sabato 23 maggio 2015

IL LINO

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Il lino comune è una pianta della famiglia delle Linaceae. Fin dall'antichità è stato ampiamente coltivato in Etiopia e in Egitto; in una grotta, nella Repubblica della Georgia, sono state trovate fibre di lino tinte, databili al 30 000 a.C..
Il lino è coltivato sia per i suoi semi che per la sua fibra. Dalle varie parti della pianta si ricavano tessuti, carta, medicinali, cordame (anche per le reti da pesca). Dai semi di lino si ottiene sia la farina che l'olio di lino, commestibile, che ha vari impieghi come integratore alimentare, come ingrediente in prodotti per il legno (finitura) e nell'industria delle vernici come olio siccativo e diluente. È inoltre utilizzato dall'industria cosmetica come ingrediente base di gel per capelli e sapone. Infine il lino è coltivato anche come pianta ornamentale da giardino.

È una pianta erbacea annuale alta tra i 30 e i 60 cm con fusto eretto, molto fragile, ramificato nella parte finale con foglie tenere, lanceolate. I fiori sono grandi, di colore azzurro-cielo con 5 sepali, 5 petali, 5 stami gialli. I frutti sono capsule contenenti semi di piccole dimensioni e di colore dal bruno scuro al giallo paglierino, a seconda delle varietà. La radice è un corto fittone.

La pianta del lino cresce con facilità in regioni a clima temperato. Nei paesi freddi si ottiene la migliore produzione di fibra: Russia, Paesi Bassi, Francia e Romania sono tra i primi produttori mondiali di fibra. Il lino è una pianta annuale, con un ciclo vegetativo di circa quattro mesi.


Il raccolto avviene fra metà luglio e metà agosto. Il lino per uso tessile deve essere estirpato dal terreno in modo da assicurare la massima lunghezza utile della fibra. In passato, gli steli venivano laboriosamente strappati a mano, mentre oggi la stessa operazione è completamente meccanizzata.

Nell'area mediterranea si hanno prove della coltivazione e dell'utilizzo di lino risalenti a oltre 6.000 anni fa, mentre l'introduzione nel Nord-Europa avvenne in epoche preromane..

I principali prodotti alimentari che si ricavano dai semi di lino sono la farina e l'olio; la farina è di colore scuro. I semi possono essere consumati anche in purezza, integri e secchi, oppure ammollati in acqua e consumati appena germogliano. I semi bagnati diventano leggermente viscidi, ma ciò non ne inficia le proprietà nutritive.

I semi di lino erano conosciuti nella medicina popolare come lassativo; alcuni studi moderni sembrano confermare la validità di tale uso. Oggi, in fitoterapia l'olio di lino è anche consigliato come antinfiammatorio ed emolliente. Il lino contiene Omega-3, 6 e 9 e si ritiene che possa alleviare il diabete stabilizzando il livello di zuccheri nel sangue, ma il consumo eccessivo può ostacolare l'azione di alcuni medicinali somministrati oralmente, a causa del suo contenuto di fibre. I semi sono inoltre usati nella medicina popolare per realizzare impiastri contro la tosse secca.

Dal lino si ottiene una fibra molto pregiata, morbida, flessibile e resistente; pur essendo qualitativamente superiore, ha costi di produzione più alti di quelli del cotone, che proprio per la maggior economicità lo ha progressivamente sostituito.

Il territorio del paese di Linera, in provincia di Catania, prima della sua fondazione, fu adibito alla coltivazione del lino e da essa la contrada venne indicata, appunto, le "linerie". Con la fondazione del nucleo abitato, avvenuta agli inizi del XIX secolo, il paese ha assunto la denominazione attuale in ricordo di queste antiche coltivazioni.

Il trattamento della pianta dopo l'estirpazione dipende da come dovrà essere macerata la fibra, se ad "acqua" oppure "a terra".
La macerazione è un processo naturale che serve a disgregare le pectine, cioè quelle sostanze gommose che avvolgono le fibre riunendole in fasci e fanno aderire questi ultimi alle cellule della corteccia. Le pectine devono essere eliminate se si vuole che le fibre possano separarsi dal resto dello stelo. La macerazione è dovuta a speciali enzimi prodotti da micro-organismi (batteri) che proliferano negli steli stesi sui campi dopo l'estirpazione (macerazione a terra) oppure imbevuti d'acqua (macerazione ad acqua).

Il lino è una fibra composita ricavata dal libro del Linum usitatissimum (lino) composta per circa il 70% da cellulosa.

Come tutte le fibre liberiane, il lino ha una lunghezza media delle fibre elementari che varia dai 20 ai 30 mm; la sua finezza si aggira dai 20 ai 30 micron; la fibra presenta una sezione poligonale.

Il numero di fibre presenti nella corteccia di una singola pianta può variare da 20 a 50.

La fibra ha un aspetto lucido, si presenta con una mano fredda e scivolosa. In presenza di umidità questa fibra ne assorbe rigonfiandosi moderatamente; essendo di origine cellulosica, se bruciata produce una finissima polvere nero-grigia.

Il lino ha una tenacità di circa 6-7 grammi/denaro e ha un tasso di ripresa del 12% è una fibra gualcibile e poco allungabile.

Al microscopio ogni singola fibra è chiaramente visibile e presenta degli anelli orizzontali a pari distanza. Con il reattivo di Herzberg dà una colorazione rossastra.

Le fibre del lino sono contenute nella parte interna della corteccia, chiamata comunemente tiglio. Per ricavarla gli steli, essiccati, si mettono a macerare per qualche giorno in bacini d'acqua, oppure, con metodo più rapido, si sottopongono all'azione del vapore acqueo o di speciali batteri: le sostanze che legano tra loro le fibre si decompongono e si dissolvono, liberando così le fibre. Gli steli vengono poi fatti essiccare, quindi sottoposti alla maciullatura per mezzo di martelli detti gràmole, azionati a mano o meccanicamente, che schiacciano e frantumano la parte legnosa. L'operazione successiva è la scotolatura, che consiste nell'asportare i frantumi legnosi e separare le fibre. L'insieme di tutte queste operazioni viene chiamato stigliatura. Si arriva pertanto al lino grezzo, che viene sottoposto alla pettinatura per separare le fibre lunghe dalle fibre corte e spezzate, che costituiscono la stoppa.

I lini si classificano secondo il grado di finezza delle fibre: lini fini, che servono per filati sottili, adatti alla produzione di tele pregiate (tela batista) di pizzi e merletti, lini mezzani che si tessono per tele comuni; lini grossi per tele ordinarie. I tessuti di lino vengono utilizzati per la confezione di biancheria per la casa (tovaglie, lenzuola, asciugamani) e per l'abbigliamento estivo sia maschile che femminile. Essendo una fibra rigida i capi assumono un aspetto stropicciato, caratteristica principale che contraddistingue i manufatti.

Oltre ai tessuti, la stoppa del lino viene utilizzata per la creazione di corda e spago e per la produzione della carta.

Tessuti di lino sono utilizzati nel ricamo a Punto croce e in altri ricami a fili contati. Alle fibre di lino possono essere mischiate fibre di cotone, che danno al tessuto, maggiore resistenza e migliore regolarità di trama.

II lino é la più antica e certo una delle più affascinanti tra le fibre tessili, era largamente coltivata da Egizi, Babilonesi, Fenici ed altri popoli del Medio Oriente. La produzione, la trasformazione e gli usi del lino sono ampiamente documentati nelle tombe, nelle piramidi, e su altri monumenti Presso gli Egizi, il candido lino era simbolo di divina purezza.
Il lino raggiunse la massima diffusione in Europa nel Medioevo, e neppure l'introduzione del cotone da parte degli Arabi, attorno al 1300, arrivò ad offuscarne il predominio. Il lino ha sempre saputo mantenere alto il suo vessillo di fibra naturale di qualità superiore.
Non c'è stilista o industriale dell'abbigliamento di livello medio/alto che non includa il lino nella propria collezione. Anche per i tessuti da arredamento, tovaglieria e nella biancheria da letto, da bagno e da cucina, il lino è sempre considerata la fibra superiore.

I telai di tessitura a mano che dominavano il campo fino a duecento anni fa sono stati soppiantati da tempo da modernissimi telai automatici per mezzo dei quali il lino può essere tessuto con svariatissime armature - damasco, jacquard e velluto compresi.
Il filato viene avvolto sul subbio d'ordito.
L'ordito è il complesso dei fili che seguono la stoffa in tutta la sua lunghezza.
Il subbio è installato sul retro del telaio. I fili sono alimentati tramite "licci" che, muovendosi su e giù durante la tessitura, rendono possibile l' inserimento della "trama", costituita a sua volta dal filato che attraversa la pezza in tutta la sua altezza.

Dopo la tessitura, la pezza viene sottoposta a candeggio per asportarne lo sporco e le impurità residue ed anche per sbiancarla. Quindi il tessuto viene tinto nel colore desiderato (tinto in pezza), oppure stampato. Il lino è molto versatile, può essere sottoposto a svariati trattamenti di tintoria, stampa e finissaggio.

In virtù della sua intrinseca eleganza, il lino è molto richiesto nel campo della moda, specialmente per i capi da indossare nel tempo libero. Stilisti ed industriali si adoperano per rinnovare costantemente le loro collezioni. Una camicia, un abito o un completo di lino danno una sensazione di freschezza che si apprezza specialmente d'estate. Il lino viene usato persino nella confezione di accessori come valigie, borse e scarpe, non solo per la sua bellezza ma soprattutto per la durata.

Il lino si sta sempre più affermando nell'architettura d' interni. I rivestimenti murali in lino sono apprezzati perché possono essere applicati direttamente sugli intonaci grezzi ed anche su vecchie carte da parati. In questo campo, si rendono particolarmente apprezzabili le sue proprietà insonorizzanti ed isolanti. Ma c'è di più: di regola il lino si sporca meno di altri tessuti ed essendo antistatico non attira la polvere. Il lino è usatissimo anche per tende e controsoffitti.

Non solo per il bell'aspetto, ma anche per le sue qualità eminentemente pratiche (è assorbente e confortevole), il lino occupa da tempo un posto d'onore nella casa. Particolarmente apprezzata è la biancheria da letto, da tavola e da bagno in Purolino o Mistolino. Indispensabili in cucina, i canovacci in lino si distinguono perché, usati per asciugare le cristallerie, non lasciano "peli".

I pregi del lino:
Elevato assorbimento dell'umidità.
Quindi massimo comfort specie nei capi estivi.
La capacità di assorbimento è apprezzabile anche per le lenzuola, le federe, i tovaglioli, gli asciugamani e i fazzoletti.

Più resistente da bagnato che da asciutto.
Il lino può essere lavato quante volte si vuole, cosa importantissima specialmente per i capi d'abbigliamento, per i tessuti di uso domestico e per i fazzoletti.

Bassissima elasticità.
Pertanto i tessuti in lino sono dimensionalmente stabili e non si deformano né con l'uso né con ripetuti lavaggi ad acqua o a secco. Per questa sua preziosa proprietà, il lino é adatto alla realizzazione di tendaggi, tappezzerie murali, tele da pittore e capi d'abbigliamento soggetti a frequenti lavaggi.

Non provoca allergie.
II lino è una fibra naturale che favorisce il benessere dell'organismo. Date le sue caratteristiche di morbidezza, di immediato assorbimento ed evaporazione dei liquidi, dell'eliminazione più rapida del calore e dell'umidità, il lino è particolarmente indicato non solo nella cura delle allergie, ma anche nella loro prevenzione e nell'igiene personale in genere.

"Cade" bene.
Qualità molto importante per tovaglie, tende ed abiti.I coloranti si combinano chimicamente con la cellulosa. Ciò garantisce ai capi tinti una perfetta solidità alla luce, al lavaggio ad acqua, alla pulitura a secco.
Una prerogativa essenziale per tutti i tessuti, ma specialmente per quelli per abbigliamento e arredamento, che sono spesso in tonalità accese e scure.

I semi di lino – così come il loro derivato, l’olio di lino – sono una delle fonti vegetali più preziose degli acidi grassi omega 3: questi sono, quindi, perfetti per chi segue una dieta vegetariana o vegana, ma dovrebbero essere consumati da tutti. Per assumere più omega 3 è possibile, ad esempio, realizzare l’ottima ricetta del pane ai semi di lino. I semi di lino sono ricchi di elementi nutritivi in grado di proteggere l’organismo, prevenendo malattie a carico dell’apparato circolatorio: questo alimento è, infatti, utile nel trattamento di patologie come l’ipertensione. Inoltre, l’assunzione dei semi di lino migliora le capacità digestive ed il loro consumo è indicato durante la menopausa per prevenire l’osteoporosi ed altre patologie alle ossa, al cuore e all’apparato digerente. Assumere regolarmente i semi di lino è di aiuto contro la stitichezza e la cistite – grazie all’azione emolliente a beneficio dell’intestino e dell’apparato urinario – e fornisce proteine, vitamine del gruppo B e sali minerali come il fosforo, il magnesio, il rame ed il manganese. I semi di lino rinforzano, poi, il sistema immunitario e contribuiscono alla depurazione dell’organismo, oltre ad essere di aiuto nella prevenzione del tumore al seno, alla prostata ed al colon. Questo prezioso alimento combatte, poi, emorroidi, ascessi, infiammazioni della gola e dolori reumatici. Inoltre, il consumo regolare di semi di lino favorisce lo sviluppo della corteccia celebrale del bambino durante la gravidanza.

Non esistono particolari controindicazioni per gli adulti nel consumo dei semi di lino ma, per quanto riguarda i bambini, è bene consultare il pediatra prima di procedere con il loro utilizzo. Occorre, poi, evitare il consumo di semi di lino non biologici per evitare di assumere tracce di sostanze dannose, come i pesticidi utilizzati su di essi.
Infine, per poter godere appieno dei benefici dei semi di lino, è opportuno tritarli o frantumarli e consumarli immediatamente: l’esposizione alla luce, infatti, ne può compromettere le proprietà. Conservate, poi, i semi di lino intatti in un luogo asciutto, buio e riparato dalla luce e dal calore; mentre riponete – per breve tempo – in frigorifero quelli frantumati.



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