giovedì 16 aprile 2015

IL FALEGNAME



La lavorazione del legno è stata una delle prime arti dell'uomo: dalle clave e dalle lance agli albori della civiltà, alle canoe scavate nei tronchi d'albero, agli aratri usati nell'agricoltura, agli sgabelli a tre gambe fino alle complesse strutture dell'epoca moderna.
Fin dal Medioevo, in seguito al disboscamento delle foreste, il legno divenne un materiale sempre più costoso ed è per questo che le industrie di oggi fanno un uso sempre maggiore di materiali compositi come, per esempio, il compensato, il truciolato e il cartonfibra, prodotti che non si deformano con la stessa facilità del legno naturale e che non richiedano una lunga stagionatura.
Prima degli anni '50-'60 quasi in ogni famiglia vi era un falegname, o comunque qualcuno che sapesse lavorare il legno.
Il falegname vero e proprio si affermò in seguito al "boom" degli anni '60, periodo in cui cominciarono a proliferare botteghe/laboratori su questo mestiere che, però, fu costretto a modernizzarsi se voleva stare al passo con l'industria.
Dopo gli anni '60 infatti il falegname/artigiano si vedeva obbligato ad ampliare il suo spazio, inserendovi alcune macchine, necessarie per portare avanti la sua attività e per non correre il rischio di chiudere la bottega.
La maggior parte di essi oggi si è incamminata sulla strada della meccanizzazione moderna; pochi, invece, hanno fatto il grande salto nell'industria vera e propria.

L'uomo da sempre ha saputo utilizzare, con tecniche più o meno avanzate, il legno sia come fonte energetica sia come materiale di partenza per la realizzazione di beni.

L'uomo primitivo usava il legno per difendersi, per cacciare, per scaldarsi e per erigere le palafitte. Col passare del tempo si incominciò a sviluppare la navigazione fluviale ed è qui che gli Egizi e, più tardi, i Greci e i Romani, si servirono di questo materiale per costruire imbarcazioni.
Poi, fu l'arte medioevale e rinascimentale a rendere il legno un mezzo indispensabile per costruire mobili e per creare stupende sculture.
Ancora oggi, nonostante la disponibilità di altri materiali, il legno continua ad essere impiegato in grandi quantità nell'edilizia, per la costruzione di mobili e per ricavare prodotti utili all'uomo, quali la carta e tutti gli altri materiali cellulosici.

Anticamente, quando non esistevano le industrie, tutti coloro che producevano beni da porre in vendita erano artigiani.
Sino a cinque o più secoli or sono non c'erano macchine e tutto veniva costruito a mano o quasi nelle botteghe o nei laboratori.
Gli oggetti, inoltre, venivano sempre fabbricati con l'uso di tecniche tramandate di generazione in generazione e badando soprattutto al loro aspetto artistico.

Un falegname è un artigiano che lavora il legno per fabbricare o riparare mobili e infissi. L'attività di tale artigiano è detta carpenteria.

Bisogna distinguere tra le tecniche tradizionali, nelle quali si usano attrezzi manuali, e la falegnameria moderna, intesa come lavorazione del legno per la produzione industriale di manufatti, grazie alle macchine e a moderne attrezzature meccaniche. Oggi le tecniche della falegnameria tradizionale non vengono più utilizzate per la produzione di mobili e infissi di uso comune, essendo state largamente sostituite dalla produzione a macchina. Tuttavia le tecniche tradizionali vengono ancora usate, sopravvivendo in alcuni campi specialistici quali, ad esempio, l'ebanisteria, la produzione di strumenti musicali, il restauro.
La base della tecnica di lavorazione, si può ridurre all'assemblaggio di quattro pezzi di legno, alla realizzazione cioè di un telaio e al riempimento del suo interno con pannelli più o meno lavorati; questo è, pur con innumerevoli varianti, la base della costruzione di qualsiasi oggetto di falegnameria. Sono tutti telai pannellati infatti gli infissi esterni ed interni, come del resto lo sono i mobili almeno prima dell' avvento dei materiali semi-lavorati.
Il legno massello, nelle innumerevoli essenze che la natura offre, per secoli è stato il materiale principe della falegnameria. Da alcuni decenni però, con l'avvento di nuove tecnologie, è stato possibile sostituire il legno massello con semi-lavorati più pratici e più a buon mercato. Vengono prodotti e quindi usati pannelli di agglomerati di legno, come il multistrato, il truciolato, il listellare il lamellare l' MDF e altri. L'uso del legno massello rimane comunque, per il falegname artigiano il prodotto più considerato. Nella produzione di infissi e comunque prodotti esterni parlando di falegnameria, si parla necessariamente di legno massello o legno lamellare, sia che il prodotto sia artigianale che industriale. La produzione di mobili e di arredamento in genere invece si è ormai orientata verso l'uso dei semi-lavorati già descritti sviluppando così un artigianato parallelo alla classica falegnameria. Col tempo sono nate vere e proprie industrie del mobile, orientate prevalentemente all'arredamento moderno. Questa tipologia di produzione, costituita anche da piccoli imprenditori con pochi dipendenti, non fa uso dei classici attrezzi da falegname bensì di macchine automatiche computerizzate, dal costo molto elevato ma che permettono di realizzare con precisione e velocità il numero di pezzi voluto e poter così assemblare in breve tempo il mobile progettato.

Nei Paesi industrializzati si possono ancora trovare falegnami con una ben precisa nicchia di mercato nella costruzione del mobile su misura: arredamento domestico, arredamento di negozi e vetrine, arredamento teatrale o di scena; questi artigiani, detti anche "falegname su misura", usano sia utensili manuali sia piccoli utensili elettrici. È una fascia di mercato che si può definire lo "zoccolo duro" del mestiere di falegname moderno e che propone, a volte esclusivamente, di lavorare solo legno vero e massello, magari in versione più economica come l'impiallacciato o placcato (sempre legno di fibra e massello). Le colorazioni proposte da questi ultimi artigiani sono quasi sempre tinture realizzate a mano e in modo eccellente.

In un laboratorio di falegnameria è d'obbligo la presenza almeno di un banco da falegname in legno, munito delle apposite morse e diversi attrezzi manuali (martelli, seghe, tenaglie, pialletti, sponderuole, serie di scalpelli e di cacciaviti ecc...); questi oggetti però stanno perdendo la loro funzione primaria facendo posto a nuove attrezzature più consone al tipo di lavoro che oggi svolge un falegname. Nel laboratorio moderno di falegnameria, infatti, fanno da padrone le macchine utensili indispensabili in ogni lavorazione. Le macchine più usate sono: la troncatrice, la sega a nastro, la sega circolare, la pialla (a filo e a spessore), la toupie (fresatrice), nonché piccoli attrezzi per la levigatura, la rifinitura e l' assemblaggio (orbitali, trapani, avvitatori, morsetti di varia lunghezza, inchiodatrici ecc...); in piccoli laboratori o a livello hobbistico sega circolare, pialle e toupie possono essere sostituite con una particolare macchina utensile detta combinata perché da sola, permette di eseguire le tre lavorazioni: taglio, piallatura e fresatura. Per eseguire incastri a tenone e mortasa viene impiegata la toupie munita di un carrello o più semplicemente la sega circolare ma sono di grande aiuto comunque e sempre più diffuse: la bedanatrice e la cavatrice a catena mentre per la levigatura è sempre più presente la levigatrice a nastro.
Gli attrezzi e i materiali che usa il falegname sono:
falsa squadra
squadra
compasso
martello
mazzuolo
martellina
morsa
morsetto
pialla
raspa
scalpello
sgorbia
sega
saracco (strumento)
tenaglia
truschino
graffietto
punteruolo
cacciatoia
cacciavite o giravite di ogni tipo
rasiera
spatola
pecina
sponderuola
avvitatore
tassellatore
bedanatrice
bordatrice
squadratrice
levigatrice a contatto
levigatrice a nastro
toupie
combinata universale
mola
pialla
trapano
pressa
orbitale
rotorbitale
sega circolare
sega a nastro
compressore
controllo numerico
sega a tuffo
attrezzo multi
carta abrasiva
carta vetrata
punta da trapano
chiodi
colla
cavicchi
viti
incastro
silicone acetico ed acrilico
Il pregio di un mobile o di un infisso, oltre che dalla lavorazione, è determinato anche dal tipo di legno utilizzato. I legnami tradizionalmente più utilizzati in falegnameria sono ciliegio, faggio, castagno, noce, rovere, frassino, betulla, olmo ecc.. Oggigiorno sono sempre più diffusi legni di importazione come baia, toulipie, teak, noce tanganika, padouk, mogano iroko, meranti, wenge e molti altri.

Per la realizzazione di infissi esterni, la scelta del legno è spesso dettata da ragioni tecniche; ci si orienta infatti su essenze che abbiano caratteristiche adatte alla funzione che avrà il prodotto, scegliendo per cui legni adatti alle intemperie e resistenti alla luce e al calore del sole; le essenze più usate sono: Il rovere, il castagno, il cedro o legni esotici come il meranti e l'iroko oppure legni meno pregiati come il pino il larice o l'abete, quest' ultimo viene preferibilmente verniciato; in anni passati si usava il douglas ma attualmente è scaduto di moda. Per la realizzazione di mobili e arredamenti in genere e tutto ciò che è interno, invece, la scelta del legno è quasi esclusivamente di natura estetica. Il castagno o il rovere vengono usati ad esempio per ottenere un arredamento rustico, come pure il pino e l' abete; legni più pregiati e dal aspetto più elegante sono invece la noce, il ciliegio o il pero (dal tipico colore rosato) simile al castagno nelle venature ma molto più chiaro come colore è il frassino e poi abbiamo il faggio, l' acero e tutti i legni esotici già menzionati. Per fabbricare scalate, di solito ci si orienta su legni particolarmente duri, (rovere, iroko ma anche castagno, frassino, mogano ecc.) soprattutto per il gradino, questo per impedire che si possa usurare velocemente. Per i prodotti laccati la scelta invece cade su essenze povere di venatura e con una fibra stabile e compatta. Molto usati, data l'abbondanza e conseguentemente il basso prezzo, sono le essenze di abete e pioppo, usate nelle parti nascoste dei mobili o nel riempimento di parti tamburate nonché in carpenteria. Nel campo della "ebanisteria" le essenze si moltiplicano, tutto ciò che è legno è lavorabile: ebano, legno serpente, radiche di ogni tipo, roso, mimoso, pesco, olivo, alloro, bosso, ecc.

Le fasi di lavorazione sono:
rilevamento topografico del luogo in cui si devono svolgere i lavori;
progettazione dell'arredamento su carta millimetrata;
scelta dei materiali da impiegare nella costruzione del mobile o della struttura richiesta;
acquisto dei materiali al miglior prezzo di mercato;
lavorazione dei materiali acquistati;
consegna del materiale ordinato;
pagamento.

È definito rilevamento topografico, l'accertamento della struttura della casa su cui si dovrà intervenire.
È facile durante questa fase, imbattersi in vecchie case che o per deficienze tecniche delle maestranze nella posa del pavimento o per terreni che hanno subito assestamenti o per usura del tempo, non presentano pareti lineari e a piombo, pavimenti a livello, o angoli di chiusura fra le pareti ed il pavimento che non corrispondono ai canonici 90°.
La bravura del falegname consiste nel sopperire a queste carenze strutturali con un'ottima tecnica lavorativa, facendo sembrare il mobile alla parete in linea retta.
Dopo il sopralluogo, avviene la parte più importante e più tecnica dei lavori di falegnameria: la progettazione.
Consiste nel riportare sul progetto lo sviluppo dei pezzi che costituiranno i mobili, tenendo conto delle misure rilevate, la difficoltà ambientale e la compatibilità dei materiali di utilizzo.

Il progetto, serve a non lasciare nulla al caso e mettere in condizione gli esecutori materiali di lavorare con la massima sicurezza al fine di poter ottimizzare i materiali ed ottenere un prodotto finito privo di rattoppi e malfunzionamenti.

La progettazione è particolarmente importante a livello industriale, dove sarà utilizzata su larga scala e potrebbe provocare sprechi di materiale, nel caso di sensi di venatura sbagliati, "malchiusura" di ante e cassetti e qualunque altro errore derivante da errori progettuali.

L'acquisto dei materiali, deve essere semplice e veloce in modo da non causare rallentamenti produttivi. Questo è possibile attraverso una ricca rete di fornitori.In oltre l'acquisto deve essere sempre mirato a ciò che si vuole utilizzare realmente evitando sprechi di tempo.

L'acquisto dei materiali deve essere mirato e proporzionale al tipo di manufatto che si andrà a produrre. Questo per non esorbitare nell'eccesso di materiali acquistati e né ridurre l'acquisto al minimo indispensabile.Se da un lato l'eccesso provoca giacenze di magazzino (con aumento dei costi, ingombro nel locale dove si lavora e deterioramento del materiale), il ridursi al minimo provoca l'interruzione da parte della manodopera nel proseguimento del lavoro.

L'acquisto deve essere sempre commisurato all'effettivo prezzo offerto dal cliente, a seconda del materiale, del tipo di lavorazione e del tempo impiegato, evitando sperequazioni eccessive tra il reale valore del pezzo ed il prezzo di vendita al pubblico.



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