domenica 24 maggio 2015

IL LUPO

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Nella Mitologia norrena e giapponese, i lupi erano considerati animali quasi divini. In Giappone, gli agricoltori veneravano i lupi e lasciavano offerte vicino alle loro tane, pregandoli di proteggere i loro raccolti dai cervi e dai cinghiali, mentre gli scandinavi credevano che il lupo Fenrir fosse un figlio di Loki. In altre culture, i lupi svolgevano un ruolo importante nei miti di fondazione: i turchi, i mongoli e gli ainu credevano che i lupi fossero i loro antenati, mentre i dena'ina credevano che fossero uomini un tempo, e quindi loro fratelli. Nella mitologia lituana, si narra che il granduca Gediminas costruí Vilnius dopo una visione d'un lupo di ferro. I lupi venivano associati con il sole in alcune culture eurasiatiche: gli antichi greci e romani collegavano il lupo con il dio Apollo, mentre i galli associavano il lupo con Belanu, il cui nome potrebbe derivare dalla parola bretone per lupo; bleiz. Gli scandinavi credevano che il sole fosse inseguito dal lupo celeste Sköll. Nella mitologia pawnee, il lupo fu il primo animale a subire la morte. Alcune culture nordiche e indigene americane associarono il lupo alla stregoneria: nella scandinavia, la strega Hyndla cavalcava un lupo, mentre i navajo temevano i lupi come streghe travestite. Il lupo fu stimato dai daci, il cui nome deriva dalla parola gallica daoi, che significa «popolo lupino». Essi credevano che il lupo fosse signore di tutti gli animali, e l'unica vera protezione contro il male. Il lupo è un animale importante nella religione tengrica, perché è creduto d'essere l'unica creatura vivente oltre l'uomo a venerare Tengri, pregando ad esso attraverso gli ululati.

Uno dei riferimenti più antichi ai lupi si trova nel poema epico babilonese Gilgameš, in cui il personaggio principale rifiuta le avance sessuali della dea Ištar, che aveva trasformato in lupi i suoi amanti precedenti. Nell'Avestā, il testo sacro degli zoroastri, i lupi sono una creazione dello spirito maligno Ahriman. Esopo ne parlò in tanti dei suoi racconti, dipingendoli come animali pericolosi ed ipocriti. In quei racconti mette in evidenza la fiducia tra i pastori e i loro cani nella loro vigilanza contro i lupi. La Bibbia fa riferimento ai lupi 13 volte come simboli di avarizia e di distruttività. Gran parte del simbolismo del Nuovo Testamento era basato sulla cultura pastorale del popolo di Israele, e Gesù paragonò la sua relazione con i discepoli a quella di un buon pastore che protegge i suoi greggi dai lupi. Paragonò anche i lupi ai falsi profeti.

Alcuni autori hanno addirittura pensato che secoli di persecuzione contro i lupi fossero legittimati dall’immagine negativa che ne dava Gesù. La letteratura cristiana elaborò sul messaggio biblico sul lupo. Comparve sulla pubblicazione del VII secolo Il Fisiologo, che mescolò racconti pagani con gli insegnamenti morali cristiani. Il Fisiologo descrive i lupi come animali capaci di rendere muti gli uomini con uno sguardo, e muniti di una sola vertebra cervicale. Dante descrisse una lupa a rappresentare l'avarizia e la cupidigia nel primo canto dell'Inferno.

Secondo il Malleus Maleficarum, pubblicato nel 1487, i lupi sono stati mandati da Dio come punizione contro il peccato, oppure sono agenti di Satana inviati con l'appoggio di Dio per mettere alla prova la fede dei credenti. Ysengrin il lupo, che apparse per la prima volta nel poema latino Roman de Renart nel XII secolo, rappresenta la bassa nobiltà, mentre il suo avversario, Renart la volpe, rappresenta l'eroe comune. La fiaba di Cappuccetto Rosso, scritta da Charles Perrault nel 1697, è considerata la storia che ha contribuito di più all'immagine negativa del lupo nel mondo occidentale. In questa storia, il lupo viene raffigurato come uno stupratore potenziale capace di parlare la lingua umana. La letteratura russa contiene molti riferimenti alla caccia ai lupi ed alle loro depredazioni, e sono inclusi nei racconti di Tolstoj, di Čechov ed di altri. Il romanzo Mai gridare al lupo di Farley Mowat, pubblicato nel 1963, fu il primo libro della letteratura popolare a mostrare i lupi in luce positiva, e da esso fu tratto un film. Sebbene avesse cambiato l’opinione corrente, fu criticato per averli idealizzati e averne rivelato errori concreti di comportamento.

Il lupo (Canis lupus) è la specie di maggiori dimensioni tra i rappresentanti del genere Canis, le dimensioni corporee variano molto, a seconda dell'area geografica considerata, e possono raggiungere anche i 60 kg di peso. Possiede un corpo slanciato, con il muso allungato, le orecchie triangolari non molto lunghe, il collo relativamente corto, la coda corta e pelosa e gli arti lunghi e sottili.

Il colore del mantello è generalmente mimetico, gli occhi sono obliqui, di colore marrone chiaro, e disposti in posizione frontale e piuttosto distanziati tra loro.

Caratteristica della specie è la presenza dei denti "ferini" particolarmente sviluppati la cui funzione sembra essere quella di tranciare grosse ossa e tendini.

Il lupo presente in Italia raggiunge un peso tra i 24 ed i 40 kg, mentre la lunghezza dalla punta del muso alla coda è compresa tra i 100 ed i 140 cm. Il colore del mantello varia dal fulvo al grigio e recentemente sono stati avvistati individui dal colore nero nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e nell’Appennino tosco-emiliano.

E' presente, con grosse popolazioni, in Nord America, nell'ex Unione Sovietica e nei paesi dell'Europa centro-orientale. Popolazioni meno consistenti ed isolate tra loro sono presenti nella penisola Iberica, in Italia, in Scandinavia, nei Balcani ed in Medio Oriente.

Il lupo, prima che cominciasse la persecuzione sistematica da parte dell'uomo, era diffuso in tutti gli ambienti dell'emisfero settentrionale, in Italia in particolare lo si trovava in tutti gli habitat, dalla macchia mediterranea della costa alle foreste di montagna.

Al momento, la scarsa disponibilità di prede e la sempre minore presenza di habitat naturali integri, soprattutto quelli con estesa copertura vegetale che permette ai lupi di nascondersi e sfuggire alla persecuzione umana, hanno ristretto di molto le aree frequentate dai lupi.    

Il lupo si accoppia verso la fine dell’inverno, e la gestazione dura circa due mesi. Circa 15-20 giorni prima del parto la coppia cerca una tana che può essere costituita da un tronco cavo, da una cavità rocciosa, da una fossa scavata in terra ed in alcuni casi può essere ricavata allargando una pre-esistente tana di volpe, di istrice o di tasso.

La femmina alla fine della gestazione, dà alla luce dai 4 agli 8 cuccioli dal peso di circa 300-400 grammi ciascuno. I cuccioli, che in Italia nascono tra aprile e giugno, completamente inetti e con capacità sensoriali scarse (ciechi e sordi), dipendono all’inizio completamente dagli adulti.

Vengono alimentati esclusivamente con il latte materno durante i primi 20 giorni di vita. Successivamente, per un periodo di circa 40-50 giorni, gli viene offerto del latte integrato da rigurgiti a base di carne. I cuccioli lasciano la tana dopo circa 2 mesi di vita e a poco a poco iniziano a seguire i genitori nei loro spostamenti apprendendo dagli adulti le tecniche di caccia, la conoscenza e l’utilizzazione ottimale del territorio, le strategie per evitare gli ambienti e le situazioni più pericolose.

Le dimensioni corporee definitive vengono raggiunte a circa un anno di età, mentre la maturità sessuale verso i due anni, anche se femmine in cattività sono in grado di riprodursi già a 10 mesi.

Il lupo è un carnivoro specializzato nella predazione di grossi erbivori selvatici, ma può includere nella propria dieta all’occorrenza anche mammiferi di piccole dimensioni, frutti, carcasse, animali domestici e rifiuti di origine umana.

Il lupo in Italia ha una dieta molto variabile, va da una dieta che include quasi esclusivamente ungulati selvatici, in particolare il cinghiale nell'Appennino tosco-romagnolo, a diete che includono in misura variabile, ma consistente, bestiame, carcasse e rifiuti, nel Parco Nazionale d’Abruzzo.

La caccia avviene generalmente all’interno di territori in cui i lupi persistono per periodi più o meno prolungati ed il fabbisogno giornaliero medio di carne di un lupo di dimensioni medie è di circa 3-5 kg. Comunque il lupo è noto per essersi adattato ad una alimentazione non uniformemente cadenzata nel tempo, e si ha notizia di lupi che sono rimasti fino a 17 giorni senza ingerire cibo.

Il tasso di successo dell’attività venatoria del lupo è stimato intorno al 10% del totale degli attacchi, nel caso specifico di caccia a carico di prede di grosse dimensioni.

In Europa, segnalazioni di casi di antropofagia da parte del lupo erano frequenti in passato, ma spesso provenivano da fonti non certe ed attendibili, generalmente frutto di pregiudizi e antichi retaggi culturali avversi al lupo. In Italia, dove le segnalazioni di casi di attacchi rivolti a persone da parte di lupi e di cani sono state spesso confuse tra loro, gli ultimi casi accertati di antropofagia si sono verificati intorno al 1825.

L’antropofagia del lupo è in ogni caso considerata un comportamento raro del lupo, che può verificarsi occasionalmente solo in condizioni ambientali particolarmente degradate, caratterizzate per esempio da una cronica carenza di prede, una popolazione rurale in forte espansione, e, più spesso, la presenza nella popolazione di individui affetti da rabbia silvestre.

Il lupo è inserito, in qualità di specie "vulnerabile", nella cosiddetta Lista Rossa redatta dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che elenca tutte le specie in qualche modo in pericolo.

La popolazione italiana è passata, negli ultimi 30 anni, grazie alla legge che lo protegge dal 1971, da circa 100 esemplari agli attuali oltre 500.

Il lupo ha ricolonizzato tutto l'Appennino e ha raggiunto le Alpi Occidentali e la Francia, ma è ancora visto come una minaccia da pastori e cacciatori. Per i pastori il lupo non perderà mai l'appellativo di massacratore di pecore, nonostante oggi rechino più danni alle greggi i cani rinselvatichiti. Per i cacciatori il lupo è un abilissimo concorrente nella caccia al cinghiale, e per tale motivo se ne avvistano qualcuno lasciano lungo i sentieri i bocconi avvelenati o li impallinano direttamente.

Per tali motivi ogni anno dai 50 ai 70 esemplari, circa il 10-15% del totale, vengono uccisi illegalmente.

Poiché i suoi antichi territori sono protetti, e grazie alla sua notevole adattabilità, la popolazione del lupo è attualmente in crescita. Infatti oltre a predare ungulati selvatici e domestici mangia piccoli mammiferi, carogne, rifiuti e persino frutti.



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