La pioggia d'oro maggiore (nome scientifico Solidago gigantea) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
L'etimologia del nome generico (Solidago) è controversa ma in ogni caso fa riferimento alle proprietà medicamentose di varie specie di questo genere, e potrebbe derivare dal latino solido il cui significato è “consolidare, rinforzare” e quindi anche “guarire del tutto”. Il nome specifico (gigantea) si riferisce al suo habitus (piuttosto alto).
Il binomio scientifico attualmente accettato (Solidago gigantea) è stato proposto dal botanico britannico William Aiton (1731 – 1793) nella pubblicazione del 1789 ”Hortus Kewensis”, un catalogo delle specie coltivate nel Royal Botanic Gardens di Kew.
Sono piante la cui altezza può arrivare fino 5 – 25 dm. Possono trovarsi isolate ma facilmente formano gruppi compatti. Ogni pianta produce da 1 a 20 gambi. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e dotate di un asse fiorale più o meno eretto.
E' una pianta erbacea perenne alta sino a due metri e forma spesso gruppi compatti. Le infiorescenze di colore giallo dorato intenso fioriscono da giugno a settembre e formano una pannocchia all’apice del fusto i cui rami sono raggruppati in numerosi capolini.
Originaria dell’America Settentrionale nordorientale è stata introdotta in Europa a scopo ornamentale e mellifero a metà del XVIII secolo. Oggi è considerata invasiva in Europa - dove ha colonizzato contemporaneamente differenti località lontane fra loro - e in Giappone.
L'invasività è dovuta alla duplice capacità di moltiplicazione: per via sessuale produce quantità molto cospicue di semi, contenuti singolarmente in un frutto dotato di pappo e quindi adatto alla dispersione su lunghe distanze da parte del vento; per via vegetativa si propaga tramite la crescita dei rizomi sotterranei mediante i quali riesce a formare popolamenti densi.
Vegeta soprattutto negli ambienti ruderali (margini stradali e di sentieri, cantieri abbandonati) ma può comparire anche in aree umide; poiché sopporta un moderato ombreggiamento può penetrare nelle aree boschive degradate, ma può colonizzare campi e prati abbandonati.
E' una specie notevolmente competitiva anche perché inibisce la crescita delle altre piante mediante sostanze che immette nel suolo attraverso le radici: ciò consente di formare densi popolamenti monofitici su superfici che possono raggiungere alcune centinaia di metri quadrati. Lo sfalcio, l’incendio e le movimentazioni di terreno favoriscono la comparsa e la diffusione: è quindi una minaccia piuttosto seria per la biodiversità dei territori ove si insedia.
Le sommità fiorite ed il rizoma sono utilizzati principalmente per le proprietà diuretiche, astringenti ed antiinfiammatorie (anche se non ci sono studi clinici certi a sostegno dell'efficacia terapeutica di questa pianta).
L'uso indiscriminato e non attento di tisane o di estratti a base di piante ad attività diuretica può interferire, per sommazione di effetti, con altri farmaci diuretici, con conseguenti turbe idroelettrolitiche.
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