venerdì 17 luglio 2015

L' INTIMO



L'intimo maschile in epoca dei romani era costituito dalla subucula o tunica interior, sotto la quale, a volte, si indossava il supparum a protezione delle gambe e il subligaculum (anche per le donne), un pezzo di lino, passato tra le cosce e allacciato intorno alla vita, usato soprattutto da ballerine e atleti, mentre matrone e senatori non indossavano nulla sotto la tunica; si narra, a tale riguardo, che Cesare, cadendo sotto le coltellate dei nemici, abbia stretto a sé la toga in un ultimo gesto di pudore.

Gli uomini non tolleravano la vista dei seni femminili troppo grandi o, peggio ancora, flosci e cadenti (che gli ricordavano i costumi delle donne barbare), quindi le signore adottavano tutta una serie di accorgimenti atti allo scopo:
il mamillare era una fascia di cuoio che serviva per appiattire e contenere la crescita,
lo strophium, come gli odierni reggiseni criss-cross, sosteneva senza comprimere, mentre, se di seno ce n'era veramente troppo, si ricorreva al cestus, un corpetto di cuoio morbido, o addirittura ad una specie di corsetto, che dall'inguine, arrivava alla base del petto (il mito narra che fu Venere a inventarlo e a consigliarlo a Giunone, notoriamente prosperosa, alla quale si deve l'aggettivo giunonica).
Tutti questi accessori suscitavano negli uomini una forte carica erotica, da qui la nascita del culto feticista per alcuni oggetti.

Le popolazioni germaniche, i cosiddetti barbari, avevano usi e costumi molto rudi e arcaici. Per quel che riguarda la biancheria intima di questi popoli, frammentarie sono le documentazioni giunte fino a noi: in genere non portavano nulla che assomigliasse alle odierne mutande, perché, visto che usavano i pantaloni, le giudicavano superflue. I Goti indossavano a pelle, una tunica bianca, mentre risulta che i Longobardi usassero un indumento a protezione dei genitali e, addirittura, camicie per la notte.

Il subligaculum era una sorta di sottofascia costituita da una striscia di lino, una sorta di semplice perizoma avvolto intorno alle cosce e allacciato alla vita, e che poteva essere portato indifferentemente sia dagli uomini, al di sotto della tunica o della toga, che dalle donne, al di sotto della stola.

Con il termine subligaculum s’intendeva anche una specie di mutandone a pantaloncino, piuttosto aderente, che faceva parte dell’abbigliamento di ballerine e attori sul palcoscenico, ma anche di atleti e gladiatori, come il retiarius (il gladiatore con la rete), che lo teneva fissato alla cintola mediante un ampio cinturone, il balteus.

Ciò che le donne hanno indossato sotto gli abiti nel corso dei secoli è affascinante perché racconta l'evoluzione culturale, del rapporto tra i generi e della sessualità nel mondo occidentale.
Sembra proprio che la biancheria intima sia nata nell’antico Egitto, quando le donne nobili cominciarono a fare uso di una tunica a diretto contatto con la pelle sotto quella esterna, come una sorta di sottoveste. Gli antichi romani e i greci, meno pudici dei loro successori, non indossavano nulla sotto le tuniche e questo valeva sia per le donne, sia per gli uomini.

Nel periodo romano, oltre alla tunica, compaiono altri indumenti intimi.
Primi tra tutti gli antenati dei reggiseni, i mamillari, delle fascie di cuoio che appiattiscono il seno, poi i cestus, delle guaine che stringono la vita, ma anche le mutanda il cui nome stava ad indicare il frequente lavaggio a cui erano sottoposte.

Già nei primi capi di abbigliamento intimo della storia, si nota la principale funzione che ebbero nel corso dei secoli e che si portarono dietro fin tutto l'ottocento:
nascondere, comprimere ed appiattire le forme.
Per la loro natura gli indumenti intimi hanno sempre rappresentato nella storia qualcosa da celare e da non nominare e per questo furono relegati per tanti anni alla sola sfera privata.

La biancheria nel senso moderno del termine, era ancora sconosciuta nel Medioevo, ma c'è ugualmente una tendenza presso le famiglie nobili ad indossare capi più fini sotto gli abiti, per separarli dal diretto contatto con la pelle.
Nel Medioevo nascono anche le prime calze, in concomitanza con la lavorazione della seta, ma a portarle erano esclusivamente gli uomini.

Nel Rinascimento le camicie diventano gli indumenti intimi per eccellenza, indossate da uomini e donne indistintamente, così come i mutandoni o brachesse, lunghe fin sotto al ginocchio e volute dalle autorità per una questione di pubblico decoro.
Nel rinascimento si vedono anche le prime giarrettiere, dei laccetti che stringevano le calze sulle gambe.

Il Seicento vede lo sviluppo del corsetto o busto, una specie di guaina che avvolge il corpo della donna da sotto il seno fino al ventre.

Nel Settecento compaiono il paniere (la gabbia di cerchi di vimini posta intorno alla vita), il guardifante (che serve per esaltare la parte posteriore del corpo) ma soprattutto c'è lo sviluppo delle sottogonne usate una sopra l'altra anch'esse per gonfiare le gonne.

L'Ottocento è il secolo del busto, esso diviene l'indumento intimo per eccellenza, e tra le donne dell'epoca impazza la moda del "vitino da vespa".
La vita così si stringe fino all'inverosimile, il corsetto viene indossato sopra le camicie e chiuso dietro da nastri o gancetti e le stecche di balena provvedono a comprimere e a dare forma alla vita.

La storia della biancheria intima è parallela a quella della liberazione femminile, segna il passaggio dalla condizione sociale di costrizione a quella di libertà.
Il busto con le stecche di balena, gli stringi-seno, i mutandoni e le giarrettiere che segavano le gambe, quell'insieme di nodi ganci e bottoni, erano tutti elementi che sottileavano la schiavitù, l'impaccio e la difficoltà di movimento.



In questo senso il Novecento è stato un secolo rivoluzionario, un secolo di liberazione, un secolo che ha visto numerosi stravolgimenti nel mondo dell'intimo donna, dovuti anche all'industrializzazione e alla scoperta di nuovi materiali.
Nel 1914 compaiono i primi reggiseni, l'intimo abbandona le pesantezze di tessuti coprenti e scopre trasparenze e tessuti leggeri.
Negli anni '30 l'indumento intimo più utilizzato è la sottoveste.
I mutandoni si accorciano sempre più e nascono i primi slip.
Con l'invenzione del rayon prima e del nylon dopo, le calze diventano un'accessorio insostituibile per ogni donna; si sviluppano così anche le giarrettiere.

Le seconda guerra mondiale segna uno stop nello sviluppo dell'intimo e l'inizio di un periodo buio di forte crisi economica.
La produzione dei collant viene fermata e alcune donne arrivano addirittura a disegnarsi sulle gambe la cucitura posteriore che li caratterizzava.

Gli anni '50 segnano la rinascita dell'intimo donna.
I tessuti calano di prezzo, gli indumenti intimi sono alla portata di tutti, l'intimo diventa di massa.
Si assiste al ritorno della lingerie cosiddetta "scomoda", bustini e guepiere in testa, ma questa volta è solo per intento seduttivo ed esibizionista.
La vita si assottiglia ancora una volta per mettere in evidenza i seni prosperosi. E' la moda delle pin-up, di cui Betty Page è portabandiera.

Nei primi anni '60 l'intimo conosce il suo periodo di massimo splendore: mostrato e pubblicizzato dalle dive del cinema, diventa un fenomeno di costume.

Verso la fine degli anni '60, le forti tensioni sociali che caratterizzano questo periodo e che portano verso l'emancipazione femminile, finiscono per influenzare anche il modo di intendere l'abbigliamento intimo.
Per tutti gli anni '70 le parole d'ordine saranno comodità e sobrietà, i capi di biancheria dovranno rispondere a precise esigenze di libertà e confort.
Gli indumenti intimi principali saranno quindi reggiseni elasticizzati, panty sempre elasticizzati e collant da portare con le minigonne.

Gli anni '80 segnano un nuovo boom per l'intimo femminile.
Dopo la sobrietà degli anni '70 è l'ora di riscoprire l'intimo come arma di seduzione.
Pizzi e ricami, voile e tulle, giarrettiere, reggicalze e guepiere, è l'esplosione della lingerie sexy in tutte le sue espressioni.
Grazie a Kim Basinger la sottoveste scopre una seconda giovinezza, diventa un indumento sexy e provocante e accorciandosi sempre più arriverà fino ai giorni nostri.

I reggiseni sono l'emblema degli anni '90.
Il reggiseno, il capo intimo più complesso nella sua struttura, vede un'evoluzione straordinaria in questo periodo, nascono tantissimi modelli diversi per soddisfare qualsiasi tipo di esigenza.
E' l'epoca del Wonderbra, il reggiseno push up che evidenzia il seno spingendolo verso l'alto, lanciato dalla modella Eva Herzigova in una efficace campagna pubblicitaria.



Negli ultimi anni l'intimo donna ha continuato la sua evoluzione.
Ora l'intimo fa mostra di sè e appare dai vestiti, i più grossi stilisti creano intere collezioni e lo fanno sfilare in passerella come un qualsiasi capo di abbigliamento.

Durante il periodo longobardo, le mutande erano anche note come femoralia. La parola è riferita da Paolo Diacono. Alahis, duca di Trento, a un diacono che gli domanda udienza per trasmettergli un'ambasciata dall'Arcivescovo fa rispondere che può essere ammesso «si munda femoralia habet». Anticamente, le mutande erano un indumento tipicamente maschile, solitamente in lino e di lunghezza variabile a seconda della moda del periodo. Le donne solitamente non portavano mutande ma la camicia.
Nel 1500 braghesse larghe e lunghe fino al ginocchio furono a volte indossate in Italia, ma diventarono subito un indumento per le prostitute, pur essendo state introdotte - si dice - da Isabella d'Este.
Le mutande femminili entrarono nell'uso comune piuttosto tardi. All'inizio dell'Ottocento, diventarono, pur fra molte resistenze, parte della biancheria femminile: il modello era formato da lunghe brache tubolari accuratamente nascoste. Era vietato pure nominarle e le si chiamava tubi della decenza. Assieme alle mutande proliferò la biancheria intima, bianca e ornata di pizzo. Essa era tuttavia riservata soprattutto alle signore, e solo all'inizio del Novecento entrò anche nell'uso delle classi popolari. Quando cominciarono ad essere adottate più ampiamente non mancarono le critiche.
Durante l'Ottocento solo alle bambine era dato girare con la gonnella corta e le mutande bene in vista; si trattava di un primo tentativo di creare una moda infantile, che mai era esistita prima di allora. Coll'andar del secolo le mutande si accorciarono e arricciarono. Con l'avvento della celebrata donna fatale la biancheria assunse tonalità più erotiche, e addirittura le mutande si mostrarono, appaiate a calze nere, nello sfrenato ballo del can can. Negli anni 1920 le mutande diventarono corti pagliaccetti, per poi accorciarsi sempre di più fino agli anni Sessanta, quando la minigonna obbligò ad usare slip di piccola taglia. Sebbene questo indumento sia generalmente considerato necessario sia per gli uomini che per le donne, non tutti portano le mutande. In particolare le donne di spettacolo prefericono talvolta rinunciarvi specie sotto certi abiti da sera, per evitare che l'intimo risulti visibile.
Nel linguaggio moderno la mutanda assume anche significati metaforici, ad esempio l'espressione "mutanda in testa" indica il legame tra due componenti di una coppia che comporta l'impossibilità da parte di uno dei componenti di essa, a compiere azioni non gradite dal partner.
Le mutande hanno forme diverse a seconda che siano da uomo o da donna.
Le donne utilizzano più tipi di mutande (che nella loro versione femminile possono essere chiamate mutandine, indipendentemente dalle effettive dimensioni e dal modello):
lo slip (simile a quelli da uomo);
il tanga, uno slip estremamente sgambato, tanto da consistere, sui fianchi, in un semplice cordoncino o nastrino;
il perizoma, diverso dallo slip per il fatto di essere costituito, nella parte posteriore, da una strettissima striscia di tessuto (o in un cordoncino); una volta indossato l'indumento, la parte posteriore si posiziona all'interno dell'incavo tra le natiche e viene quindi totalmente nascosto, lasciando quindi le natiche quasi interamente nude;
la brasiliana, una via di mezzo tra slip e perizoma, caratterizzata dall'avere la parte posteriore costituita da un triangolo che copre solo una parte minima del deretano;
la culotte, uno slip piuttosto alto che copre tutto il sedere ed eventualmente una parte delle cosce; può svolgere una blanda funzione contenitiva.
esistono inoltre vari tipi di guaina (un indumento contenitivo destinato e modellare e contenere vita, addome e sedere) aventi foggia di mutandina, sia con gamba, sia sgambate; esse sono appunto dette guaina mutandina. Ad esempio la mutanda-guaina contenitiva da gravidanza.
Per gli uomini esistono i modelli di mutanda:
gli slip (sgambati);
i Boxer (a forma di pantaloncino, ma più attillati);
il sospensorio;
il perizoma;
le mutande di lana, che si distinguono, oltre che per il tessuto (la lana, appunto) anche per il fatto di scendere fino alle caviglie, indossate dai militari tra le mutande ed i pantaloni.




La parola deriva dal greco perì-zoma (dal verbo perizonnynai cingere attorno, composto a sua volta da perì "attorno" e zonnynai cingere), che indica una fascia che cingeva i fianchi e scendeva fino a coprire i genitali. In inglese il perizoma è indicato con la parola thong, che significa appunto cinturino, cinghia, laccio, ma anche correggia (un tipo di finimento per cavalli) o anche frustino. Un altro termine inglese per definire il perizoma, lemma che si sta diffondendo rapidamente anche in Italia, è string, il cui primo significato è corda. In effetti, nell'uso comune dei paesi anglosassoni il termine thong è particolarmente utilizzato per identificare un indumento simile, nella parte anteriore, ad uno slip molto sgambato, con le parti dei fianchi che si uniscono dietro formando un triangolo dal quale parte una striscia di stoffa che passa tra le natiche.
Con il termine string o g-string si indica invece un indumento ancora più succinto, in italiano indistintamente anche esso chiamato perizoma, con il pannello anteriore ridotto al minimo indispensabile per coprire il pube o solamente i genitali, mentre la parte posteriore è costituita da un cordoncino o un elastico che passa tra le natiche, e che si ricongiunge direttamente (in inglese indicato come modello "T-back") con l'elastico che cinge la vita oppure indirettamente attraverso un piccolissimo triangolino di stoffa (in inglese indicato come modello "Delta-back"). Esiste anche un modello che ha un sottilissimo elastico in vita che dietro si incunea direttamente tra le natiche congiungendosi con un elastico che passa attraverso la zona perineale e che apparentemente non si vede (in inglese indicato come modello "Y-back" oppure "V-string").
Altra cosa è invece l'indumento che in italiano generalmente viene definito con il termine brasiliana, dove le natiche sono parzialmente coperte (due lembi di stoffa coprono diagonalmente le due natiche ricongiungendosi poco prima del cavallo). Talvolta il perizoma viene definito anche, impropriamente, con le parole tanga (che si riferisce invece a una mutandina con parte posteriore di dimensioni normali, ma abbastanza sgambata da avere, sui fianchi, solo un sottile nastro o un cordoncino). Nei paesi ispanici è nato e si è diffuso uno spiritoso modo alternativo per chiamare il perizoma: filo interdentale, facente riferimento ovviamente alla tendenza dell'elastico posteriore a infilarsi attraverso l'incavo tra le natiche come il filo interdentale passa tra gli interstizi tra i denti.
Per le ridotte dimensioni e per la tendenza del perizoma a sottolineare alcune parti del corpo, esso è considerato normalmente un indumento particolarmente sexy. In effetti, per le sue caratteristiche di essenzialità, una volta indossato il perizoma si posiziona, posteriormente, nell'incavo tra le natiche, lasciando scoperta la quasi totalità del sedere. Questo può avere una valenza erotica sia per chi lo indossa, sia per chi lo osserva; le indagini sulle consumatrici dimostrano in effetti che esse scelgono generalmente il perizoma, a discapito della praticità, in quanto lo ritengono più valido da un punto di vista estetico, soprattutto quando vengono indossati indumenti attillati. Infatti è più difficile che esso possa essere notato sotto la gonna o i pantaloni.
Discordanti sono i pareri relativamente agli aspetti di praticità dell'indumento: la stragrande maggioranza delle donne dichiara che esso è molto meno confortevole di uno slip. Ciò è dovuto in particolare all'attrito che la striscia di tessuto posteriore genera continuamente contro la pelle della zona anale e genitale mentre l'indumento è indossato. Una parte di chi indossa abitualmente il perizoma lo ritiene invece pratico, una volta fatta l'abitudine, soprattutto perché consente loro di non preoccuparsi dell'aspetto che l'indumento assume sotto gli indumenti. Infine, una quota molto piccola delle consumatrici interpellate dichiara addirittura che tale sensazione di "sfregamento" può essere considerata di per sé piacevole.
Di certo si può dire che alcuni studi clinici effettuati su donne che indossano regolarmente perizoma hanno evidenziato, specialmente in associazione con filati non naturali (poliestere, poliammide, elastam), una maggior incidenza di patologie infiammatorie e, in qualche caso, di infezioni in zona anale, perianale e pubica rispetto a chi indossa regolarmente uno slip. L'orientamento clinico attuale è, pertanto, quello di sconsigliarne l'utilizzo quantomeno a donne con tendenza individualmente accertata a questo tipo di patologie, a donne che abbiano in corso una di esse, a donne in gravidanza o nei periodi mestruale e premestruale. Orientamento che, peraltro, risulta pochissimo seguito, stante il continuo aumento di donne che seguono la moda, indossando il perizoma, piuttosto che i consigli degli igienisti.
Nessuno studio di questo tipo condotto su uomini è noto ad oggi, sembra comunque che alcuni modelli di perizoma per uomo - perizoma con effetto push-up o anche i modelli che in lingua inglese sono chiamati "thong bulge" o "string bulge" (perizoma con sporgenza) oppure "thong 3D" - siano più consoni alle caratteristiche dei genitali maschili in quanto, a differenza degli slip che generalmente tendono a schiacciare e a comprimere la zona genitale, essi favoriscono la naturale posizione dei genitali stessi e la giusta temperatura per i testicoli idonea per la sopravvivenza degli spermatozoi.
Storicamente capi simili ai moderni perizoma venivano usati da molte popolazioni antiche. Nell'antico Egitto (Basso Egitto, I Dinastia) ne usavano uno di cotone, spesso in abbinamento ad una cintura; quello di schiavi, soldati e contadini era abbastanza semplice, più raffinato e ornato quello di giudici, sacerdoti e re. Nell'antica Grecia esso veniva usato dagli atleti o nei bagni termali. Esempi di diffusione del perizoma sono però presenti in numerose tribù primitive, in particolare modelli costruiti con pelle e/o fibre vegetali.
In tempi moderni ha iniziato a diffondersi in ambito femminile alla fine degli anni settanta, il perizoma maschile nella metà degli anni ottanta, anche se ad oggi l'uso da parte degli uomini è ancora abbastanza limitato, in Italia ancor meno che in altri paesi. Più che in altri paesi d'Europa per molti italiani il perizoma maschile è un indumento solamente per gay, al contrario esso è scelto dagli uomini sia etero che omosessuali. Gli uomini che lo apprezzano lo scelgono per la sua praticità, perché sostiene bene l'anatomia dei genitali e anche per una valenza erotica. Tra le donne esso è un indumento indubbiamente molto più diffuso. Quasi tutte le marche di abbigliamento intimo, sia femminile che maschile, ne propongono vari modelli e di fatto le statistiche di vendita hanno recentemente testimoniato un "sorpasso" in termini di popolarità rispetto a tutti gli altri modelli di mutandina.
Anche la parte inferiore di costumi da bagno due pezzi (bikini) può avere essere strutturata come un perizoma, finalizzato a facilitare un'abbronzatura quasi integrale; l'uso del perizoma da mare è, comunque, molto soggetto alle tendenze e ai flussi e reflussi della moda. In Italia il perizoma da mare non è ancora molto diffuso, soprattutto tra gli uomini in quanto legato, nell'immaginario di molti, alla cultura gay. In questi ultimi anni molte case di moda di costumi da bagno per donna si sono dedicate maggiormente al modello detto brasiliano.
Un altro tipo di perizoma è il "cache sex", esso coincide spesso con il modello che in inglese è chiamato "string". Il cache sex è formato da un solo cordoncino ai fianchi, un triangolo ridottissimo davanti appena sufficiente per coprire i genitali e da un altro cordoncino che si congiunge dietro passando attraverso la zona perineale. Il triangolino davanti può, in alcuni casi, avere anche la possibilità di essere regolato in larghezza attraverso una coulisse. Il cache sex è usato ad esempio dai modelli e dalle modelle per le pose di nudo artistico.
Esistono particolari modelli di body, sia per uomo che per donna, detti body-perizoma, che nella parte posteriore sono costruiti come un perizoma. Alcune versioni di body-perizoma sono molto ridotte tanto da lasciare completamente liberi i fianchi: dal triangolino dietro si diramano due strisce di stoffa, o due bretelle, che salgono su fino alle spalle per poi ricadere sul petto e riallacciarsi sulla parte davanti. Questo tipo di Body-perizoma viene chiamato anche Suspender e può essere sia da uomo che da donna (con coppe per il seno incluse o senza). Una variante per uomo è il modello Stola della Manstore: esso è costituito da un unico stretto triangolo che da dietro sale per tutto il centro della schiena fino ad allacciarsi al collo per poi ricadere con una sottile striscia di stoffa al centro del petto fino a coprire la zona genitale. Ultima variante, in senso cronologico, è il modello per uomo che in lingua inglese è definito "one side thong" ovvero "perizoma da un lato", esso lascia completamente libero un fianco poiché gli elastici che passano ai lati dell'inguine si dirigono entrambi verso un solo fianco per poi passare dietro tra le natiche.

La tradizione italiana segue anche l'usanza di vestire della biancheria intima rossa la sera di Capodanno. Si tratta di un modo per attirare i buoni auspici per il nuovo anno. Per il cenone dunque è d'obbligo un intimo color rosso sia per gli uomini che per le donne. Gli antichi romani lo indossavano come simbolo di sangue e guerra per allontanare la paura. Oggi è diventato un auspicio di fortuna per il nuovo anno.


LEGGI ANCHE : http://asiamicky.blogspot.it/2015/07/la-val-paisco.html




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