Il football americano non è disciplina olimpica, ma quest'attività atletica è nel programma dei World Games.
Le radici del football americano possono essere fatte risalire alle prime versioni del rugby e del calcio, i quali sono a sua volta derivazioni di alcuni giochi con il pallone giocati in Gran Bretagna nella metà del XIX secolo e nei quali lo scopo era quello di calciare il pallone dentro una porta, oppure di correre con il pallone in mano oltre una linea.
Il football americano può comunque essere considerato come un più diretto discendente del rugby, dal quale si è "separato" grazie alle regole elaborate da Walter Camp, studente diplomatosi presso la Yale University e tradizionalmente considerato come il "padre del football americano". Fra le regole create da Camp si possono citare l'introduzione della line of scrimmage e le regole che determinano l'avanzamento di una squadra con il sistema dei down. A cavallo fra XIX e XX secolo il gioco continua a svilupparsi grazie agli allenatori dei diversi college americani (come Eddie Cochems, Amos Alonzo Stagg, Knute Rockne e Glenn "Pop" Warner) che cominciano a sfruttare l'appena introdotta regola che dà la possibilità di passare la palla in avanti. Nella prima metà del XX secolo, le regole del football americano si fissano con l'affermarsi e la popolarità del college football. I Bowl games, una tradizione del college football, attraggono sempre più attenzione nei confronti delle squadre dei diversi college americani. Ancora ad oggi, il football universitario è molto seguito anche grazie alla presenza di feroci rivalità fra i diversi college sparsi per tutta la nazione.
Le origini del football americano professionistico possono essere fatte risalire al 1892, anno in cui William "Pudge" Heffelfinger firma un contratto di 500 dollari per giocare una partita con la squadra della Allegheny Athletic Association contro la selezione del Pittsburgh Athletic Club. Nel 1920 nasce l'American Professional Football Association, che due anni più tardi diventa National Football League (NFL) e che diventerà la principale lega professionistica di football americano. Da uno sport sviluppatosi prevalentemente nelle città industriali del Midwest degli Stati Uniti, il football americano professionistico è infine diventato un fenomeno di livello nazionale. La crescente popolarità del football si fa risalire solitamente alla finale del campionato NFL del 1958, una partita che viene soprannominata come "The Greatest Game Ever Played" (letteralmente, "la più grande partita mai giocata"). Nel 1960 nasce una lega rivale alla NFL, la American Football League (AFL). Il successo di quest'ultima lega costrinse la più antica NFL ad accettare l'unione e la creazione dell'evento sportivo americano più famoso, il Super Bowl.
Fino a questo momento ogni partita si svolge secondo le regole decise dalla squadra di casa. Il 20 ottobre 1873, presso il Fifth Avenue Hotel di New York, i rappresentanti dei college di Yale, Columbia, Princeton e Rutgers si riuniscono per fissare un regolamento valido per ogni partita. Il regolamento concordato risulta più vicino al calcio che al rugby.
A rimanere fuori dall'accordo è il college di Harvard, che continua a praticare il "Boston game", il quale (come si è detto) è più ispirato al rugby. Nonostante le difficoltà ad organizzare partite contro altri college, Harvard riesce a concordare una doppia sfida contro la McGill University di Montreal da disputare a Cambridge (sede dell'università di Harvard). La prima partita viene giocata il 14 maggio 1874 secondo il regolamento "Boston game" e impiegando un pallone sferico: Harvard risulta la vincitrice con il punteggio di 3-0. Il giorno successivo si gioca la seconda partita con regole stabilite dalla squadra ospite e dove viene impiegata una palla oblunga: partita finisce 0-0. Il doppio scontro rappresenta un importante momento per lo sviluppo del football americano attuale.
Harvard è fortemente influenzata dal rugby e nelle sue regole inserisce il concetto di meta, che ai tempi non era ancora usato in questa nuova disciplina. La meta si evolverà successivamente nel touchdown. Alla fine del 1874 Harvard restituisce la visita alla McGill in una sfida di rugby: Harvard esce vincitrice dall'incontro con il risultato di 3-0. L'anno successivo, e precisamente il 4 giugno 1875, Harvard sfida la selezione della Tufts University con regole simili a quelle utilizzate nell'ultima sfida a Montreal dell'anno precedente: Harvard ne esce sconfitta per 1-0. Il 13 novembre del 1875 si gioca per la prima volta quella che poi prenderà il nome tradizionale di "The Game" ("la partita"): Harvard contro Yale. Per disputare l'incontro vengono stipulate delle particolari regole ("Concessionary Rules"), che stabiliscono una variante del rugby. Yale esce sconfitta con il risultato di 4-0 a favore di Harvard, ma vi è piena soddisfazione per il tipo di gioco e le regole che si sono venute a creare. Alla partita assistono alcuni studenti di Princeton, i quali portano a casa anche loro il nuovo regolamento.
Il 23 novembre 1876 i rappresentanti dei college di Harvard, Yale, Princeton e Columbia si incontrano alla Massasoit House di Springfield (Massachusetts) allo scopo di fissare un nuovo codice di regole ispirato al set regolamentare stabilito per la sfida del 1874 fra Harvard e McGill. La fonte di ispirazione principale del nuovo regolamento è quello previsto dalla Rugby Football Union inglese, anche se con una importante differenza: il modo principale per portare a casa un punto è quello di segnare un touchdown, invece che segnare in porta (un cambiamento in questo senso si avrà anche nel rugby). Alla conclusione dell'incontro tre college - Harvard, Columbia e Princeton - fondano la Intercollegiate Football Association. Yale rimane fuori dall'associazione fino al 1879 a causa di un disaccordo sul numero di giocatori per squadra.
Walter Camp è largamente considerato come la figura più importante per lo sviluppo del football americano. Da ragazzo Camp eccelle in diversi sport, fra cui atletica, baseball e calcio; dopo essersi iscritto a Yale nel 1876, continua ad accumulare successi sportivi in ogni disciplina.
Negli incontri successivi alla Massasoit House con i rappresentanti degli altri college, Camp diventa un protagonista. Non soddisfatto con un regolamento che a lui ricordava troppo le mischie violente degli anni passati, nel primo incontro a cui partecipa, nel 1878, propone la riduzione di ogni squadra in campo da 15 a 11 elementi. La proposta viene rigettata dagli altri college in quell'incontro, ma soltanto due anni dopo (nel 1880) la modifica riceve l'avallo degli altri rappresentanti. L'effetto che si ottiene in campo è un evidente allargamento degli spazi in campo, con una maggiore enfatizzazione della velocità dei giocatori rispetto alla potenza muscolare. Sempre nello stesso incontro del 1880 passano anche altre due modifiche al regolamento proposte da Camp: la creazione della linea di scrimmage e l'introduzione dello snap, cioè il passaggio del pallone dal center al quarterback ad ogni inizio azione. In origine lo snap viene eseguito con il tallone del piede; soltanto in un secondo periodo si prevede la possibilità di effettuare lo snap con le mani, consentendo sia un vero e proprio passaggio che una consegna del pallone direttamente nelle mani del quarterback.
L'introduzione della linea di scrimmage è una vera e propria rivoluzione per il gioco, anche se non voluta. Soprattutto la squadra di Princeton comincia ad utilizzare la nuova introduzione regolamentare per rallentare il ritmo del gioco, interpretando le proprie partite come un lento avvicinamento ad ogni down verso la end zone avversaria. Invece che aumentare il numero delle segnature, come era nelle intenzioni di Camp, la nuova regola venne sfruttata per mantenere il controllo del pallone per tutta la durata della partita: il risultato che si ha sono partite lente e poco divertenti. Nell'incontro del 1882, Camp propone un nuovo cambio regolamentare: la squadra in possesso del pallone è obbligata a guadagnare almeno 5 iarde in 3 down. Si deve a questa modifica del regolamento la nascita effettiva del football americano, provocando il distacco definitivo di questa disciplina dal rugby e dal calcio.
Walter Camp è stato determinante anche per altre decisive introduzioni regolamentari che hanno dato la struttura definitiva al football americano. Nel 1881 viene ridotta la dimensione del campo da gioco alle sue dimensioni odierne: 120 iarde di lunghezza e 53,33 iarde di larghezza (109,7 metri per 48,8 metri). Nel 1883 Camp ha provato più volte a far modificare anche il sistema di punteggio, ottenendo che un touchdown valesse 4 punti, 2 punti per un calcio seguente ad un touchdown segnato, 2 punti per una safety (cioè il placcaggio di un giocatore avversario in possesso del pallone all'interno della end zone di quest'ultimo), e 5 punti per un calcio piazzato. Nel 1887 viene stabilito il tempo regolamentare della partita (45 minuti per ognuna delle due frazioni di gioco) e viene introdotto l'obbligo di presenza di un duo arbitrale stipendiato. Nel 1888 viene concesso il placcaggio al di sotto della vita, mentre nel 1889 vengono introdotti l'uso dei fischietti per gli arbitri e del cronometro.
Dopo aver lasciato il college di Yale nel 1882, Walter Camp viene assunto dalla New Haven Clock Company, per cui lavora fino alla sua morte nel 1925. Ma anche se non più giocatore, Camp continua a partecipare alle riunioni annuali per le modifiche regolamentari. Alla fine di ogni campionato, lo stesso Camp nomina i migliori giocatori inserendoli nella selezione All-American. Selezione che ancora oggi viene effettuata dalla Walter Camp Football Foundation.
Sin dall'inizio della sua storia, il football è uno sport violento. Nel 1894 la sfida fra Harvard e Yale vede ben 4 giocatori infortunatisi gravemente (un match che passerà alla storia come "il bagno di sangue di Hampden Park"), portando alla decisione di non rigiocare la sfida fino al 1897. Per ragioni simili anche la rivalità fra Army e Navy viene sospesa dal 1894 fino al 1898. Una delle cause principali dei numerosi infortuni è la popolarità di formazioni offensive come la "flying wedge", uno schieramento a cuneo dove un gran numero di giocatori d'attacco si posizionano uniti per sfondare la formazione difensiva, schierata specularmente. Il risultato sono numerosi scontri che spesso portano a gravi infortuni e qualche volta alla morte. Fa molto scalpore la morte del fullback di Georgia Richard Von Albade Gammon a seguito dei traumi celebrali ricevuti nella sfida contro Virginia del 1897.
La situazione e le polemiche esplodono nel 1905, quando in tutto il territorio nazionale si riscontrano in totale 19 decessi fra i giocatori di football per scontri durante le partite. Il presidente degli Stati Uniti Theodore Roosevelt minaccia seriamente di vietare il gioco se non dovessero esserci modifiche regolamentari per evitare questi episodi luttuosi. Tuttavia la versione secondo cui vi siano state delle minacce di divieto del football proprio dal presidente Roosevelt viene contestata da diversi storici dello sport. Quello che è sicuramente certo è che il 9 ottobre 1905 Roosevelt convoca un incontro con i rappresentanti di Harvard, Yale e Princeton. Durante l'incontro Roosevelt non minaccia il divieto (dato che è sprovvisto di tale potere, oltre che essere un appassionato di questo sport dato che i suoi figli sono giocatori di football), bensì chiede ai rappresentanti convocati di modificare il regolamento per ridurre gli infortuni.
Nel frattempo John H. Outland organizza una partita sperimentale a Wichita (Kansas) dove il regolamento riduce il numero di giocate possibili per guadagnare un 1° down da 4 a 3, allo scopo di ridurre gli infortuni. Il Los Angeles Times parla di un aumento dei punt-kick (i calci di allontanamento) e commenta registrando la maggior sicurezza per i giocatori, ma d'altra parte descrive la nuova regola come non "costruttiva ai fini dello sport". Comunque sia il 28 dicembre 1905 a New York si riuniscono i 62 rappresentanti dei diversi college: lo scopo dell'incontro è discutere su possibili modifiche regolamentari per rendere il football più sicuro. Il risultato dell'incontro è la fondazione della "Intercollegiate Athletic Association of the United States", più tardi rinominata con l'odierno nome di National Collegiate Athletic Association (NCAA). Una delle modifiche regolamentari più importanti introdotta nel 1906, allo scopo di rendere il gioco più spettacolare e per ridurre gli infortuni, è quella che prevede la possibilità di effettuare il passaggio in avanti. Anche se per anni questa nuova possibilità non viene sfruttata, il passaggio in avanti diventa una delle regole che rendono definitivo e caratteristco il gioco del football americano.
Il football americano arrivò in Italia con le truppe alleate durante la seconda guerra mondiale: caschi e palle ovali seguirono l'avanzata dei reparti statunitensi dal sud al nord della penisola. Il 23 novembre 1944 si disputò allo Stadio della Vittoria (Bari), tra i Playboys e la Technical School, una partita di touch football. Il trofeo in palio, denominato "Bambino Bowl", fu conquistato dalla Technical School per 13-0 davanti a un pubblico di 5000 spettatori. Questa partita viene spesso considerata, erroneamente, la prima partita di football americano disputata in Italia.
Il "primato" di prima partita di football giocata in Italia spetta quindi allo "Spaghetti Bowl", disputato a Firenze davanti a 25.000 persone il giorno di Capodanno del 1945, tra i Bridgebusters (rappresentanti della 12a Air Force) e i Mudders (5a Armata dell'Esercito americano), che si imposero per 20-0.
Infine, quello che è considerato il terzo incontro disputato in Italia (anche se probabilmente in quegli anni si giocarono altri incontri di cui non rimane documentazione), e il primo in tempo di pace, ebbe luogo a Trieste, ultimo territorio liberato, nel gennaio del 1948. L'incontro fu organizzato dalle Trieste United States Troops e vide gli SP'S prevalere sulla D Company per "tre touchdown" (quindi 21-0).
Dopo i fasti degli anni ottanta, il football italiano entrò in una fase di recessione. Tra le cause potrebbero avere concorso l'esaurirsi della prima generazione di appassionati, una congiuntura economica sfavorevole e l'avvento delle pay-tv che orientò gli interessi degli sponsor verso gli sport più seguiti, determinando una situazione difficile per tutte le discipline meno seguite. Molte squadre storiche chiusero, altre realtà più effimere apparvero e scomparvero velocemente; tra queste, i gloriosi Rhinos Milano, i cui giocatori si divisero in altre squadre, una delle quali, i Pharaones, riuscì comunque a vincere un superbowl. A Bologna le due squadre storiche dei Doves Bologna e dei Warriors Bologna, protagoniste di una celebre rivalità e di accesi derby, tentarono nel 1989 una fusione per poi sparire due anni dopo e in pochi anni le quattro squadre cittadine si ridussero a una, i Phoenix San Lazzaro, che furono protagonisti di due vittorie al Superbowl, prima dell'avvento di Lions Bergamo.
Il punto più basso della parabola di quello che era iniziato come lo "spaghetti-football" si raggiunse nei primi anni 2000. La federazione, commissariata dal 1998 per un'insostenibile situazione finanziaria, fu definitivamente espulsa dal CONI nel 2000, lasciando il movimento sportivo senza un punto di riferimento. Questa situazione diede origine a un nuovo frazionamento organizzativo: nel 2003 si disputarono ben tre campionati differenti e altrettante finali: l'Eleven Bowl, organizzato dalla neonata FIDAF a cui parteciparono 4 squadre del sud, vinto dagli Sharks Palermo; il Penisola Bowl, vinto dai Nightmares Sorrento sui Wolfz Merano, e la Golden League della FIAF, che mantenne il marchio "Superbowl" ma al quale parteciparono soltanto 5 squadre, tra cui i Lions Bergamo vincitori.
Dal 2004 la Serie A, rinominata "Superbowl League", fu organizzata dalla National Football League Italy, ennesima lega nata per sopperire al vuoto lasciato dalla scomparsa della Federazione Italiana American Football (FIAF). Nel 2008 però i maggiori club, con l'obiettivo di rilanciare il movimento, decisero di uscire dalla NFLI e organizzare una Super-lega d'élite a girone unico, chiamata Italian Football League. Per la prima volta dal 1981 si giocarono due finali: il XXVIII Superbowl, organizzato dalla NFLI e vinto dagli Hogs Reggio Emilia sui rifondati Warriors Bologna, e il 1° Italian Superbowl della IFL, con le squadre di fatto più forti e vinto dai Lions Bergamo, al loro 11º titolo consecutivo, sui Giants Bolzano.
La stagione 2009 avrebbe dovuto rappresentare quella della riunificazione e del definitivo rilancio del football in Italia. Nel frattempo infatti il movimento sembrava dare segnali di ripresa, molti ex-giocatori erano diventati dirigenti e avevano rifondato alcune delle squadre storiche, infondendo nuovo entusiasmo all'ambiente. Tuttavia i campionati rimasero ancora divisi: chiusa la NFLI, che aveva esaurito il suo compito storico, molte delle squadre che nel 2007 erano rimaste fuori dalla nuova lega vi si trasferirono. La IFL poteva contare su una serie A e una serie cadetta, ma altri club della ormai defunta NFLI avevano creato un'altra federazione, la Federazione Italiana Football, e disputato un campionato alternativo, mantenendo la numerazione tradizionale del Superbowl. Numerazione tradizionale che FIDAF e IFL hanno recuperato nel 2012 visto che tutte le squadre che abbiano mai vinto un Superbowl Italiano (con le uniche eccezioni di Phoenix e Pharaones ora scomparsi) giocano in campionati FIDAF.
Il Superbowl XXX è stato vinto dai Red Jackets Lunigiana sui Bengals Brescia, mentre l'Italian Superbowl II ha visto la fine del dominio pluridecennale dei Lions Bergamo, superati dai Giants Bolzano che si sono presi la rivincita dopo la sconfitta di misura del 2008.
A causa dell'enorme differenza nel numero di squadre che compongono le due federazioni (4 in FIF contro le circa 80 di FIDAF), e del fatto che la Golden League FIF si disputa con la formula 9men, dal 2012 non ha più senso considerare il campionato FIF come un vero e proprio campionato italiano, ma più propriamente un torneo quadrangolare che in nessun modo assegna un titolo di campione d'Italia; il titolo è invece riservato alla vincitrice della massima serie FIDAF, federazione riconosciuta all'interno del CONI come disciplina associata.
Giocandosi con una palla di forma ovale seppure di dimensioni e forma diverse, ha qualche analogia con il rugby (da cui storicamente deriva) solo per i modi in cui si segnano punti, ma lo sviluppo del gioco è totalmente diverso.
Le partite vengono disputate da due squadre composte da undici giocatori con un numero pressoché illimitato di cambi di giocatori a causa dei tanti ruoli presenti, dal quarterback al running back, e hanno una durata di 60 minuti di tempo semi effettivo suddivisi in quattro tempi da 15' e con un intervallo di 15' fra il secondo e terzo tempo.
Un ruolo importante nell'economia del gioco lo ricopre il quarterback che con i suoi lanci smarcanti fornisce passaggi vincenti verso i colleghi diretti a meta, definita touchdown in lingua inglese.
La filosofia di fondo del football americano è quella della conquista del territorio: avanzando a più riprese sulle linee di yards (0,914 m) posizionate trasversalmente rispetto ai lati lunghi del campo, le squadre cercano di raggiungere il punto di meta situato nella zona avversaria per posizionarvi la palla e mettere a segno così il colpo decisivo del touchdown.
Campionati di questa specialità si svolgono in varie parti del mondo. Negli USA, dove dal 1922 è attiva per i professionisti la National Football League (e dal 1906 la NCAA per i campionati universitari), il culmine della stagione, articolata appunto su campionati di lega che promuovono dopo una serie di play-off due squadre finaliste, coincide con l'incontro che assegna l'annuale trofeo del Super Bowl.
Questa partita, sempre molto attesa, decide qual è la compagine principe della stagione e viene disputata solitamente fra la fine di gennaio e i primi di febbraio. Oltre alla versione con 11 giocatori vi sono anche altre versioni, la più popolare è il football a 8 giocato da professionisti su campi più corti rispetto a quelli del football a 11, la lega più popolare è la Arena Football League che viene giocata in palazzetti dello sport al coperto. In Canada è diffuso il Football canadese che viene giocato da squadre composte da 12 giocatori.
Gli Stati Uniti diffusero il rugby a 15 che in progressiva evoluzione, dopo notevole modifica delle regole di gioco, originò il football.
Il campo è lungo 120 yard (110 m), comprese le 2 aree di meta di 10 yard ciascuna, largo 53,5 yard (49 m); il fondo può essere sia in erba naturale che sintetica. Alle due estremità sono situate le due porte, a forma di U, che servono per i calci piazzati; l'altezza dal suolo della traversa della porta è di 10 piedi (3 m), mentre la larghezza fra i pali è 18 piedi e 6 pollici (6 m). L'altezza dei pali è di 35 piedi (10.668 m).
Il pallone ovale, di cuoio o gomma, è più piccolo e affusolato di quello utilizzato nel rugby, simile alla vesica piscis ed è lungo 28 cm con circonferenza al centro di circa 56 cm; il peso è di circa 425 g. Le minori dimensioni, la forma e la presenza di una cucitura esterna per agevolare la presa delle dita, sono giustificate dal fatto che, contrariamente al rugby, il gioco consente ed anzi incoraggia il passaggio in avanti di precisione che richiede il lancio con una sola mano. In questo modo infatti il quarterback è in grado di applicare al pallone una rotazione che consente al pallone stesso di compiere una traiettoria stabile con la punta sempre nella direzione del moto.
Si gioca in 11 atleti contro altri 11 attivi in campo; le squadre dei campionati professionistici hanno a disposizione, seduti sulle apposite panchine, oltre 50 giocatori poiché esistono 3 squadre specializzate per specifiche azioni di gioco e le riserve: offensive team (la squadra per attaccare), defensive team (per difendere) e special team (per le azioni in cui solitamente si calcia la palla).
Una partita è divisa in 4 quarti da 15 minuti di tempo semi-effettivo: la durata di tempo può variare relativamente alle categorie dei campionati. Si inizia con un calcio, kick off in lingua inglese, eseguito dalla linea delle proprie 35 yard da una delle due squadre (fino al 2010 era dalle 30 yard ma nel 2011 è stato cambiato). Il kick off si ripete all'inizio del secondo tempo, cioè al terzo quarto. La squadra che riceve deve avere un gruppo di 5 giocatori disposti tra le proprie 50 e 55 yard. I compagni del giocatore che esegue il calcio devono essere in posizione arretrata rispetto al pallone, al momento del calcio stesso: quando il pallone calciato ha percorso almeno 10 yard può essere preso e giocato da un qualsiasi atleta della squadra che calcia. Questa limitazione non vale per la squadra ricevente, che può recuperare il pallone in qualsiasi momento dopo il calcio.
Il gioco riprende dal punto in cui il pallone è stato fermato e la squadra che ha conquistato il possesso di palla giocherà in attacco. La squadra attaccante ha 4 tentativi (downs in lingua inglese) per avanzare almeno di 10 yard, segnalate a bordo campo da una catena con due pali indicatori all'estremità. Durante ogni down la squadra in attacco può effettuare un solo passaggio in avanti che superi la linea di scrimmage (la linea virtuale dov'era posizionata la palla ad inizio down) mentre può effettuare retropassaggi senza limitazioni.
Per questo motivo la palla viene affidata al lanciatore, il quarterback, che sceglie se lanciare il pallone in avanti a un ricevitore o affidarlo ad un corridore che penetra di forza in un varco aperto nella difesa avversa dai suoi compagni di squadra. Un down termina quando l'arbitro fischia la fine dello stesso ossia nei seguenti casi:
un passaggio in avanti non viene ricevuto, ossia in caso di passaggio incompleto (incomplete pass in lingua inglese)
il giocatore che sta portando il pallone è placcato, fermato o esce dalle linee laterali
il pallone in seguito ad una perdita accidentale (fumble in lingua inglese) esce dal campo
Nel caso in cui la squadra attaccante non riesca a superare le 10 yards dopo avere giocato anche il quarto down, la squadra che difende va in attacco e il gioco riprende nella posizione in cui si trova la palla. Superando le 10 yard si ottiene un primo down (first down), cioè 4 ulteriori tentativi sino al superamento delle successive 10 yard con il pallone, o al conseguimento di un touchdown.
La realizzazione di una meta, touchdown, vale 6 punti e dà diritto a una conversione o trasformazione (extra point in lingua inglese); questa può essere da 1 punto se il pallone è calciato in mezzo ai pali con i piedi da una linea posta a 2 yards dalla end zone, o da 2 punti se il pallone è portato in meta con le mani in una nuova azione di attacco da posizione ravvicinata, ossia a 2 yards dalla end zone. Quest'ultima possibilità, pur garantendo un punto in più, ha una minore probabilità di successo della prima (elevatissima); per questo viene usata tipicamente solo quando il punto aggiuntivo può fare la differenza tra vittoria e pareggio (con conseguente extra time) o tra sconfitta e pareggio.
Dopo una meta si riprende con un calcio (kick off) da parte della squadra che ha segnato. Questo fa sì che la successiva azione di attacco passi alla squadra che ha subito il touchdown.
Altri modi per segnare punti sono:
realizzare un calcio piazzato, field goal in lingua inglese, che vale 3 punti.
placcare l'avversario in possesso del pallone all'interno della sua area di meta (end zone in lingua inglese), safety, che vale 2 punti.
calciare un drop, che vale 1 punto (è rarissimo, l'ultimo di cui si ha notizia lo segnò nel 2005 Doug Flutie dei New England Patriots): in questo caso, dopo lo snap, il quarterback anziché lanciare o passare la palla, la lascia cadere a terra e, al rimbalzo, la calcia verso l'area di meta, facendola passare attraverso i pali.
Il calcio di spostamento, punt in lingua inglese, si esegue generalmente al quarto tentativo di attacco quando, verosimilmente, non si ha la possibilità di raggiungere il primo down ottenendo così di far ripartire in attacco la squadra avversaria da una posizione più arretrata. A ricevere il calcio ci sarà un giocatore della squadra che andrà ad attaccare nelle prossime azioni. Esso può ricevere il pallone e correre verso end zone a suo rischio e pericolo (dal momento che la squadra del punt avanza per intimidire il giocatore e cercare magari di fargli fare un fumble), oppure chiamare un fair catch che consiste nel chiamare una presa al volo della palla, e questo giocatore è autorizzato a farla senza che gli avversari lo possano placcare. Ovviamente non può correre verso la end zone avversaria e quindi il gioco riprenderà dal punto in cui ha ricevuto il pallone. Se la palla finisce nella end zone l'azione ripartirà dalla ventesima yard.
Prima di ogni azione attacco e difesa si riuniscono in raggruppamenti, detti huddles, quindi il capitano comunica il tipo di schema d'adottare. Le sostituzioni sono illimitate; le vistose protezioni e un severo regolamento, applicato dai ben sette arbitri, annullano la violenza gratuita (ad esempio interferenze vistose nei passaggi o placcaggi in piena faccia o trattenute) stroncandone ogni accenno con penalità, segnalate dagli arbitri lanciando un fazzoletto giallo (yellow flag) in terra, che consistono in perdita di terreno (solitamente 5 o 10 yard, che rendono più difficile guadagnare abbastanza terreno per ottenere un first down).
Per comprendere l'essenza di questo gioco si può considerare il motto di alcuni famosi allenatori: "Gli attacchi fanno vendere i biglietti e le difese fanno vincere le partite".
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