domenica 15 marzo 2015

IL FIORDALISO

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Il fiordaliso (nome scientifico Cyanus segetum Hill, 1769) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia Asteraceae.

Il nome del genere deriva da una antica parola greca ”kyanos” o ”κύανο” (= sostanza di colore blu scuro simile ai lapislazzuli) e si riferisce al colore prevalente dei fiori di questo genere. Il nome specifico (segetum) deriva da una parola latina ”ségetis” (= “dei campi di grano” o anche “il seminato”) con probabile riferimento al suo habitat più usuale: i campi di cereali. Il suo nome comune deriva invece dal francese "fleur de lis" (fior di giglio). È chiamato anche Cìano (dal greco – vedi sopra) sebbene il termine sia in disuso o di impiego poetico.
Il binomio scientifico di questa pianta (Centaurea cyanus) è stato proposto dal botanico inglese John Hill (c. 1716 – 1775) nella pubblicazione “Herb Brit 1: 82” del 1769 riferendosi a due episodi della mitologia romana: il primo narra della dea Flora, innamorata di un giovanotto di nome Cyanus, che quando lo ritrovò morto disteso in un campo di fiordalisi diede a quei fiori il nome del suo amato, e il secondo invece (Centaurea) prende il nome da Chirone, un centauro, che rimase ferito al piede da una freccia avvelenata e si curò con il succo tratto da questo fiore.

È una pianta annuale (raramente biennale) che può avere un'altezza di 20–90 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante che essendo annuali superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Tutta la pianta è ricoperta da una tomentosità molle e biancastra.

Le radici sono secondarie da fittone.

La parte aerea del fusto è lunga e ampiamente ramificata (ramificazioni di tipo piramidale); la consistenza è flaccida; la superficie presenta una pelosità ragnatelosa (aracnoide).

Sono presenti delle foglie radicali picciolate disposte a rosetta basale; la lamina è intera o pennatifida con segmenti lineari (da 1 a 3 per lato). La parte abassiale delle foglie ha una superficie bianco grigiastra e scarsamente tomentosa; quella adassiale è da verde a grigio-verde e scarsamente aracnoide. Le foglie cauline più ridotte, di forma da lineare- lanceolata a lineare acuta, sono disposte ad alternanza lungo il fusto e sono sessili; la lamina è per lo più intera e trinervia. Dimensioni delle foglie: larghezza 3 — 8 mm; lunghezza 20 — 70 mm.

Le infiorescenze sono formate da pochi o molti capolini su lunghi peduncoli afilli ed eretti. Le infiorescenze possono essere del tipo corimboso o panicolato. I capolini sono formati da un involucro piriforme (o ovale) composto da diverse squame (o brattee) disposte in modo embricato al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori. Le squame spesso sono arrossate con strette appendici brune portanti ciglia di 1 mm di colore argenteo; la superficie è pubescente; sono disposte su sei file circa; hanno una forma da ellittica a strettamente ellittica. Diametro dei capolini: 20 — 40 mm. Diametro dell’involucro: 5 — 13 mm. Dimensione delle squame esterne: larghezza 2 — 4 mm; lunghezza 3 – 6 mm. Dimensione delle squame interne: larghezza 3 — 4 mm; lunghezza 10 — 11 mm.

I fiori sono tutti del tipo tubuloso (il tipo ligulato, i fiori del raggio, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono ermafroditi (in particolare quelli centrali), tetra-ciclici (sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi).
I sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
La corolla è tubulosa con apice a 5 lobi esili. La corolla dei fiori centrali è zigomorfa, quella dei fiori periferici è attinomorfa, più grande (i lobi sono allargati in sette-nove divisioni irregolari), e disposta in modo patente per rendere più appariscente tutta l’infiorescenza. Il colore della corolla è di norma azzurro-violetta, ma può variare in intensità, in lucentezza, in vivacità in relazione con l’acidità del suo succo cellulare. Lunghezza dei fiori: 16 mm.
Gli stami sono 5 con filamenti liberi ma corti (sono pelosi verso la metà della loro lunghezza), mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo e lungo quasi quanto la corolla; la parte superiore è costituita da prolungamenti coriacei. I filamenti delle antere sono provvisti di movimenti sensitivi attivati da uno stimolo tattile qualsiasi (come ad esempio un insetto pronubo) in modo da far liberare dalle antere il polline. Contemporaneamente anche lo stilo si raddrizza per ricevere meglio il polline.
Gli stigmi dello stilo sono due divergenti; l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
Antesi: da maggio a ottobre (fino ad agosto a quote più alte).
I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni a forma ellissoide sono lunghi 3 – 4 mm; i lati sono striati longitudinalmente; la superficie è scarsamente pubescente. Il pappo è formato sia da setole esterne lunghe 2 – 3 mm, che da scaglie più interne lunghe 1 – 2 mm, disposte su più righe.

L'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
La fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori .
I semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Il tipo corologico (area di origine) è Steno-Mediterraneo divenuto Subcosmopolita.
In Italia è comune ed è presente su tutto il territorio. Sui vari rilievi europei è presente, oltre che nelle Alpi, anche nei Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi. Nel suo areale originario (l'Europa) questa specie è in declino, a causa dei diserbanti usati in agricoltura; in particolare, nel Regno Unito, la sua diffusione si è drasticamente ridotta negli ultimi 50 anni, tanto da essere classificata come a rischio di estinzione. Comunque, grazie al suo utilizzo come pianta ornamentale, è stata introdotta in molte altre aree del mondo, come il Nord America e parti dell'Australia.
Il suo habitat tipico sono i campi di cereali; cresce inoltre in luoghi come prati, terreni incolti e ai bordi delle strade. Fa parte delle specie cosiddette "messicole". Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Sui rilievi queste piante si possono trovare da 0 fino a 1500 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).


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