Quercus L., 1753 è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Fagacee, comprendente gli alberi comunemente chiamati querce.
La parola latina quercus, conservata intatta nella lingua sarda (chercu), risale a una radice indoeuropea perkwu, rappresentata anche nel gotico faírguni "montagne (a querceti)" (cfr. antico alto tedesco faraha, da cui il tedesco Föhre, "pino", e fereh-eich "ippocastano"), nel gallico (silva p)ercynia e forse nel lituano Perkūnas, "dio delle tempeste". L'italiano quercia (toscano querce) risale a una forma aggettivale (arbor) quercea, mentre molti dialetti italiani hanno una forma *cerqua (presente anche in vari toponimi toscani). Il francese chêne risale invece al gallico cassǎnus, l'italiano meridionale ha il tipo carrillo. Il greco presenta invece δρῦς drŷs "albero" e φήγος phḗgos "tipo di quercia", applicati anche ad altre specie botaniche.
Il genere Quercus comprende molte specie di alberi spontanei in Italia. In molti casi il portamento è imponente anche se ci sono specie arbustive. Le foglie, alterne, sono talvolta lobate, talvolta dentate e sulla stessa pianta possono avere forme differenti, per la differenza del fogliame giovanile rispetto a quello adulto.
Le querce sono piante monoiche, ovvero la stessa pianta porta sia i fiori maschili che quelli femminili. I fiori maschili sono riuniti in amenti di colore giallo, quelli femminili sono di colore verde. Il frutto è la ghianda, formata da una cupola di squame che circonda la base della noce.
Al genere appartengono circa 450 specie di piante rustiche, a foglie decidue o sempreverdi. Le prime specie di querce comparvero sulla Terra nel periodo Cenozoico.
Una delle caratteristiche delle querce decidue è che le foglie secche cadono alla fine dell’inverno e non in autunno.
L'areale del genere Quercus comprende buona parte dell'emisfero settentrionale, estendosi dalla zona temperata a quella tropicale di America, Europa, Nord Africa e Asia.
In Europa durante l'ultima era glaciale le popolazioni di Quercus sono state confinate in tre zone rifugio situate in Spagna, in Italia e nei Balcani per poi ricolonizzare il territorio del continente europeo. Lo scienziato francese Antoine Kremer ha studiato, tramite il confronto dei dati genetici e dei dati palinologici dei pollini fossili delle due querce più diffuse in Europa, Quercus robur e Quercus petraea, le vie di colonizzazione intraprese dai vari lignaggi. I rilievi ed in particolare le Alpi hanno a volte rallentato o deviato l'avanzata ma la traiettoria sud-nord è resa costantemente visibile. In questo modo le querce rifugiatesi nella penisola iberica hanno colonizzato tutta la zona situata ad ovest lungo l'asse Tolosa-Colonia-Amsterdam, ed in maniera esclusiva le isole britanniche. Le querce rifugiatesi in Italia e nei Balcani sono progredite verso l'Europa orientale e la Russia. Dall'analisi palinologica è emerso un dato sorprendente che riguarda la velocità di questa progressione: in media le querce sono avanzate di 380 m all'anno, con delle punte massime di 500 m all'anno in certi periodi.
La quercia possiede proprietà astringenti, emostatiche, antinfiammatorie, analgesiche del cavo orale. Utilizzato come decotto o infuso per lavarsi, diminuisce la sudorazione.
È celebre la quercia sotto cui Torquato Tasso si riposava e leggeva durante il suo soggiorno a Roma. A questo proposito l'umorista Achille Campanile scrisse un gustoso raccontino La quercia del Tasso, nella raccolta Manuale di conversazione.
Il ramo di quercia era per i romani simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza. Esso è sempre stato il simbolo della forza, della virilità e del valore in campo militare, come il ramo d'ulivo è simbolo della pace (entrambi compaiono nell'emblema della Repubblica Italiana).
La quercia è stato il simbolo del Partito Democratico della Sinistra e poi dei Democratici di Sinistra.
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