venerdì 8 maggio 2015

LA PEONIA SELVATICA

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Pianta erbacea perenne con portamento eretto alta solitamente intorno ai 60 cm ma che può raggiungere talvolta dimensioni ragguardevoli (fino a 120 cm). Presenta rizoma legnoso, con, alla base, tuberi sotterranei. Le foglie sono piuttosto grandi, tripartite più volte, picciolate, verdi con superficie lucida nella pagina superiore, più pallide e glauche in quella inferiore. Il fiore, dal profumo gradevole, è unico e molto appariscente sia per le sue dimensioni (da 2 a 10 cm quando è aperto) che per il  colore dei petali che nella varietà spontanea è tra il rosso cremisi e il rosa porpora acceso. Molto raramente i fiori possono essere bianchi. All’interno presenta numerose antere giallo dorate.

Periodo di fioritura: da aprile a giugno.

Boschi radi di latifoglie, radure delle faggete, arbusteti, pendii pietrosi asciutti prevalentemente calcarei da 100 a 1800 metri di quota. E’ presente sull’arco alpino e nelle aree appenniniche dell’Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise. Nonostante sia presente in molte regioni italiane è una pianta che allo stato spontaneo sta divenendo sempre più rara: gli splendidi e appariscenti fiori sono stati in passato raccolti indiscriminatamente impedendo la formazione di semi e la produzione di nuove piante: per questa ragione è pianta quasi ovunque protetta in senso assoluto.

La peonia era nota fin dall’antichità, se ne sono trovate tracce nei testi di 2000 anni fa: veniva citata nell’Iliade, come pure in antichi testi cinesi; la sua diffusione in Europa tuttavia avvenne solo a partire dal diciannovesimo secolo.
Secondo una leggenda della mitologia greca, il suo nome deriva da Paeon, medico degli dei e studente di Asclepio, il dio della medicina; Asclepio, geloso della bellezza e della bravura del suo allievo, tentò di ucciderlo; Zeus per salvargli la vita lo trasformò nella pianta che porta il suo nome. In base ad un’altra leggenda la peonia nacque nel luogo dove Diana, dea della caccia, versò copiose lacrime quando si accorse di aver ucciso l’amato Orione con una freccia scoccata dal suo arco, a seguito di un tranello tesole dal fratello Apollo. Un’antica leggenda cinese invece narra che le ninfe utilizzassero i petali di peonia per nascondersi agli sguardi ed ai pericoli del mondo; in Oriente la peonia è considerata un fiore di buon auspicio, portatore di amore, armonia e fertilità nella vita matrimoniale. Nel linguaggio dei fiori rappresenta la timidezza, la vergogna, il pudore.

Questa pianta spontanea è utilizzata nella medicina omeopatica come rimedio contro l’epilessia. Tale proprietà era nota anche nell’antichità: si narra che i fiori di peonia dovessero essere raccolti con il favore delle tenebre, per evitare gli attacchi di un misterioso “picchio verde” – solo in questo modo si poteva preservare le virtù curative della pianta per l’epilessia, la pazzia e la tosse. La pianta ha effettivamente funzioni sedative dovute alla peonina, un alcaloide in essa contenuto; per questo motivo è impiegata con successo come antispasmodico e sedativo per la tosse, oltre che come rimedio per stati d’ansia, di stress o di eccessiva agitazione, contro le nevralgie e contro l’emicrania. Tuttavia se viene utilizzata in quantità eccessive, o se ne vengono ingerite alcune parti, può diventare tossica per l’uomo dando luogo ad episodi di nausea, vomito e dolori addominali; nelle donne gravide può essere causa di aborto. I fiori di peonia vengono utilizzati per le tisane a funzione espettorante; taluni consigliano da 5 a 10 gocce al dì di tintura madre per la cura della pertosse, o per tossi particolarmente persistenti. Un altro utilizzo che viene fatto con i fiori di peonia, ricchi di antociani, flavonoidi e tannini, consiste nella formulazione di preparati per trattare fistole, ragadi anali ed emorroidi. Si ritiene che i semi abbiano proprietà emetiche e purgative.

Secondo antichi riti popolari, le madri preparavano collane con semi di peonia da mettere al collo dei propri figli per preservarli dal malocchio, per alleviare il dolore nel periodo della dentizione, e per prevenire le convulsioni. Probabilmente per lo stesso motivo, la radice di peonia veniva data agli epilettici quando sentivano arrivare una crisi: masticare la radice avrebbe bloccato l’attacco epilettico.



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