Nel mondo, l'allevamento delle pecore è molto diffuso in Australia (regioni del Nuovo Galles del Sud, Victoria e Australia Occidentale, dove l'importazione della qualità merinos ha portato all'esplosione del commercio dei prodotti degli ovini), in Nuova Zelanda (che ha importato moltissime specie americane), in Argentina (con un commercio indirizzato prevalentemente all'Europa) e in Sudafrica (con il commercio della carne delle specie locali).
Per quanto riguarda l'Italia, la Sardegna occupa un ruolo importante nell'industria dell'allevamento di questi animali, ma è rilevante anche in Abruzzo, Molise, Lazio, Sicilia, Toscana, Campania, Basilicata, Marche e Calabria.
La pecora è animale addomesticato in epoca antichissima, diffuso attualmente in ogni continente. Vive principalmente in greggi, per gestire i quali l'uomo si affida spesso a cani pastore.
Il nome pecora (lat. pecus "bestiame di piccolo taglio" passato poi a identificare un singolo animale) è riservato all'adulto femmina, il maschio della specie si chiama ariete o montone, mentre il piccolo è denominato agnello fino a un anno di età.
L'età di una pecora si stabilisce dal grado di usura degli incisivi, che come in tutti i Bovidi sono presenti esclusivamente nella mandibola, mentre la mascella presenta nella zona corrispondente da una formazione ossea continua. Gli agnelli, alla nascita, hanno otto denti da latte provvisori. A un anno i due incisivi frontali sono sostituiti da quelli permanenti; all'età di due anni si aggiungono altri due incisivi permanenti e fra i 3-4 anni si completa la dentizione permanente per arrivare intorno al quarto anno d'età agli otto incisivi definitivi.
La pecora è di carattere molto timido ma, al contrario di quanto si possa pensare, è molto intelligente e dotata di molta memoria e facilità di apprendimento. Generalmente il vello delle pecore è marcatamente folto e fitto, estremamente riscaldante e di rapida crescita; è solitamente di colore bianco, biancastro, bianco sporco, talvolta anche nocciola. Spesso nei piccoli agnelli, il pelo, non ancora lanoso, può essere transitoriamente molto scuro, quasi nero.
Le dimensioni delle pecore variano notevolmente in funzione dell'età, del sesso e della razza. Sono comunque approssimative, perché la quantità spesso ingente di lana rende difficoltosi questi test fisici. Le misure sono invece molto più chiare se l'animale è stato sottoposto alla tosatura. In linea di massima, la pecora raggiunge la massima lunghezza a un terzo circa della sua età (può vivere anche 16-19 anni), poco dopo essere maturata sessualmente.
La pecora viene allevata per il latte, per la carne e per la lana.
Gli agnelli vengono allevati principalmente per la carne, solo una parte viene infatti allevata per essere destinata alla riproduzione. È tradizione diffusa in molte zone d'Italia mangiare carne d'agnello nel giorno di Pasqua, l'agnello è del resto l'animale sacrificale per eccellenza nelle culture che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La carne di pecora ha un sapore caratteristico, e dall'odore particolare, soprattutto se l'agnello è molto giovane e di media costituzione.
In molte zone dell'Italia centrale l'agnello da latte, cioè con poco più di un mese di vita, da molti preferito per la carne tenera, è chiamato abbacchio.
La lana, il prodotto che deriva dalla tosatura del vello della pecora, è utilizzata fin dall'antichità come fibra tessile. La qualità differisce a seconda della razza dell'animale e della parte del corpo da cui proviene. Le razze più pregiate sono la Merino (presente in Spagna e in Australia), la Disheley Leicester (a lana lunga e molto soffice) e la Lincoln e la Doron (rare e a lana corta). La lana viene accuratamente filata e lavorata con metodi piuttosto complessi, per venire poi utilizzata per fabbricare indumenti caldi, cuscini e materassi.
Il latte come bevanda è molto meno diffuso di quello di bovino, ma è largamente impiegato nell'industria casearia per la produzione di formaggio pecorino e ricotta. In particolare, il latte di pecora è più ricco in grassi e i suoi prodotti presentano un aroma spiccato molto apprezzato.
Nell'industria alimentare, il latte di pecora viene utilizzato soprattutto come materia prima per la produzione casearia e di ricotte, mentre (ad oggi) il suo consumo diretto sembra ristretto ad un bacino d'utenza molto più limitato. Anche per questo motivo, la composizione nutrizionale del latte di pecora risulta alquanto trascurata dai professionisti dell'alimentazione, che si trovano molto più spesso a dover fare i conti con l'ammontare calorico dei suoi derivati caseari. Tuttavia, ragionando con maggior attenzione, è possibile cogliere una sfaccettatura tutt'altro che trascurabile, ovvero: considerando che i derivati del latte più diffusi provengono dal latte di vacca e di pecora (o dalla loro miscela), sarebbe opportuno capire se tra questi alimenti esistono delle differenze chimiche consistenti per poi valutarne l'impatto nutrizionale.
Valutando la composizione nutrizionale del latte di pecora e comparandola a quella del latte vaccino “intero pastorizzato” si può osservare una differenza significativa nella distribuzione percentuale tra lipidi, proteine e carboidrati. Inoltre, il latte di pecora risulta molto più calorico rispetto al latte di vacca (+39 kcal per 100ml) a causa della maggior porzione lipidica (+3,3g per 100ml), proteica (+2g per 100ml) e glucidica (+0,3g per 100ml), a discapito dell'acqua alimentare. La qualità dei grassi contenuti nel latte di pecora non si differenzia sensibilmente da quella del latte vaccino e mantiene un rapporto tra acidi grassi saturi ed acidi grassi polinsaturi di 0,1.
In merito ai micronutrienti, si osserva che (grazie alla maggiore porzione lipidica) il latte di pecora apporta una quantità superiore di retinolo (+26microg per 100ml), possiede un leggero vantaggio sulla quantità di riboflavina (+0,07mg per 100ml) ed un maggiore quantità di calcio (+61mg per 100ml).
In conclusione, valutando la composizione chimica dei due alimenti, emerge soprattutto una differenza dell'apporto energetico che è sensibilmente maggiore nel latte di pecora rispetto al latte vaccino intero.
Tenendo in considerazione che il latte di pecora viene impiegato prevalentemente nella produzione casearia di formaggi a pasta dura (quindi stagionati) - nei quali la percentuale di acqua scende dall'82% al 30-35% - questa differenza di composizione si amplifica acquisendo maggior valore nutrizionale. Nei soggetti dislipidemici, in sovrappeso o comunque sedentari è quindi consigliabile ridurre significativamente il consumo di prodotti caseari ed eventualmente privilegiare i derivati del latte vaccino rispetto a quelli del latte di pecora, con il vantaggio di limitare l'apporto calorico derivante (per lo più) dalla maggior quota lipidica e proteica.
L'agnello occupa un ruolo fondamentale in molte religioni, soprattutto nel cristianesimo. Esso è infatti simbolo di purezza, di semplicità e di innocenza. Gesù Cristo è alle volte simboleggiato da questo animale, come nel caso dell'Agnello pasquale: nel suo ruolo di vittima sacrificale per i peccati commessi dall'umanità, Gesù viene spesso riferito come Agnus Dei, l'agnello di Dio.
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