L' allocco è un uccello rapace.
Ha occhi neri,non possiede ciuffi auricolari, si mimetizza alla perfezione nel bosco che frequenta, il suo colore può sembrare la corteccia di un albero. La taglia è di 38 cm, il peso variabile ma non supera i 600 grammi. Il dimorfismo sessuale è caratterizzato dalle dimensioni maggiori della femmina, caratteristica comune agli Strigidi.
Diffuso in tutta Italia, tranne che in Sardegna e apparentemente nella penisola salentina, e in gran parte dell'Europa, Asia e Africa del Nord. Strettamente legato agli ambienti forestali, si adatta facilmente anche agli ambienti agricoli e antropizzati, perfino i pieni centri storici di città di grandi e piccole dimensioni. Strettamente notturno al di fuori del periodo della riproduzione, durante l'allevamento dei piccoli è attivo anche al crepuscolo o in pieno giorno. Per il riposo utilizza posatoi su conifere, alberi coperti di edera, camini e anfratti nelle cascine o nei monumenti.
Come per il gufo comune, i piccoli mammiferi sono il suo pasto preferito, in particolare i topi.
Nidifica tra febbraio e giugno, in cavità naturali (principalmente alberi o nidi abbandonati) o artificiali.
Depone mediamente 2-4 uova, ad intervalli non regolari (fa solo una covata). L'incubazione dura un mese, l'involo dei pulcini avviene dopo 5 settimane dalla schiusa. Per l'autosufficienza occorrono 4 mesi.
È specie protetta ai sensi della legge 157/92. Non globalmente minacciata. CITES II, SPEC 4. In incremento ovunque in Europa grazie alla protezione, al rimboschimento e alle sue capacità di adattamento agli ambienti antropizzati. In Italia, l'Allocco è diffuso dappertutto dalle coste marine sino a 1500-1800 m s.l.m. purché ci siano ambienti boschivi, anche degradati. Colonizza frequentemente i centri cittadini con aree monumentali e parchi (Pavia, Trento, Siena, Roma, Torino, Bergamo). Popolazione stimata in Italia (45.000-70.000 coppie). Localmente molto abbondante (fino a 5,5 coppie/km², Parco di Monza, MB, Bosco della Mesola, FE). La mortalità da traffico veicolare è apparentemente minima, ma la specie è vulnerabile ai rodenticidi di nuova generazione (difenacoum, bromadiolone, brodifacoum, floucomafen)
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