lunedì 23 marzo 2015

IL GLICINE

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I Glicini sono originari della Cina, del Giappone, della Corea e dell'America. Sono arbusti rampicanti di forte crescita, decidui, con una spettacolare fioritura primaverile ed un fogliame di un fresco verde brillante in estate.
Rustici, resistenti al freddo ed alla maggior parte delle malattie, i rami si attorcigliano ai loro sostegni come liane e possono essere utilizzati su pergolati, trillage, muri o ringhiere a guisa di cordoni, ghirlande o spalliere, per coprire pareti, fatti arrampicare su altri alberi, essere allevati come arbusti isolati o ad alberello.
Si possono impiegare con ottimi risultati sia in giardini storici che in moderne ambientazioni.

Pianta rampicante della famiglia delle Fabaceae, nota col nome comune di Glicine, molto usata come specie ornamentale per la vistosa e profumata fioritura primaverile. Il nome del genere è stato attribuito in onore di Gaspare Wistar (1761-1818), rinomato studioso di anatomia di Filadelfia, e comprende meno di dieci specie arbustive rampicanti, un tempo attribuite al genere Glycine, e classificate da alcuni autori anche con il nome di Wistaria.

Le Wisteria crescono avvolgendosi attorno a qualunque supporto in senso orario o senso antiorario, fino a 20 m in altezza e 10 m in orizzontale. La Wisteria più estesa al mondo si trova a Sierra Madre nella Contea di Los Angeles (California): occupa una superficie di oltre 0,4 hm² e pesa 250 tonnellate.

Desidera posizioni soleggiate, con terreno profondo e fresco, argilloso e ricco di elementi nutritivi. Si adatta comunque a qualunque tipo di terreno esclusi quelli calcarei. Annafiature moderate, per ottenere forme compatte e fioriture raccolte; è necessario effettuare ogni anno prima della ripresa vegetativa una potatura 'a sperone', tagliando cioè le cacciate di 1 anno, lasciando solo alcune gemme. È prevista anche una potatura verde estiva per alcune specie.

Si moltiplica d'estate. Per alcune varietà si pratica in marzo l'innesto su soggetto di Wisteria sinensis.

Il Glicine comune (Wisteria sinensis) con i suoi fiori color lilla violaceo è la varietà più conosciuta e diffusa ma seguendo il gusto del pubblico, oggi i vivaisti sono in grado di mettere a disposizione altre varietà con forme e colori nuovi.

Rampicante dal fascino antico, resistente e facile da coltivare, il glicine è di grande valore ornamentale per i caratteristici fiori raccolti in grappoli penduli.  Arbusti di grande vigoria, i glicini sono senza dubbio tra i più bei rampicanti a fioritura primaverile.

Sono chiamati comunemente «glicini» perché inizialmente queste piante furono attribuite allo stesso genere della soia (Glycine). Rustici in tutte le regioni italiane fino a circa 700 metri d’altitudine, questi rampicanti a foglie caduche si attorcigliano a qualsiasi supporto e con l’età i loro fusti lianosi diventano tronchi nodosi e contorti. Risultano molto adatti per coprire pergolati, archi, griglie, muri o facciate, grandi alberi ed anche capanni. I loro racemi (infiorescenze a grappolo) penduli di fiori profumati formano ghirlande sospese di effetto estremamente pittoresco. Ai fiori seguono i frutti, in forma di baccelli penduli, appiattiti e legnosi, che contengono uno o più semi. Il genere Wisteria comprende una decina di specie delle quali quattro meritano di essere coltivate nei giardini.

Il metodo più facile per moltiplicare i glicini è la propaggine. In marzo-aprile interrate, sotto 15 cm di terra soffice, un ramo per un piccolo tratto a circa metà della sua lunghezza, mentre è ancora attaccato alla pianta. Lo reciderete in autunno, solo quando la parte interrata avrà emesso le radici. I glicini si propagano anche per semina, in marzo-aprile, ma le piante così ottenute iniziano a fiorire dopo molti anni e in maniera poco soddisfacente. I vivaisti specializzati praticano anche la moltiplicazione per talea erbacea in agosto o per innesto sulle radici di Wisteria sinensis, in marzo.

II glicine è una pianta poco esigente che sopporta anche l'atmosfera inquinata delle città. Si pianta tra ottobre e marzo in qualsiasi terreno, purché non troppo calcareo, meglio se fertile e ben drenato. Ha però bisogno di un'esposizione molto soleggiata per dare il meglio della fioritura. Anche se talvolta può avere qualche difficoltà nell'attecchimento (perciò è meglio piantare esemplari cresciuti in vaso), dopo il primo anno cresce vigorosamente, non necessita di cure particolari e non teme il gelo. Tutti i glicini sono piante di sviluppo notevole e molto vigorose: è meglio tenerne conto e lasciar loro ampio spazio a disposizione. Anche le radici si espandono notevolmente e, se troppo a ridosso di pavimentazioni o muretti, possono danneggiarli. I fusti, sarmentosi e volubili, necessitano di un supporto nelle prime fasi di sviluppo per avviarli su superfici prive di appigli. In seguito lignificano e diventano veri e propri tronchi, anche di notevole diametro alla base. A proposito, una curiosità: nelle specie giapponesi i fusti si avvolgono attorno al sostegno in senso orario, mentre si avvolgono nel verso opposto quelli della specie giapponese. Dato il vigore delle piante, è bene fornire un sostegno ai rami evitando che possano avvolgersi tra le sbarre delle cancellate o intrecciarsi nelle reti: con il tempo finirebbero per inglobarle e danneggiarle.

In primavera, mettere a dimora un glicine con 2 o 3 fusti principali, e sistemare un sostegno in modo che i fusti, intrecciati tra loro, crescano verticalmente fino all'altezza di circa due metri. In seguito si salderanno in, modo da formare un unico tronco.
Raggiunta l'altezza desiderata per il tronco, disporre dei sostegni orizzontali per i rami, che andranno inizialmente guidati per formare la chioma.
Contemporaneamente, accorciare di un terzo i rami orizzontali per farli ingrossare e lignificare; questa potatura ha anche lo scopo di stimolare la produzione dei getti laterali che andranno a riempire la chioma.
Togliere il sostegno al tronco, che una volta lignificato sarà in grado di sostenersi da solo; in seguito sarà possibile eliminare gradualmente tutti i sostegni, non appena anche i rami orizzontali saranno diventati legnosi.
Per ottenere una chioma molto larga, sarà necessario sostenere i nuovi getti terminali man mano che crescono, mantenendoli orizzontali.

Dopo qualche anno di coltivazione in vaso, il glicine allevato secondo il suo portamento naturale dovrebbe essere trapiantato in terra, in quanto per svilupparsi le radici necessitano di notevoli quantità di terra. Oppure, provvedete ad una drastica riduzione della parte aerea e dell'apparato radicale e ricominciate la coltivazione a partire da un solo fusto, come se fosse un alberello, accorciando regolarmente i rami.
Raccogliete le foglie ormai secche del glicine e concimatelo con fertilizzanti minerali poveri di azoto, altrimenti si ripresenteranno ancora afidi e ragnetti rossi che lo hanno infestalo durante l'estate.
Una bella forma che potete dare al glicine del vostro balcone (coltivato in vaso), perché sappia regalarvi sempre un effetto piacevole, è quella ad ombrello. Educate il glicine ad alberello, lasciandogli solo un fusto. Agganciatelo ad un lutare e togliete i germogli laterali. Il terzo anno allargherete i rami nella forma prevista, fermandoli ad una piccola intelaiatura.

Il glicine ha un modo di accrescimento molto particolare e questo lo ha reso un simbolo dello sviluppo della coscienza umana.
E' una pianta di tipo vite legnosa rampicante che si sviluppa rapidamente con un movimento costante a spirale, in senso orario o antiorario. Questo suo modo di svilupparsi è stato preso a rappresentanza della coscienza dell'uomo che si espande dai centri vitali dell’interiorità per estendersi a influenzare il mondo esterno. Nell'accrescersi, il glicine tende ad avvilupparsi attorno a qualunque sostegno si presenti a disposizione. Questa sua caratteristica di comportamento lo ha fatto assumere a simbolo del gioco e dell'avventura nell'arte cinese. Il glicine è considerato anche dall'arte del Feng Shui, che prende i suoi grappoli floreali penduli e a cono come equivalente dell'atto di inchinarsi o di inginocchiarsi per rendere omaggio e mostrare rispetto.
Il glicine è un fiore da sempre apprezzato in Cina, ma per quanto riguarda l'estremo oriente, ha assunto un ruolo fondamentale anche all'interno della tradizione giapponese.
Nell'antichità, in Giappone il glicine veniva celebrato nelle feste aristocratiche e utilizzato frequentemente come motivo floreale sugli stemmi delle famiglie.
Il glicine era conosciuto nel lontano oriente ben 2000 anni prima di giungere in Europa, pare attraverso i semi portati come rarità da Marco Polo. Dall'Europa poi il fiore fu portato successivamente anche negli Stati Uniti.
Il glicine può essere molto invasivo, il suo rapido accrescimento e la tendenza ad espandersi in ogni direzione, lo possono rendere addirittura distruttivo e con il suo peso può arrivare addirittura ad abbattere edifici.
Per avere una vaga idea, di quanto possa crescere e svilupparsi un glicine, basti pensare alla pianta che cresce in Sierra Madre ed entrata nel Guinness dei Primati mondiale come quella che ha più fiori. Al massimo della sua fioritura, ne conta fino a 1.5 milioni per un peso totale di 250 tonnellate. E' una delle sette meraviglie vegetali nel mondo e ogni anno è festeggiata con un vero e proprio festival del glicine che attira migliaia di persone.
Come è necessario intervenire per contenere la crescita e l'espansione sregolata del glicine mettendolo a rigore, così è opportuno intervenire nel percorso evolutivo della coscienza umana, impartendo dei solidi fondamenti di base e fornire regole per gestire la spontaneità e l'espansione della vena creativa.
L'invasività del glicine e la sua tendenza ad avvilupparsi e propagarsi con estremo vigore, in epoca vittoriana era presa come una sorta di monito contro l'amore ossessivo e passionale, caratterizzato da una forte dipendenza, che può diventare al fine troppo soffocante.
Il glicine simboleggia anche la longevità e riporta all'immortalità, a causa della sua elevata resistenza che può arrivare anche a superare il secolo di vita.

In Giappone il glicine è molto diffuso ed ha un elevato valore simbolico all'interno del buddismo Jodo Shinshu, è infatti possibile trovarlo in numerosi templi a lui dedicati. I fiori in piena fioritura pendono verso il basso e i rami inchinano lievemente il capo in segno di rispetto ed umiltà. E' il simbolo di una supplica garbata e di una profonda riflessione religiosa in riferimento a Buddha. La pace e la tranquillità espresse dal fiore, sono quelle che servono per raccogliersi ed onorare la divinità.
Nello stesso ambito il glicine è preso a simbolo della luminosità e del continuo mutamento della vita. Tutto muta e tutto è destinato a finire, sempre, ragion per cui si dovrebbe apprezzare appieno ogni istante. Da qui l'insegnamento per ogni essere umano e il monito a non cadere mai nell'arroganza per emergere rispetto agli altri, ma mostrare piuttosto profonda gratitudine per i doni della vita. Questo è l'insegnamento della suddetta scuola buddista.
Nel teatro Kabuki, una delle maggiori rappresentazioni di successo vede la personalizzazione del glicine longevo e dalla vitalità vigorosa, da parte di una ragazza timida e romantica e travagliata dalle angosce d'amore che ha la stessa caparbietà della pianta.
In un contesto meno impegnativo, sia in Cina che in Giappone, il glicine rappresenta l'amicizia, tenera e reciproca. Al tempo degli imperatori giapponesi, si narra che questi, nel visitare terre straniere, portassero con se bonsai di glicine e si facessero precedere dagli uomini che li trasportavano, per esplicitare così le loro intenzioni amichevoli e di riguardo, nel confronto degli ospiti.

Nel linguaggio dei fiori che oggi ci è noto, il glicine simboleggia una richiesta di scuse o un semplice e modesto ringraziamento. Dei vari significati che ha assunto nel corso della storia, soprattutto nel lontano oriente, Il significato che il dono del glicine ha conservato è quello di segno di disponibilità ed anche prova di amicizia. Se dobbiamo scegliere un dono, il cui scopo è quello di chiedere scusa, o vogliamo compiere un piccolo gesto di ringraziamento, scegliere un regalo costoso è quanto mai sconsigliato, potrebbe causare imbarazzo ed ottenere l'effetto contrario a quello desiderato, facendo così sentire in debito il destinatario. Il fiore di glicine, grazie al suo significato, potrebbe essere il pensiero più adatto da offrire, semplice e non impegnativo, per chiedere scusa e anche per ricordare e riconfermare la forza dell'amicizia.
Il glicine rappresenta la fiducia donata ad un amico e il sentimento puro che si nutre nonostante tutto, nel rapporto d'amicizia.


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