martedì 21 luglio 2015

LA MOSCA



La mosca domestica è un insetto cosmopolita che vive in associazione con l’uomo, all’esterno e all’interno delle abitazioni. Non morde e non punge e rompe le scatole, ma si comporta da commensale e si nutre di cibi liquidi che aspira con la sua proboscide. Gli adulti trascorrono l’inverno in rifugi ben riparati, dai quali escono in marzo. Le femmine fecondate depongono circa 150 uova su sostanze di origine animale o vegetale, anche in decomposizione, e sugli escrementi, ove le larve si nutrono e si sviluppano; al momento di trasformarsi in pupe si portano nel terreno. Nelle regioni europee la mosca domestica può avere fino a 5 generazioni all’anno, visto che una decina di giorni le sono sufficienti per passare dallo stadio di larva a quello di individuo adulto, in grado a sua volta di riprodursi. Può essere un importante vettore di vari germi patogeni (dalla tubercolosi alla dissenteria), di vermi intestinali e amebe, dal momento che si posa sui più disparati materiali infetti e poi sui cibi e sulle stoviglie.

La mosca domestica si è evoluta all'inizio dell'Era cenozoica, circa 65 milioni di anni fa. Si pensa che questa specie abbia avuto origine nella regione paleartica, in particolare nel Medio Oriente. Data la loro stretta relazione commensalistica con la specie umana, le mosche probabilmente devono la loro diffusione su scala mondiale a movimenti di co-migrazione con l'uomo.

Nei climi più freddi le mosche domestiche sopravvivono solamente se vivono con l'uomo. Hanno la tendenza ad aggregarsi e risultano difficili da cacciare via. Sono capaci di trasportare più di 100 agenti patogeni responsabili di malattie come tifo, colera, salmonellosi, shigellosi, tubercolosi, antrace, infezioni degli occhi e vermi endoparassiti. Nelle regioni più povere e con scarso livello di igiene le mosche sono tra i principali vettori di malattie. Alcuni ceppi hanno sviluppato resistenza ai più comuni insetticidi.

La mosca domestica si nutre di sostanze liquide o semi-liquide oltre a materiali organici solidi che ha pretrattato con la sua saliva o vomito. A causa della grande quantità di cibo che ingerisce quotidianamente, essa deposita feci in maniera praticamente costante e questo è uno dei fattori che rende questo insetto un vettore di patogeni nefasto e molto pericoloso.
La mosca domestica è un insetto dell'ordine dei Ditteri, appartenente alla famiglia dei Muscidi.

È in grado di riprodursi con estrema facilità sia per la capacità di deporre le uova all'interno di qualsiasi materiale di natura biologica in decomposizione, sia per la velocità con cui le larve raggiungono lo stato di individuo adulto, diventando a loro volta capaci di riprodursi: circa dieci giorni. La sua vita, in condizioni ottimali di cibo e ambiente, è di circa 8-10 giorni durante i quali è in grado di deporre fino a 1000 uova (500 alla volta, in gruppi da 150-200 ciascuno, ogni 3-4 giorni).



L'insetto adulto usa una proboscide raspante per nutrirsi. I cibi solidi vengono prima cosparsi di saliva per essere sciolti e poi succhiati con la proboscide stessa. Sebbene siano mosche domestiche, generalmente confinate alle abitazioni umane, questi insetti possono volare per alcuni chilometri dal luogo in cui sono nate. Sono attive solo durante le ore diurne e di notte riposano negli angoli delle stanze o sospese al soffitto.


La larva della Mosca domestica misura dai 9,5 ai 19,1 millimetri.
L'identificazione delle larve usa una classificazione per stadi. Nel primo stadio la larva è lunga 2-5 mm; nel secondo stadio 6-14 mm; nel terzo stadio 15-20 mm. Rispettivamente queste fasi vengono raggiunte in circa 2-3 giorni, 3-4 giorni e 4-6 giorni (per le mosche domestiche) dalla deposizione delle uova.

Per antonomasia si associa il nome di mosca alla "mosca domestica" (Musca domestica), dittero cosmopolita e ubiquitario, comune in tutti gli ambienti frequentati dall'Uomo, aperti o chiusi. La stretta relazione di commensalismo che lega la mosca domestica all'uomo ne rende familiare sia l'aspetto esteriore sia il comportamento. Per estensione si tende spesso ad associare il termine "mosca" a qualsiasi dittero che più o meno vagamente possa ricordare la mosca domestica nel comportamento e, soprattutto, nell'aspetto.

Nel linguaggio comune, l'uso appropriato del termine è correlato alla capacità di percepire in modo consapevole le differenze morfologiche ed etologiche che intercorrono tra la mosca domestica e un qualsiasi altro dittero. Gli stessi esperti, almeno nel linguaggio informale, indicano con il nome di mosca non solo la specie Musca domestica, ma anche le specie del genere Musca e, per estensione, quelle della famiglia Muscidae. L'uso frequente di questa estensione, fra gli specialisti, comporta la necessità di aggiungere l'aggettivo "domestico" quando in genere si fa specifico riferimento alla M. domestica.

Nei profani, la capacità di percepire le specificità morfologiche ed etologiche nell'ambito dei ditteri si riduce e aumentano perciò i contesti in cui il termine "mosca" è usato in senso esteso e più o meno inappropriato, fino a comprendere tutti i ditteri che, per vaga somiglianza e per dimensioni, ricordano la mosca domestica. In questi casi il termine è, a rigore, sinonimo di "dittero muscoide" e fa riferimento ad un qualsiasi dittero che nell'immediata percezione non è riconducibile ad una zanzara o ad un moscerino o che, comunque, non presenta particolari specificità morfologiche. Ad esempio, la percezione di una marcata differenza delle dimensioni, comporta l'uso comune del termine moscone per indicare i ditteri muscoidi di grandi dimensioni, come ad esempio i Sarcofagidi, e l'uso comune del termine moscerino per indicare non solo i Nematoceri ma anche i ditteri muscoidi di piccole dimensioni, come ad esempio i Drosofilidi. La percezione di marcate differenze nella pigmentazione comporta differenti approcci. Ad esempio, l'aposematismo e l'etologia che caratterizzano i Sirfidi, difficilmente li porta ad essere associati alla mosca propriamente detta, pur avendo molte specie un aspetto muscoide, poiché ad un'osservazione non attenta sono facilmente scambiati dagli inesperti per imenotteri apoidei. Al contrario, nel caso delle Lucilia (Diptera: Calliphoridae), la percezione della morfologia prevale su quella cromatica nonostante i caratteristici colori metallici le rendano facilmente riconoscibili; questi insetti sono infatti associati alle mosche e nel linguaggio comune ci si limita per lo più ad aggiungere un aggettivo che specifica il colore.



In araldica, l'insistenza, tipica della mosca, nel molestare gli altri esseri, è stata sublimata in tenacia in battaglia e con tale significato compare come elemento decorativo dei blasoni. La mosca araldica è generalmente rappresentata rampante, ovvero con la testa rivolta verso l'alto.

In astronomia, la Mosca è una delle dodici costellazioni introdotte da Petrus Plancius nel XVI secolo. Originariamente rappresentava un'ape verso cui il Camaleonte protendeva la propria lingua. Nel XVIII secolo Nicolas Louis de Lacaille la ribattezzò Mosca Australe. L'aggettivo cadde in disuso quando fu soppressa la costellazione della Mosca Boreale.

La mosca, in quanto insetto di minuscole dimensioni, viene talvolta impiegata in denominazioni metaforiche che fanno allusione alla piccolezza e/o alla leggerezza.

In ambito biologico, "uccello-mosca" è una denominazione corrente dei colibrì, una famiglia di uccelli dalle dimensioni estremamente ridotte (il colibrì di Elena Mellisuga helenae, che ne fa parte, è il più piccolo uccello vivente). Analogamente, nella boxe, la categoria dei pesi mosca è quella col limite di peso più basso (almeno nella European Boxing Union).

Il nome di una divinità filistea adorata in epoca biblica nella città di Ekron, ovvero il dio Belzebù, significa letteralmente "Signore delle Mosche".

Secondo una leggenda metropolitana particolarmente diffusa nel nord Italia e non basata su ricerche scientifiche, affiggere un cartello con scritto in nero a caratteri grandi il numero 58 terrebbe lontano le mosche. Tale tesi si basa sulla presupposizione che l'insetto vedrebbe nel cartello il pericolo di una ragnatela, tenendosi quindi a distanza.

Eliminare le mosche può diventare un problema molto serio. Le mosche sono insetti portatori di malattie e devono essere eliminate ogni qual volta si presentano. Nei climi caldi le Mosche riescono a moltiplicarsi in  2-3 settimane, soprattutto se trovano il modo di approvvigionarsi. Ecco perché bisogna eliminare le mosche quanto prima, anche l'accidentale ingestione di uova di Mosca può provocare mal di stomaco.

Questi insetti sono in grado di percepire anche il più piccolo movimento nelle correnti d’aria, per questo motivo eliminare le mosche può risultare assai difficoltoso. Tra gli esemplari di questi insetti più difficili da eliminare vi è la mosca cavallina: una Mosca cavallina riesce a perforare la pelle ed infliggere un colpo doloroso agli esseri umani. Diventa fondamentale liberarsi di questi esemplari, soprattutto in prossimità di stalle e depositi.

La situazione di invasione di questi insetti non sembra allarmare più di tanto, si possono mettere in pratica alcune trappole del tutto naturali per allontanare ed eliminare le mosche, nel dettaglio:

- si possono adoperare delle foglie di alloro, mentuccia, eucalipto o chiodi di garofano, da riporre dentro una borsa di mussola da distribuire tutte intorno alla casa. Si possono scuotere e colpire in modo da rilasciare l’essenza;
- si può invece, utilizzare del comune basilico dolce in un piccolo contenitore nella cucina o accanto a possibili fonti di alimentazione, come le ciotole contenenti i pasti degli animali domestici;
- utilizzando qualche goccia di olio di eucalipto, distribuito in oggetti o gomitoli di cotone, si terrano ugualmente lontane le mosche dalle proprie abitazioni.

La mosca è un insetto alquanto fastidioso. Cosa significa quindi sognare di vedere mosche che ci girano intorno o che si posano da qualche parte sul nostro corpo oppure che si posano nel cibo che magari stiamo per mangiare ? Vedere in sogno mosche vive o morte oppure che volano o addirittura che lasciano le uova ? Sognare insetti come mosche ed api o vespe ci riporta spesso a situazioni che possono provacarci problemi, a persone che possono essere un notevole blocco per noi.

Un tempo la mosca era considerata la reincarnazione delle anime che, non trovando pace, venivano a trovarci nella realtà. Per questo motivo la mosca nei sogni, per alcuni, indica un defunto che viene a farci visita, magari per avvisarci riguardo qualcosa. Ma studi onirici più approfonditi hanno potuto verificare che, statisticamente, sognare una mosca, è indice di una situazione che ci disturba nella realtà. Così come una mosca nella vita reale ci da fastidio e non la sopportiamo, soprattutto quando si posa sulle nostre cose, così in sogno, essa indica una situazione che non sopportiamo, a volte una persona che, con il suo comportamento, ci disturba. E se le mosche in sogno sono più d'una e volano unite ?

In questo caso quello che ci opprime è molto importante. La situazione nella vita reale che non riusciamo a sbrigliare è molto grande, a meno che, in sogno, riusciamo ad uccidere le mosche. In questo caso potremmo liberarci anche nella realtà. Ma attenzione che una mosca può anche partorire larve e se la vediamo in questo atteggiamento in sogno, allora dobbiamo senz'altro stare attenti perchè verranno situazioni che ci porteranno parecchio disagio.

Se poi la mosca si posa sul cibo che stiamo per assaporare in sogno, allora significa che non siamo in grado di recuperare energie proprio a causa di situazioni oppressive.

Una mosca bianca è, secondo una comune metafora della lingua italiana, una persona o un oggetto con caratteristiche particolari rispetto ai suoi simili, che lo rendono un caso estremamente raro.

L'espressione si riferisce al fatto che le mosche comuni sono nere o di colore scuro e vederne una bianca sarebbe un fatto straordinario.

In molte antiche culture le mosche erano considerate esseri imperfetti che si generavano dalla corruzione e che si diffondevano ovunque portando malattie e contaminando i cibi.
Soprattutto in Oriente questi insetti erano (e sono) una vera calamità.
Nel suo rituale magico Zoroastro incarna in una diavolessa, di nome Nasu, la mosca; simbolo della putrefazione anche perché è sempre accanto ai cadaveri. Però altre creature – figlie di Ormazd il bene – sono quegli animali, uccelli o cani che si nutrono di cadaveri: basta una sola occhiata di questi animali perché Nasu sia sconfitta.

Zoroastro ha lasciato un rituale da eseguire sui cadaveri per scacciare con la diavolessa mosca ogni impurità.
Un rituale che in molti punti assomiglia agli esorcismi cristiani per liberare da Satana un indemoniato.
Le stesse credenze erano vive un pò in tutto l’Oriente.

A Canaan si adorava Beelzebub, che significa appunto “Signore delle mosche”: un nome che è rimasto nella demonologia seguente, a impersonificare lo stesso signore dell’inferno e il capo di tutte le schiere demoniache. Per avere idea dell’importanza di Beelzebub basti dire che, secondo il Cristianesimo medievale, egli comanda la bellezza di 6.666 demoni. Nella città di Canaan, il tempio dedicato a Beelzebub era l’unico luogo ove non vi fossero mai mosche. Le mosche si trovano in tutto l’arco della storia della magia. Nel 1600 una indemoniata a Laon, fu esorcizzata e il Maligno fuggì da lei uscendone dalla bocca sotto forma di mosca.

Il fatto fu narrato, con testimonianze di vari notabili che assistevano, dal primo consigliere del re di Francia (nonché esperto occultista e demonologo, 1550-1634) , Pierre Le Loyer.
Nelle credenze magiche del Cristianesimo alla mosca si unirono molti atri insetti che rappresentavano forze paranormali o entità malefiche. Le streghe inglesi allattavano questi insetti, che potevano essere anche giganteschi, come la mosca enorme che punse il re dei Longobardi, Cuniberto.
Il mostro fu cacciato dalle guardie ma fuggì: di esso non rimase che una sola, enorme zampa.



In passato i marinai si tatuavano una mosca sulla punta del pene per simboleggiare la mancanza di attività sessuale durante le lunghe attraversate in mare.




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