E' uno scarabeo lungo tra 24 e 37 mm. Adulto completamente color nero-bronzato metallico o meglio color cuoio lucido, con corpo tozzo, antenne piccole e clavate. Pronoto con solco mediano longitudinale evidente. Il maschio presenta un corto tubercolo nella parte sopra oculare, il solco longitudinale del pronoto più profondo, inoltre il pronoto e le zampe anteriori sono più robusti. Si distingue dalle specie affini del genere Gnorimus per le tibie anteriori con tre denti verso il bordo esterno e per lo scutello lungo e acuminato.
Vive all’interno dei tronchi cavi in boschi maturi di latifoglie e nelle alberature e filari di vecchi alberi anche capitozzati. è prevalentemente diffusa in pianura e nella bassa collina ma la si è riscontrata fino a 1000 metri.
E’ specie xilosaprobia; le larve vivono nel legno decomposto attaccato da miceli fungini e nel rosume legnoso e si nutrono del legno morto o morente all’interno di grandi cavità e di grosse carie nei tronchi di alberi vivi. La stessa cavità viene utilizzata da numerose generazioni. Le specie arboree preferite sono latifoglie come querce, tiglio, castagno, faggio, ippocastano, platano, e localmente in regione salici e pioppi. Ha un ciclo biologico di 2-3 anni. Le larve mature costruiscono un bozzolo in settembre-ottobre, utilizzando il contenuto del loro intestino e si impupano nella primavera successiva. Gli adulti sono attivi soprattutto al crepuscolo in giugno-luglio, hanno un ridotto raggio di dispersione e si allontanano così poco dall’albero da cui sono sfarfallati.
Gli adulti emettono un intenso e gradevole aroma di “cuoio vecchio” e per questo motivo viene chiamato scarabeo eremita odoroso.
Le cause del declino nel passato vanno ricercate nella distruzione degli ecosistemi forestali più antichi. In anni più recenti, l’abbattimento dei filari di vecchi salici lungo i fossi e i filari di vite delle aree planiziali per favorire la meccanizzazione dell’agricoltura ha ulteriormente ristretto l’habitat di questa specie. Anche il taglio, la rimozione e la cura dei singoli vecchi alberi cariati presenti in alberature e parchi e è causa del declino.
Specie che abita foreste di quercia o castagno, ma anche boschi ripariali, in cavi d'albero ricchi di depositi di humus (Aesculus hippocastanum, Tilia sp., Quercus sp., Salix sp., Fagus sylvatica e Fraxinus sp.). Le larve si sviluppano nelle cavità di alberi centenari, nutrendosi su accumuli di humus tipici delle cavità arboree. La stadio larvale dura 2-3 anni; l'impupamento avviene alla fine dell'estate e la metamorfosi ha luogo solamente alla primavera successiva. Gli adulti emergono all'inizio dell'estate e frequentano diverse infiorescenze, anche se prediligono i fiori del biancospino.
In Italia presente nelle regioni del centro-nord fino all’Abruzzo e Lazio.
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