lunedì 4 maggio 2015

IL TENNIS

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Il nome del tennis non è sempre stato quello che è adesso. In Italia era spesso confuso con la pallacorda, e nella stessa Francia era chiamato jeu de paume, come la pallacorda.

Il nome nacque dall'errore di pronuncia dei primi tennisti inglesi: nel XV secolo era obbligatorio, prima di lanciare la palla, gridare l'avvertimento tenez! (francese per tenete!). L'assonanza portò poi gli inglesi a chiamare il gioco "tennis".

Per uno strano gioco del caso, però, in Inghilterra è improprio chiamare il tennis... tennis. Questo nome è infatti ancora riservato alla pallacorda. Il nome corretto è lawn-tennis, anche se ovviamente tutti, inglesi compresi, per comodità hanno abbreviato a "tennis".

La storia del tennis risale al Medioevo,all'antico gioco greco dello sphairistike, ed è menzionato nella letteratura fin dal Medioevo. Gawain Gwalltafwyn, uno dei cavalieri della Tavola Rotonda, giocava a tennis con un gruppo di giganti nel racconto The Turke and Gowin.

La forma medievale del tennis è chiamata real tennis (dall'inglese royal, "regale", poi diventato "real" poiché molto praticato a corte). Il real tennis si evolse per tre secoli da jeu de paume: un antico gioco francese e italiano del XII secolo chiamato pallacorda in italiano. Aveva dei richiami alla palla basca e alla pallamano americana. Prima la palla era colpita con la mano nuda, poi con la stessa coperta da un guanto. Una teoria suggerisce che il gioco fosse inizialmente giocato dai monaci di clausura, viste le dimensioni e la forma dei primi campi. Intorno al 1520 il guanto era diventato una piccola racchetta. Un ritratto del re Carlo IX di Francia del 1552 ritrae il neonato sovrano con una racchetta in mano. Il real tennis aumentò la sua popolarità di volta in volta tra i nobili francesi e raggiunse il massimo picco nel XVI secolo.

Francesco I di Francia, che era appassionato del real tennis, costruì campi e divulgò il gioco sia tra i membri della corte sia tra il popolo. Il suo successore Enrico II era anch'egli un ottimo giocatore e continuò la tradizione; il prete italiano Antonio Scaino da Salo, descrisse tale gioco nel libro intitolato Trattato del Giuoco della Palla e scritto nel 1555. Ben due re francesi morirono in incidenti legati al gioco: Luigi X per ripetuti attacchi dopo una partita e Carlo VIII dopo essere stato colpito dalla palla.

Re Carlo IX stabilì la prima corporazione dei professionisti di pallacorda nel 1571, organizzando inoltre il primo torneo con racchette, diviso in tre categorie: apprendisti, amatori, professionisti. Il primo codice che stabiliva il regolamento ufficiale fu pubblicato nel 1599 da un professionista di nome Forbet.

Con Enrico V d'Inghilterra la pallacorda era divenuto popolare anche fra i reali inglesi, ma fu Enrico VIII a rendere lo sport famoso nel suo paese, giocando a Hampton Court Palace, in un campo che aveva fatto costruire nel 1530 e in altri dispersi nel palazzo reale. Si ritiene che Anna Bolena stesse assistendo a un incontro di real tennis quando venne fatta arrestare e che Enrico stava giocando quando gli giunse la notizia della sua esecuzione. Durante il regno di Giacomo I d'Inghilterra c'erano 14 campi nella sola Londra. William Shakespeare menziona le palle da real tennis (chiamandole tennis balles) nella sua opera Enrico V quando un cestino pieno di palle viene consegnato a Re Enrico come simbolo della sua giovinezza e spensieratezza.

Nel XVII secolo il gioco si diffuse completamente tra la nobiltà della Francia, della Spagna, dell'Italia e dell'Impero Austro-Ungarico, ma nel periodo di affermazione del puritanesimo subì una pesante perdita di popolarità. Ai tempi di Napoleone il real tennis era stato ormai largamente abbandonato dalle famiglie nobili. Nella Rivoluzione francese la pallacorda giocò un non piccolo ruolo con la firma del Giuramento della Sala della Pallacorda.

Durante il XVIII e all'inizio del XIX secolo il real tennis diminuì molto il suo séguito di praticanti e spettatori, sostituito da altri tre sport con palla e racchetta: il racquets, lo squash e il lawn-tennis, ovvero lo sport che oggi tutti conoscono semplicemente come tennis.

Nel 1874 il maggiore inglese Walter Clopton Wingfield brevettò alla Camera dei Mestieri di Londra l'invenzione di un nuovo gioco, consistente in un campo a forma di clessidra, diviso al centro da una rete sospesa. Il gioco era addirittura confezionato in una scatola contenente alcune palle, quattro racchette, la rete e le indicazioni per segnare il campo. Il gioco era fondato sulle regole del vecchio real tennis e, su suggerimento di Arthur Balfour, venne chiamato lawn-tennis. La "data di nascita" ufficiale del tennis risulterebbe dunque il 23 febbraio 1874.

Wingfield prese in prestito parole ed espressioni francesi per la nomenclatura del suo gioco:

deuce (usato per indicare il 40 pari), deriva da à deux le jeu, che significa "a entrambi il gioco".
love (usato nei punteggi per chiamare lo zero), deriva da l'oeuf, che significa "uovo" e che simboleggia la forma dello zero.
L'inusuale convenzione di segnare i punteggi con 15, 30 e 40 ha sempre suscitato la curiosità degli esperti. Una teoria annuncia che si tratti dei quarti d'ora segnati per prendere il tempo (il 40 deriva da un accorciamento); un'altra invece sostiene che la traduzione francese (quinze, trente et quarante) sia orecchiabile e che quindi il punteggio fosse una sorta di ritornello. Un'altra ancora avanza l'ipotesi che i punteggi si riferiscano ai soldi che venivano scommessi durante le vecchie partite di pallacorda (15 soldi equivalevano a un denaro d'oro).

Lo sport con le sue nuove regole si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Negli Stati Uniti fu giocato la prima volta nel 1874 a Staten Island, nella casa della ricca Mary Ewing Outerbridge. Nel 1881 il desiderio di giocare a tennis competitivamente portò alla fondazione dei primi club. Contemporanea è anche l'istituzione dei quattro Grandi Slam, cioè i quattro tornei di tennis più prestigiosi del mondo. L'Australian Open, l'Open di Francia, il Torneo di Wimbledon e l'US Open restano a tutt'oggi i tornei più ambiti, e il conseguimento di una vittoria in ogni torneo nello stesso anno è chiamato Grande Slam.

Nel 1898 Dwight Filley Davis, che faceva parte della squadra di tennis dell'Università di Harvard, decise di formare un torneo con l'idea di sfidare la squadra britannica. Il primo incontro tra Stati Uniti e Gran Bretagna si giocò al Longwood Cricket Club di Boston in Massachusetts nel 900. La vittoria andò ai padroni di casa che s'imposero con il risultato di tre a zero. Nel 1904 la competizione si aprì a nuove nazionali come Belgio e Francia. Inizialmente il torneo era conosciuto come International Lawn Tennis Challenge. Nel 1946 fu ribattezzato Coppa Davis (in inglese Davis Cup) in onore del fondatore morto nel 1945. Questa competizione si è diffusa a livello mondiale inserendo nei propri tabelloni un numero sempre crescente di rappresentative nazionali di tennis maschile. Nell'anno del centenario, 1999, 130 nazionali hanno partecipato a questo torneo.

Dalle radici della Coppa Davis e dal bisogno di fondare una federazione internazionale del tennis, nel 1913 dodici federazioni nazionali si accordarono per formare l'International Tennis Federation, abbreviata in ITF. La federazione stabilì nel regole definitive del tennis nel 1924, e da allora quelle regole sono state cambiate pochissime volte. Uno dei cambiamenti maggiori fu l'introduzione del tie-break nel 1970.

Nel 1954 fu fondata anche una Tennis Hall of Fame, un museo non-profit a Newport, Rhode Island.
L'idea di organizzare un torneo simile alla Coppa Davis a livello di tennis femminile venne concepita per prima nel 1919 da Hazel Hotchkiss Wightman. Nel 1923 Hazel donò un trofeo, che sarebbe stato ribattezzato Wightman Cup, messo in palio in un torneo disputato annualmente tra le due più forti nazionali femminili di tennis dell'epoca: quella statunitense e quella britannica. Nel 1962 l'idea di Hazel Hotchkiss Wightman venne ripresa da Nell Hopman, la quale voleva organizzare un torneo a squadre femminili. Questa convinse l'ITF a organizzare il torneo così nel 1963 nacque la Federation Cup (oggi conosciuta come Fed Cup) in occasione del 50º anniversario della fondazione della ITF. In questa prima edizione parteciparono 16 nazionali in una competizione che si svolgeva nell'arco di una settimana. Negli anni novanta oltre 70 nazionali partecipano alla Fed Cup e così nel 1992 vennero introdotti i gironi di qualificazione regionali. Nel 1995 la struttura della Fed Cup si uniformò a quella della Coppa Davis diventando un torneo che si disputa nell'arco di un anno con incontri tra nazionali che si giocano in alcuni weekend particolari della stagione.

L'attività tennistica professionale risale al 1883 quando pochi professionisti iniziarono a sfidarsi in singole partite d'esibizione e brevi tornei. Nell'era pre-open i più forti giocatori professionisti era sotto il contratto di un promoter. Per esempio Suzanne Lenglen e Vincent Richards girarono il Nord America con un contratto promosso da Charles C. Pyle. I promoter controllavano i loro giocatori che non sempre, per questo motivo, potevano partecipare ai tornei che loro desideravano disputare a differenza dei dilettanti che non avevo ostacoli in questo senso, essendo però supervisionati dalle federazioni nazionali e internazionali. nel 1939 Norman Brookes, presidente della federazione australiana, decise di non mandare al torneo di Wimbledon gli atleti australiani perché si dovevano preparare per la Coppa Davis. Molti grandi giocatori australiani come: John Bromwich o Adrian Quist decisero di andare negli USA piuttosto che a Wimbledon.

Molti tennisti professionisti partecipavano a dei tornei detti pro tours che erano delle sfide uno contro uno. Nel 1926 il promoter C.C. Pyle organizzò un primo tour professionistico con un gruppo di tennisti provenienti dagli Stati Uniti e dalla Francia che particarono a dei match di esibizione sovvenzionati dai soldi pagati dagli spettatori che desideravano assistere a questi match. I primi 2 grandi giocatori professionisti della storia sono stati: lo statunitense Vinnie Richards e la francese Suzanne Lenglen. Dal momento in cui un tennista decideva di diventare professionista non poteva partecipare ai tornei del Grande Slam. nel 1920 in Francia si organizzò la Bristol Cup ossia il primo torneo con cadenza annuale al quale partecipavano tutti i migliori tennisti dell'epoca e negli anni seguenti numerosi altri tornei furono allestiti: poi annualmente si disputarono i campionati professionali di tennis. Negli anni dell'era pre-open i tennisti preferivano giocare i pro tours piuttosto che dei tornei convenzionali questo perché gli introiti di un match tra 2 "stelle" erano maggiori di un montepremi vinto in un torneo che si protraeva per diversi giorni. Per esempio Fred Perry guiadagnò 91 000 dollari americani in un tour in Nord America dove si confrontò con Ellsworth Vines, ma solo 450 dollari per la sua vittoria all'U.S. Pro Tennis Championships 1938. Vines non disputò nessun torneo nel 1937 e nel 1938. Vines giocò solo 70 match in due tour. Ancora negli anni cinquanta i professionisti preferirono i tour ai tornei. Durante i suoi primi 5 mesi da professionista (dal gennaio al maggio 1957) Ken Rosewall giocò 76 incontri in un tour contro Pancho Gonzales ma solo 9 incontri nei tornei convenzionali. Nel 1952 solo 7 tornei professionistici furono disputati dai migliori giocatori del mondo, mentre gli altri 2 (Wembley Championship e German Pro Championships) erano riservati ai giocatori del Paese organizzatore. Solo durante gli anni sessanta i tornei divennero più importanti dei tour.

In aggiunta alle esibizioni uno contro uno furono introdotti dei tornei annuali chiamati Championships. Il più prestigioso fu il Wembley Championship, disputato nella Wembley Arena in Inghilterra dal 1934 al 1990. Il più antico era lo U.S. Pro Tennis Championships, giocato dal 1927 al 1999. Tra il 1954 e il 1962 si giocò un torneo indoor a Cleveland che su chiamato World Professional Championships. Il terzo "Major" per i professionisti era il French Pro Championship, giocato dal 1930 al 1968. Il British e l'American Chammpionships continuarono ad essere disputati anche nell'era Open ma divennero dei tornei minori e furono retrocessi da tornei Major a tornei minori. Un altro torneo importante fu il Tournament of Champions disputato dal 1956 al 1959. Nel 1956 si giocò a Los Angeles, nel 1957, 1958 e 1959 a Forest Hills. Nell'agosto del 1967 si disputò il Wimbledon Pro il primo torneo professionistico della storia mai disputato a Wimbledon.

Nel 1968 pressioni commerciali distrussero la distinzione tra tornei per professionisti e tornei per amatori, inaugurando la cosiddetta era open, nella quale tutti i giocatori potevano cimentarsi in tutti i tornei e gli ex dilettanti più bravi potevano guadagnare giocando a tennis. Il primo dei tornei del Grande Slam ad "aprire" fu l'Open di Francia. La parola open in inglese significa aperto ossia la federazione tennistica internazionale nel 1968 aprì qualsiasi torneo ai professionisti dotando tutti i tornei di relativi montepremi in denaro.

Nel 1967 alcuni professionisti erano indipendenti, ma la maggioranza era sotto contratto.

La National Tennis League (NTL) di George McCall includeva Rod Laver, Roy Emerson, Ken Rosewall, Andres Gimeno, Pancho Gonzales e Fred Stolle.
Il World Championship Tennis (WCT) di Dave Dixon includeva John Newcombe, Tony Roche, Nikola Pilić, Roger Taylor, Pierre Barthes, Butch Buchholz, Cliff Drysdale e Dennis Raltson.
I professionisti sotto contratto erano pagati dai promotori e non avevano libertà di scegliere i tornei ai quali partecipare. Nel 1968 i giocatori del WCT non furono autorizzati a partecipare all'Open di Francia; nel 1970 i giocatori della NTL non parteciparono all'Australian Open; ancora nel 1970 nessuna delle due organizzazioni permise ai suoi tennisti di partecipare all'Open di Francia.

Nell'Era Open, i promotori dell'NTL e del WCT iniziarono a controllare tutto il gioco. Ad esempio, se Wimbledon non avesse voluto pagare il prezzo che i promotori gli proponevano, la squadra non avrebbe giocato. Per evitare che ciò succedesse, Jack Kramer, campione negli anni quaranta e cinquanta, in seguito divenuto promotore, istituì il Grand Prix di tennis, nel 1969. Il Prix si basava su un sistema a punteggio che incoraggiava anche i giocatori professionisti a partecipare regolarmente per ottenere le qualificazioni per il grande evento.

Nel 1970 solo pochi professionisti sotto contratto si presentarono agli Open di Francia. L'ITF (International Tennis Federation) (allora conosciuta come ILTF, International Lawn Tennis Federation), allarmata dal potere dei promotori, approvò la proprosta di Kramer. Il Grand Prix consisteva di 27 tornei (tra cui anche tre del Grande Slam), iniziò il 28 aprile e finì il 1º novembre a Stoccolma.

I primi tornei WCT furono disputati nel febbraio 1968 e i primi tornei NTL nel marzo dello stesso anno. Nella primavera del 1970, il WCT inglobò la NTL. L'Australian Open era un torneo WCT mentre Wimbledon, l'Open di Francia e l'US Open erano eventi del Grand Prix. Alla fine del 1970 un gruppo di giornalisti stilò la classifica dei migliori giocatori del mondo. Il WCT ne approfittò per invitare i 31 giocatori in cima alla classifica a partecipare ai tornei WCT. Infatti, nel 1971, la maggioranza dei migliori giocatori del mondo partecipò ai tornei WCT e non al Grand Prix.

Nel 1972 il conflitto fra ILTF, gestore del Grand Prix, e WCT, gestore dei tornei WCT, divenne così forte che i giocatori del WCT ricevettero il divieto di partecipare a ogni torneo del Grand Prix. Così, all'US Open dove si riunirono tutti i professionisti migliori del mondo, venne formato un sindacato che tutelava i diritti dei tennisti di professione e si proteggeva sia dalla ILTF che dal WCT. Nacque così, nel settembre 1972, la Association of Tennis Professionals, abbreviata in ATP.

L'ATP nel 1990 istituì poi l'ATP Tour, sostituto del Grand Prix.

L'era del tennis professionistico per le donne iniziò nel 1926 quando la numero uno mondiale Suzanne Lenglen accettò un compenso di 50 000 dollari per disputare una serie di match contro la tre volte campionessa degli U.S. National Championships Mary K. Browne. Questa serie terminò nel 1927 e le donne non giocarono più a livello professionistico fino al 1941 quando Alice Marble disputò un tour contro Mary Hardwick. La seconda guerra mondiale fece annullare la maggior parte dei tornei mondiali e molte giocatrici furono costrette ad accompagnare le truppe del proprio Paese. Nel 1947 il tennis professionistico femminile ritorna con una breve serie di match di esibizione tra Pauline Betz e Sarah Palfrey Cooke entrambe vincitrici degli U.S. National Championships. Nel 1950-1951 Bobby Riggs ingaggiò Betz e Gussie Moran per giocare un pro tour contro Jack Kramer e Pancho Segura. Althea Gibson nel 1958 diventò professionista e si unì a Karol Fageros ("the Golden Goddess") per aprire le esibizioni degli Harlem Globetrotters per una stagione. Nel 1967 il promoter George McCall ingaggiò Billie Jean King, Ann Jones, Françoise Dürr e Rosie Casals per accompagnare altri 8 tennisti nel suo tour per 2 anni. Nel 1970 il promoter del Pacific Southwest Championships di Los Angeles Jack Kramer offrì alle donne un montepremi di 7 500 dollati a fronte di un montepremi maschile di 50 000 dollari. Quando Kramer rifiutò di equiparare i 2 montepremi Billie Jean King e Rosie Casals boicottarono l'evento. Gladys Heldman, editorialista della rivista World Tennis organizzò un tour femminile con la sponsorizzazione dell'industria del tabacco della Virginia Slims. Nel 1971-192 il tour professionisti femminile offrì un montepremi pari quasi a 10 volte quello offerto dagli altri eventi. La formazione del tour evidenziò l'indifferenza dell'USLTA che inizialmente non sanzionò il tour. Successivamente la federazione americana avallò il tour della Virginia Slims e così si risolse il conflitto. Nel 1973 gli US Open ripartirono il montepremi in parti uguale tra gli uomini e le donne. Billie Jean King, la tennista che più di tutte si era battuta per la causa del tennis femminile tra il 1971 e 1972 guadagnò oltre 100 000 dollari. Nella famosa Battle of the Sexes, match di esibizione contro Bobby Riggs nel settembre del 1973, la King focalizzò l'attenzione mediatica sul tennis e sullo sport professionistico femminile in tutti i campi della vita. Nel 1973 venne fondata la Women's Tennis Association, la principale associazione delle tenniste professioniste. Questa organizza i WTA Tour, tour di tennis professionistici internazionali sponsorizzati da: Virginia Slims (1971–78), Avon (1979–82), Virginia Slims di nuovo (1983–94), J.P. Morgan Chase (1996–2000), Sanex (2001), Home Depot (2002), e Sony Ericsson (2006). Dal 1984 al 1998 la finale dei Masters si giocò al meglio dei 5 set, unico caso tra i tornei femminili. Nel 1999 le finali si giocarono al meglio dei 3 set.

In Italia un aumento della popolarità del tennis si verificò grazie a Nicola Pietrangeli poi negli anni settanta-anni ottanta, per i successi conseguiti da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli che, evitando una propagandistica strumentalizzazione politica sull'opportunità che l'Italia disputasse la finale di Coppa Davis nel Cile governato dal generale Augusto Pinochet, conquistarono (1976) la prima Coppa Davis per l'Italia (impresa mai raggiunta, neppure negli anni sessanta da Pietrangeli, Orlando Sirola, Beppe Merlo e Fausto Gardini, sconfitti nella finale di Sydney del 1960 ed in quella di Melbourne del 1961 dall'Australia): la RAI trasmise solo una breve sintesi della partita decisiva, commentata da Roma dal telecronista Guido Oddo. La diffusione della pratica del tennis ebbe impulso anche grazie al successo di Adriano Panatta in tornei internazionali di grande importanza come gli Internazionali d'Italia che si svolgono a Roma e il Roland Garros di Parigi e alla popolarità di campioni come Jimmy Connors, Björn Borg, John McEnroe, Ivan Lendl, Mats Wilander, Stefan Edberg, Andre Agassi, Boris Becker, Chris Evert, Martina Navrátilová, Steffi Graf, Monica Seles. Inoltre in quegli anni RAI e Mediaset spesso trasmettevano tornei commentati prevalentemente da Giampiero Galeazzi e Rino Tommasi.

Un calo della sua popolarità in Italia è indissolubilmente legato anche alla sua cancellazione di fatto dai canali della tv generalista e risale a circa la metà degli anni novanta, quando entrarono in scena le cosiddette pay tv.

Negli anni duemila il tennis gode di un netto aumento di popolarità in Italia grazie anche all'esaltazione mediatica del dualismo tra lo svizzero Roger Federer, titolare del maggior numero di vittorie nei tornei "grandi slam", 17, per molto tempo numero uno al mondo e considerato uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi, e lo spagnolo Rafael Nadal, vincitore di nove edizioni del Roland Garros. In questi anni, però, è soprattutto il tennis femminile a regalare all'Italia le maggiori soddisfazioni, grazie alla conquista della Fed Cup 2006 e alla vittoria di Francesca Schiavone al Roland Garros 2010, poi finalista nel 2011, che causa il ritorno in chiaro di una partita del torneo francese dopo tredici anni, e in generale di una partita di tennis in RAI dopo quattro anni dalla Coppa Davis e Fed Cup. La sopracitata finale ha avuto un ampio seguito, considerando che è stata acquistata e posta in programmazione su Rai 2 circa venti ore prima dell'evento: due milioni di telespettatori per l'intero match, con punta di tre milioni e mezzo per il tie-break decisivo (dati Auditel).

Lo scenario cambia leggermente dal 2009 a causa di due fattori: l'ingresso di SuperTennis nel panorama televisivo italiano e il ritorno d'interesse generato dalle due finali consecutive di Francesca Schiavone al Roland Garros nel 2010 e 2011.

Questo sport ha subìto comunque una completa rivoluzione con l'utilizzo delle racchette di grafite, inizialmente furono adottate quelle in leghe di metallo, ma davano molte vibrazioni dopo ogni colpo. Rispetto alle racchette di legno, che furono utilizzate fino agli anni ottanta, le nuove, per via della loro straordinaria leggerezza e del piatto corde molto più uniforme, sono risultate essere un discreto vantaggio per i tennisti meno dotati tecnicamente perché le nuove racchette perdonano più facilmente anche impatti con la palla non perfetti e soprattutto quelli dotati di più potenza a causa della leggerezza.

Dalla fine degli anni ottanta il fattore fisico iniziò a contare pesantemente e per questo tra i giocatori più vincenti degli ultimi vent'anni troviamo moltissimi difensori o attaccanti da fondo campo come Ivan Lendl, Mats Wilander, Jim Courier, Andre Agassi con le notevoli eccezioni rappresentate da quei campioni capaci di sommare una straordinaria tecnica a un'altrettanto straordinaria potenza come Pete Sampras e gli attuali Roger Federer ed Andy Murray.

Il tennis viene praticato da due giocatori contrapposti (o da due coppie di giocatori tra loro contrapposte) utilizzando una racchetta ciascuno ed una pallina su un campo di gioco rettangolare diviso a metà da una rete. Il campo può essere in terra battuta, erba, cemento o materiale sintetico, all'aperto o al coperto.

Lo scopo del gioco è di mandare la palla nel campo opposto, in zone delimitate da righe in base al tipo d'incontro ossia singolo o doppio, per far punto facendo toccare una volta a terra la palla nel campo avversario in modo che l'avversario non possa rispondere, il punto si assegna anche quando l'antagonista non riesce a far passare la palla sopra la rete e quando l'avversario non riesce a prendere la battuta; la palla viene generalmente colpita con la racchetta, mai staccata dalla mano, al volo o dopo solamente un rimbalzo.

Gli incontri si suddividono in partite (in inglese set); in base ai tipi di torneo gli incontri sono al meglio delle 3 o 5 partite; un set, o partita, è costituito da 6 o più giochi. Dal 1976 se i giocatori sono sul punteggio di 6-6, quando il regolamento del torneo lo prevede, si disputa un gioco decisivo, in Inglese tie-break, per conseguire la vittoria sul 7-6, eccetto in genere che nel quinto set. In particolare, sono solo cinque i tornei che utilizzano il sistema dei 3 set al meglio di 5 (e solo a livello maschile) ovvero i tornei del Grande Slam e la Coppa Davis e di questi solo lo U.S. Open prevede il tie-break al quinto set.

Al punto di un giocatore i punti vengono assegnati nella successione di "15", "30", "40", "vittoria" corrispondenti a una successione di quattro punti conquistati. Se i giocatori si trovano sul punteggio di 40 - 40, consegue la vittoria del game chi si aggiudica due punti consecutivamente. Nel tie-break, invece, vengono assegnati punti nella normale successione numerica (1, 2, 3, 4, ...): si aggiudica il gioco decisivo chi per primo realizza 7 punti, con uno scarto minimo di due punti (ad esempio 7-5, 8-6, ecc.).

Per vincere un gioco così come per vincere una partita un giocatore deve superare l'avversario sempre di almeno 2 punti; quindi il risultato di una partita può essere: 7-6 (tie-break), 7-5, 6-4, 6-3, 6-2, 6-1 o 6-0. Nel doppio questa regola è stata sostituita dal killer point (punto decisivo), il punto vincente sul pareggio: chi realizza il primo punto, in situazione di parità, vince il gioco.

L'origine del punteggio 15 - 30 - 40 non è certa, ma si pensa abbia radici medievali e francesi. Una possibile spiegazione è basata sulla presenza di un orologio sul campo. Un movimento di un quarto della lancetta (una per giocatore) veniva fatto dopo ogni punto e il risultato passava da 15 a 30 a 45 e un giro completo significava "gioco". Poi, per motivi di giocabilità, è stato introdotto il "vantaggio", perciò il terzo punto venne spostato in posizione "40", e non più "45", che venne assegnato, appunto, al vantaggio.

Il gioco inizia con il servizio, che consiste nel mandare la pallina nella metà campo avversaria e farle toccare terra entro le linee. Per effettuare il servizio, il giocatore ha a disposizione due tentativi consecutivi, prima di incorrere nel doppio fallo e dare il punto all'avversario. Il servizio si ripete quando la pallina non supera la rete o quando tocca la rete nel superarla. In questo caso l'arbitro chiama il "let" ed annulla la battuta. Al secondo tentativo sbagliato, il punto viene dato all'avversario. Se l'avversario non riesce a rispondere al servizio abbiamo un "ace", un colpo vincente. Se si pesta la linea di fondo durante il servizio, esso sarà conteggiato come errore. Durante le fasi di gioco si dovrà mandare la pallina nel campo avversario senza farla uscire dallo stesso e dalle linee che delimitano il campo avversario ai lati o in fondo al campo. Il campo cambia di dimensioni a seconda che si giochi in singolo o doppio: i lati sono delimitati da linee interne che creano i cosiddetti corridoi che valgono solo per il doppio.



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