta della persona gelosa. Il partner geloso, con la sua pretesa di possesso esclusivo dell’altro (idealizzato) da cui ricevere un amore incondizionato ed una soddisfazione totale, non riesce ad identificare il partner come “altro da sé”, ma come “specchio” di se stesso.
Per amare, invece, è necessario riconoscere il partner come “altro” da noi, con la sua personalità, il suo modo di essere.
Ogni movimento autonomo del partner, ogni pensiero, atteggiamento che non sia diretto al compagno/a, provoca nella persona gelosa, una rancorosa delusione. In questo caso non è necessario che ci sia effettivamente un rivale, si è gelosi comunque di tutto e di tutti. Il tradimento sta nella delusione per ogni attenzione mancata, per ogni complimento non ricevuto, per ogni esclusività negata. C’è il rischio di impostare la vita rispondendo al meccanismo del “tutto o niente” che racchiude il vuoto drammatico dell’incapacità di amare. E’ interessante fare una riflessione sul disagio provato da molte donne nel momento in cui il partner guarda la velina in tv o la vicina di ombrellone in costume da bagno. Le fantasie, la curiosità, l’osservare l’altro fanno parte della nostra natura istintuale, della nostra vitalità che ci accompagna dalla nascita. Cosa succederebbe se il bambino non fosse curioso, se non avesse la tentazione di scoprire, di guardare, di confrontarsi con il mondo intorno a sé? Cosa succederebbe al partner se gli fosse impedito l’accesso alla libertà di pensiero, alla libertà della vista, alla curiosità? Non si può imbrigliare un pensiero, nostro o altrui. Inibire la naturale curiosità del partner verso l’esterno (non solo verso le altre donne, ma anche nel lavoro, negli hobby etc.), può significare mettere una bomba ad orologeria nel rapporto: si può determinare una fortissima aggressività, tacita o espressa, che tenderà a logorare la coppia.
Ci sono donne che non possono quasi più uscire di casa a causa della gelosia del partner. Non possono parlare con altri uomini, non possono uscire con le amiche.
Questo tipo di rapporto, nei casi limite, esula dall’ambito del piacere condiviso, dall’ambito della cura dell’altro. Si assiste ad una tipologia di rapporto di potere, nel quale il godimento nasce non dal piacere del mutuo abbraccio, ma dal dominio e dalla consapevolezza di questo dominio sull’altro. Manipolazione crudele dove la relazione d’amore è inesistente e la solitudine è la protagonista della scena. In questo caso, la persona gelosa non lascia il partner libero di esistere e la realtà potrebbe essere alterata in maniera assai pericolosa. Non rare possono presentarsi crisi violente di gelosia attivate da motivazioni irreali e immaginate. Quando la moglie esce con le amiche, diviene facile immaginare incontri clandestini con uomini, con la copertura delle amiche, impuntarsi per un “odore sconosciuto” tra i capelli della propria compagna. La vita, per chi sta accanto alla persona gelosa, può diventare impossibile, frequenti possono essere le sensazioni di senso di colpa e pesantezza ogni qual volta si riesce a vivere un benessere lontano dal partner. Il desiderio di lasciarlo, di scappare a volte può farsi molto intenso. Molte donne confidano anche di avere timore a lasciare il proprio partner geloso. Nei casi più drammatici gli eventi possono precipitare (non va trascurato che le cronache dei giornali riportano frequentemente casi di omicidio o suicidio legati a motivi cosiddetti “passionali”), nella maggioranza dei casi, la crisi di gelosia ha una evoluzione ed una conclusione diverse da quella drammatica.
Il modo si sentire del geloso comporta che tutto l’amore, la bontà e la giustizia sono in lui, mentre tutto l’odio, la colpa e l’ingiustizia sono in chi non è degno di amarlo, nei suoi persecutori dai quali è naturale difendersi. Tutto il suo comportamento è volto a dimostrare e ad imporre agli altri quanto egli abbia moralmente ragione. Si tratta probabilmente di personalità in cui la capacità di tollerare la sofferenza mentale e la frustrazione è estremamente ridotta. Per esempio il geloso può rifarsi di tutti i torti che sente di aver subito, trionfando onnipotentemente sulla partner, attaccandola, svalutandola e disprezzandola. Così lei, da assolutamente importante quale era, diviene ora ai suoi occhi, un essere spregevole, con cui non vale neanche la pena prendersela e dalla quale è, anzi, vantaggioso allontanarsi. Un’altra possibilità è che il geloso assuma verso la partner un atteggiamento amoroso di tipo ablativo, rinunciando, con un atto di assoluto amore e di totale dedizione, ad ogni suo desiderio ed esigenza. Proprio quei desideri per i quali, fino a poco tempo prima, con tanta energia, rabbia ed accanimento si era battuto. Adesso annulla invece se stesso per privilegiare esclusivamente la felicità ed il benessere della partner. “Quello che voglio io non conta più niente: Io esco di scena. L’unica cosa veramente importante e che fa stare bene anche me, è che tu sia felice”. E’ naturalmente una posizione falsa che il geloso assume per liberarsi dalla morsa del proprio amore possessivo e venire fuori dalla crisi. Nei casi in cui la persona gelosa non arriva a prendere coscienza del proprio stato patologico, non ci può essere il riconoscimento dell’altro e inevitabilmente, dopo un periodo di tempo in cui si sarà ristabilita nella coppia, la precedente condizione di freddezza, distacco e monotonia, una nuova crisi si ripresenterà con le stesse caratteristiche e modalità della precedente. Il consiglio che posso dare alla lettrici che si trovano a vivere un rapporto di questa natura è riflettere sul fatto che il proprio partner così geloso non le vede nemmeno, non è veramente e profondamente interessato allo loro persona. E’ un amore a metà dove predomina l’illusoria convinzione di essere ricercate, amate, desiderate intensamente da un uomo che dice di non poter vivere senza il loro amore, ma che in realtà sta pensando solo a se stesso. Per resistere all’interno di una relazione di questo tipo, è necessario non desiderare la propria libertà, essere pronte a rinunciare alla propria vita, alle proprie amicizie, ai propri spazi per dedicarsi anima e corpo solo e soltanto a lui, perdonarlo quando ha delle crisi di gelosia per motivi irreali e immaginari e convincersi che lo fa perché ama troppo.
La persona gelosa cerca di assoggettare il partner e di opporsi alle sue necessità ed alle sue leggi (compreso lo spazio e il tempo) e contemporaneamente ha un bisogno assoluto di essere obbedito e assecondato. Nei confronti di tutti gli altri mantiene un atteggiamento di diffidenza e di pregiudizio. Non può governare da sé la sua vita, come è proprio di un adulto, né può lasciarsi governare, come è proprio di un bambino, invece desidera ardentemente dirigere la vita di un’altra persona sulla quale esercita un controllo esasperato, mai perfetto, al quale dedica tutte le risorse che altri utilizzano per modulare la loro vita. Il geloso furioso deve necessariamente accertare il tradimento, è come un investigatore che vuole chiarire tutte le circostanze del fatto. Vuole delle prove. Se è stato tradito, tutto torna, tutto ciò che è avvenuto dopo, la sua intera vita, sarebbe il derivato di quel tradimento. Nel geloso inoltre c’è la mancanza di autostima che porta a non sentirsi sicuro di sé e della capacità di generare e di mantenere vivo l’amore. Il geloso o la gelosa soffrono allo stesso modo.
La caratteristica fondamentale dell’amore geloso è quella di essere portatore di un antico desiderio impossibile: realizzare stabilmente il possesso totale ed esclusivo, fisico e morale, dell’altro, per essere amato incondizionatamente. Fissato a questo tipo di relazione primitiva, il geloso soffre, spesso del tutto inconsapevolmente, di una menomazione nella capacità di amare. Poco capace di amare, quindi senza fiducia nella propria capacità di contenere l’aggressività e di tollerare la colpa, dà vita ad un rapporto di coppia in cui il partner esiste non tanto per amarlo riconoscendone le qualità reali, quanto perché idealizzandolo, ne può ricevere sicurezza per sé e il sentimento di essere amato. E’ evidente che in un rapporto di questo genere, in cui il partner esiste solo per rispondere alle necessità infantili secondo il modello di un’antica madre ideale, i problemi sorgeranno ogni volta che si renderà più acuto il divario tra l’enormità dei bisogni della persona gelosa e la risposta che può dare la realtà. Tutta la fedeltà e l’affetto del partner saranno sempre insufficienti rispetto al bisogno. Il geloso, per quanto faccia, non riuscirà mai a farsi amare quanto vorrebbe, la delusione sarà sempre presente. Tanto più si espone alla delusione tanto più sarà costretto a proiettare indifferenza e freddezza o addirittura intenzioni malevole vere e proprie. La posizione del partner è altrettanto precaria. Ogni volta che propone i propri bisogni e desideri, compie un tradimento: permette alla realtà di irrompere nella relazione. Quando ciò accade, il partner del soggetto geloso si espone alla terribile rabbia che ne seguirà.
“Ieri mi sentivo giù e mi sono avvicinato a mia moglie per fare l’amore, l’ho sentita fredda, non l’ho sopportato! So che anche lei può essere stanca…anche lei lavora fino a tardi…Secondo me, però, in quel momento stava pensando al suo nuovo collega di lavoro che lavora nel suo reparto. Allora ho preso una scusa per uscire di casa e ho organizzato una serata con una mia amica che è innamorata di me. Abbiamo fatto l’amore…lo so che ora starò male e forse peggio ma non posso stare dietro gli umori di mia moglie. E poi così impara!”
Per l’amore geloso infatti il problema dell’infedeltà del partner ha un senso particolare. Basta che abbia un altro pensiero, una non disponibilità immediata, una sessualità poco partecipativa e il tradimento è avvenuto. Che ci sia o meno l’infedeltà, la gelosia è già determinata dal conflitto instabile tra il bisogno e la realtà.
Tutti gli amori mettono in conto un pizzico di gelosia, ci si sente speciali se l’altro teme che ci possa piacere qualcun’ altro o se desidera un rapporto esclusivo. Fino a quando il desiderio di appartenenza ed esclusività rimangono tali, possono essere considerati il sale dell’amore.
Infatti l’amore e la gelosia sono entità separate l’una dall’altra. La gelosia è indipendente dall’amore, può esistere senza amore. La gelosia è un processo legato all’angoscia, all’ansia, alla solitudine. L’amore implica il bisogno di comunicazione preverbale e verbale, il desiderio di mostrarsi all’altro e il piacere di donarsi all’altro. La cura dell’altro, il non trascurare l’altro. L’amore non deve essere pensato in termini di assenza, di annientamento di qualcosa che c’era e adesso non c’è più ma piuttosto in termini di “presenza”, di qualcosa che c’è. L’amore è ricerca di compagnia, la parola chiave dell’amore è: “con”. L’amore è nel senso concreto del: “stammi vicino”, “stammi accanto”, “rimani con me”, “ho bisogno della tua presenza”.
La gelosia invece è strettamente legata alla possessività. Nella possessività si è convinti: “ Mio! Questo è mio! Solamente mio e totalmente mio!” Con esclusione di altri con cui condividere il possesso. Per la persona gelosa, il partner diviene solo un oggetto, (non è ancora un soggetto, una persona amata per quello che è veramente) per questo dove impera la gelosia non c’è amore vero. L’amore infatti presuppone che l’altro possa amare e odiare, ma con assoluta libertà. Il partner che si cerca di possedere non è sempre amato, ma spesso temuto o addirittura odiato, un nemico, un non-amato che bisogna “possedere” per imprigionarlo, controllarlo e renderlo innocuo. L’amore è amore in quanto tiene conto dell’altro.
L’amore va abbinato alla libertà dove libertà vuol dire: “Tu, che io amo, sei tuo, non mio!”. Chi ama, se abbandonato, soffre la solitudine in cui si trova, è lecito e legittimo il dolore per la perdita per il vuoto che lascia chi lascia. Il geloso, invece, tenta di opporsi con odio alla decisione del partner di separarsi, forte è il desiderio di impedire che il proprio partner stia bene senza lui. E’ vero, chi ama non può tollerare la presenza di una terza persona nella coppia però, solo il geloso fissa ossessivamente lo sguardo sul terzo incomodo non permettendo alla coppia di vivere serenamente il naturale corso della sua esistenza.
A volte il partner della persona gelosa si incastra così bene all’interno della gelosia dell’altro, che di fronte alla assenza di crisi di possessività e di gelosia del compagno si spaventa, si convince di non essere più amato e attua comportamenti che tendono a scatenare nuovamente il lato fragile e geloso dell’altro. E’ come se la gelosia potesse, in rapporti che non sono destinati a diventare costruttivi, fare da collante per due persone che altrimenti non conoscerebbero nessun altra modalità per stare insieme. In casi in cui la gelosia comincia a diventare un disagio insopportabile per l’altro, è importante che il geloso faccia un lavoro di autocritica, di ripensamento delle proprie crisi di gelosia e cerchi di comprendere la natura irreale dell’esperienza vissuta. Prendere coscienza del proprio lato fragile, potrebbe consentire al geloso di cambiare a poco a poco il proprio atteggiamento verso il mondo e verso se stesso. Egli così potrebbe cominciare a volersi bene e a prendersi cura di sé. Cercare di comprendere anche cosa la partner provi specialmente durante le sue crisi di gelosia, quali sono le sue sensazioni, le sue paure. Comprendere il significato della propria possessività e riuscire a concepire l’altro come una persona, con una esistenza indipendente ed una struttura propria e non come un semplice supporto su cui proiettare un personaggio ideale costruito in base ai propri bisogni e desideri, potrebbe rappresentare un traguardo fondamentale, indispensabile per tenere unita una coppia che, insieme, desidera affrontare il problema e crescere migliorandosi. Se la presa di coscienza del geloso pare insormontabile, indicato sarebbe un lavoro di psicoanalisi.
Uno dei tanti modi in uso per descrivere la gelosia è definirla ”il sale dell’amore”, ma proprio su questa frase poniamo attenzione: una pietanza senza sale, indubbiamente non è gustosa, è insipida, ma un alimento dove c’è una quantità enorme di sale diventa immangiabile.
In una coppia la gelosia sana è un sentimento naturale e fisiologico che fa sentire l’altro importante, che si è interessati a lui ed è quindi un ingrediente utile ad una buona relazione. Diversamente la gelosia patologica danneggia la relazione provocando molta sofferenza all’interno della coppia. Il geloso fa vivere sempre sotto pressione il partner con un’aggressività persecutoria e vive lui stesso malissimo per la presenza costante ed ossessiva nella sua mente del pensiero fisso e delirante che il proprio partner lo possa tradire o abbandonare. Il delirio che alimenta questo stato d’animo malato lo porta a ricercare in continuazione prove che non esistono, ad interpretare la realtà solo in un certo modo e questa distorsione del pensiero lo fa arrivare a conclusioni irrazionali ed inconcepibili. Una delle modalità che caratterizzano il geloso ossessivo è quella di sottoporre il partner a continue domande, con la speranza, che si contraddica per avere quindi conferma delle proprie idee e paure. Tutto questo lavorio mentale fa sorgere conseguenti emozioni e comportamenti negativi che nel geloso possono manifestarsi attraverso la rabbia, la vendetta, la negazione delle emozioni che vive, l’allontanarsi dal partner o ad un ripiegamento su se stesso. Questa gelosia ossessiva e negativa diventa una vera e propria malattia che può portare a comportamenti ed esiti tragici come ci ricordano i frequenti casi di cronaca (dalle denunce, al suicido e agli omicidi).
Le cause di una gelosia malata sono in gran parte riconducibili ad una poca autostima, ad una svalutazione di se stesso che vive la persona gelosa con la conseguente rappresentazione mentale del sentirsi non amabile, del sentirsi di non essere degno e meritevole di essere amato e quindi alla paura di perdere la persona che adesso c’è nella sua vita.
È importante per una persona gelosa che vive un sentimento di gelosia morboso ed ossessivo, cominciare a chiedersi: perché sono intrappolato in una dimensione mentale e continuo con un certo atteggiamento distruttivo, invece di eliminarlo? Qualche risposta utile la si può ottenere diventando più intimi con se stessi.
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