L'Abete rosso o Peccio è originario delle zone di clima boreale dell'Europa, dalle Alpi Marittime attraverso l'Europa centro-settentrionale fino agli Urali. In Italia si incontrano bellissime peccete lungo tutto l'arco alpino.
Alto fino a 60 metri, con tronco diritto e chioma conica relativamente stretta. Il portamento può comunque differenziarsi in base all'altitudine, essendo questa una specie caratterizzata da un certo polimorfismo: la chioma, infatti, può assumere una forma più espansa alle quote alpine più basse, mentre tende a divenire più stretta a quote maggiori (per contenere i danni provocati dalla neve).
La corteccia è sottile e rossastra (da quest'ultima caratteristica deriva il nome comune dell'albero); con l'età diviene bruno-grigiastra e si divide in placche rotondeggianti o quasi rettangolari (di circa 1–2 cm).
Le foglie sono costituite da aghi appuntiti, a sezione quadrangolare, lunghi fino a circa 2,5 cm, inseriti su cuscinetti in rilievo posti tutto intorno al rametto, con tendenza a disporsi su un piano orizzontale.
I fiori, meglio indicati come sporofilli, maturano in aprile-maggio.
Macrosporofilli: formano coni sessili nella parte apicale dei rami, riuniti in genere in 3-4, appaiono dapprima eretti poi penduli. Sono i fiori femminili, che dopo l'impollinazione danno origine agli strobili, detti comunemente pigne.
Microsporofilli: formano coni lunghi 1 cm all'estremità dei rami dell'anno precedente, nella parte superiore della chioma. Sono i fiori maschili, generalmente si sviluppano alla base dei coni femminili.
Gli strobili, comunemente detti "pigne", sono cilindrici, penduli, lunghi 10–20 cm e larghi 2–4 cm, dapprima di color verde o rossiccio, poi marroni (in autunno). Cadono interi a maturità. La fruttificazione è tardiva (20-50 anni).
Utilizzatissimo per impieghi silvicolturali e come albero ornamentale. In Italia è presente allo stato spontaneo sulle Alpi dalla Liguria (con un nucleo relitto in alta Val Tanarello) alle Alpi Giulie, ne sono conosciuti anche alcuni popolamenti relitti nell'Appennino Tosco-Emiliano (valle del Sestaione presso il Passo dell'Abetone), altrove il peccio è stato diffusamente coltivato per rimboschimenti. Nell'arco alpino l'abete rosso forma boschi di notevole estensione solo a partire dalla sezione nord-occidentale delle Alpi Marittime (Vallone del Boréon), ma fino alla Valle d'Aosta è spesso subordinato all'abete bianco nell'orizzonte montano e al larice in quello subalpino. Le peccete si estendono maggiormente nelle Alpi centrali ed orientali, dove questa specie approfitta di condizioni climatiche per essa ideali, soprattutto estive (caldo moderato e precipitazioni regolari nel trimestre estivo), fattori climatici che nei settori alpini orientali appaiono maggiormente distribuiti.
Sulle Alpi è specie tipica dell'orizzonte montano medio e superiore e di quello subalpino inferiore, trovando condizioni climatiche ottimali tra i 1200 e i 1800 m di altitudine, anche se in condizioni particolari può scendere fino a soli 600–800 m di altitudine, come nel Tarvisiano, oppure risalire fino a 2100–2200 m, come in alcune località dell'Alta Valtellina (Bormio).
Il legno di questo peccio ha ottime proprietà di amplificazione del suono e, per questa ragione, viene utilizzato nella costruzione delle tavole armoniche degli strumenti a corda.
Il riferimento generico all'abete rosso va specificato, facendo riferimento preferibilmente all'abete rosso "di risonanza", così chiamato per le sue caratteristiche acustiche, che risultano ottimali per detti strumenti. Esso è un particolare tipo di abete rosso (spesso designato, commercialmente e in liuteria, col termine "abete maschio"), il cui legno presenta anomalie di accrescimento degli anelli annuali (cosiddette "maschiature") e da secoli viene ricercato dai liutai e costruttori per realizzare la tavola armonica di svariati strumenti musicali a corda, tra i quali strumenti ad arco (violini, viole, violoncelli...) nonché clavicembali, pianoforti, chitarre classiche. La distribuzione di questo "albero che canta" è limitata a poche zone europee.
Si ritiene che numerosi strumenti musicali, anche di illustri liutai dei secoli scorsi, siano stati costruiti con il legname di risonanza della Val di Fiemme e della foresta di Paneveggio in provincia di Trento, nonché della Val Canale e del Tarvisiano in provincia di Udine. Antonio Stradivari, per i suoi straordinari violini, si riforniva presso la Magnifica Comunità di Fiemme. Attualmente, famose case costruttrici di pianoforti da concerto di alta gamma (quali, ad esempio, Bechstein, Blüthner, Fazioli) utilizzano per i loro strumenti tavole armoniche realizzate con abete di risonanza della Val di Fiemme.
Questo albero è, inoltre, riscontrabile solo in alcuni distretti alpini della Germania, mentre è assente in Austria. Recentemente la suddescritta caratteristica negli abeti rossi è stata scoperta anche in Valle di Ledro, sul monte Tremalzo, dove è in atto uno studio più approfondito.
Il Corpo Forestale dello Stato ha condotto un censimento sugli alberi monumentali d'Italia, nel quale viene segnalato un grande abete rosso a Bagni di Mezzo di San Pancrazio: è alto 45 m e ha una circonferenza di 4,8 m.
L'abete rosso, a differenza del larice, è una specie simbionte del fungo porcino (Boletus edulis).
Dalla distillazione della resina dell'abete rosso si ricava la trementina (acquaragia). La stessa resina si usa anche per produrre il nerofumo. Dalla corteccia si estraggono tannini, usati per la concia delle pelli.
Inoltre, l'abete rosso è una delle piante più longeve al mondo. In particolare, un esemplare clonale scoperto in Svezia nel 2004 e datato al carbonio da Leif Kullman, botanico all'università di Umeå in Svezia, avrebbe ben 9550 anni, risultando così l'organismo vivente clonale più anziano del pianeta. È stato battezzato Old Tjikko.
E' un'essenza di grande impiego forestale e tecnico. Il suo legno di ottima qualità, bianco-giallastro, tenero, viene utilizzato soprattutto nel settore edilizio.
Dalla resina si ricava la trementina impiegata nell'industria di vernici e in cosmetica.
E' una specie preziosa per i rimboschimenti, è facilmente coltivabile in vivaio ed attecchisce egregiamente in bosco. Svolge una sensibile azione di regimazione delle precipitazioni, grazie all'acqua intercettata dalla chioma. E' utile, quando piantato a gruppi, per interrompere la continuità del manto nevoso e scongiurare il rischio di valanghe. Viene però travolto facilmente una volta che la massa di neve si è staccata. Vista la produttività media tutt'altro che trascurabile, 500 - 600mc ad ettaro, altezze medie di 30 - 35m, anche dal punto di vista produttivo questa specie riveste un ruolo importante. Per cercare di favorire la rinnovazione naturale, si applicano diversi metodi di taglio. Tuttavia spesso occorrono integrazioni artificiali di piante coltivate in vivaio.
Il taglio a strisce è tipico dell'Austria e del Sud Tirolo, si effettua lungo le linee di massima pendenza, per una larghezza di 40m e lunghezza 80 - 110m, andando ad asportare un'area totale di 0,20 - 0.30 ha.
Nel taglio raso a buche si praticano tagliate dal diametro di 1,5 - 2 volte l'altezza degli alberi.
Il taglio a Fratte è un taglio raso di 1 - 3 ettari di forma rettangolare. Dopo alcuni anni viene effettuata la rinnovazione artificiale. E' stato il metodo tradizionale della Val di Fiemme, oggi non più praticato per motivi estetici, può essere effettua ancora oggi in luoghi di minima rilevanza paesaggistica.
La fondamentale proprietà di questa pianta è quella di alleviare i disturbi delle vie respiratorie. È efficace come anticatarrale e disinfettante delle vie urinarie. Per l'uso esterno si sfruttano le proprietà antisettiche e rubefacenti: le prime ne fanno un efficace deodorante ed antisettico cutaneo; le seconde un ottimo stimolante della circolazione sanguigna valido nei reumatismi.
Per uso interno la medicina popolare utilizzava le gemme in decotto per disturbi respiratori, i rametti e le foglie,sempre in decotto, per disturbi alle vie urinarie e contro i reumatismi.
Le gemme, i rametti e le foglie in decotto,per uso esterno,per attivare la circolazione cutanea, disinfettare e deodorare.
L'olio essenziale è utilizzato per massaggi esterni, contro i dolori reumatici, e per massaggi toracici nelle forme catarrali croniche dell'apparato respiratorio (proprietà secretolitiche ed antisettiche). Il gemmoderivato di Abete bianco è indicato nei ritardi e nei deficit del consolidamento osseo (in caso di rachitismo, fratture ossee e ritardi del loro consolidamento, disturbi della dentizione, carie, paradontosi, osteoporosi giovanile e dell'anziano, carenze alimentari di calcio degli adulti e casi di decalcificazione).
Associazioni e rimedi complementari
Affezioni catarrali dell'apparato respiratorio: associazione di abete con rosa canina nelle rinofaringiti, tracheobronchiti, sinusiti, tonsilliti, adenoidi, otiti e nei ritardi staturo-ponderali.
Affezioni a livello osseo: con Betulla nei casi di ritardi staturo-ponderali, fratture, osteocondriti giovanili, rachitismo; con Betulla e quercia nei casi di carie dentaria.
L'olio essenziale di abete può essere responsabile di irritazioni cutanee e di bronscospasmo. Possibili reazioni irritative o allergiche locali o sistemiche. Si sconsiglia l'uso per via orale. L'abete risulta controindicato in caso di asma bronchiale e pertosse.
L'unguento di abete rosso completamente naturale contiene vera resina di abete rosso sotto forma di unguento naturale, olio d'oliva estratto a freddo, olio di palma, cera d'api, oli essenziali di eucalipto naturali e un'aggiunta di vitamina E. L'unguento non contiene aromi artificiali, coloranti, conservanti e paraffina.
I preparati a base di resina d'abete rosso vengono usati già da molti anni nella medicina popolare tradizionale per trattare una varietà di lesioni cutanee (ferite), infiammazioni e dolori muscolari e articolari. È scientificamente provato che la resina di abete rosso è dotata di proprietà antibatteriche.
L'unguento è di colore marrone con un odore caratteristico di resina. L'unguento di abete rosso è un prodotto naturale, senza aggiunta di conservanti, coloranti. L'unguento di abete rosso contiene principi attivi con proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Inoltre facilita la riparazione dei tessuti e la guarigione delle ferite.
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