venerdì 13 marzo 2015

LA CAMPANELLA

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Campanula (Campanula L., 1753) è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Campanulaceae (sottofamiglia Campanuloideae), dall'aspetto di erbacee annuali/bienni o perenni dal tipico fiore a forma di campana.

Il nome del genere (“campanula”) deriva dalla forma a campana del fiore; in particolare il vocabolo deriva dal latino e significa: piccola campana.
Dalle documentazioni risulta che il primo ad usare il nome botanico di “Campanula” sia stato il naturalista belga Rembert Dodoens, vissuto fra il 1517 e il 1585. Tale nome comunque era in uso già da tempo, anche se modificato, in molte lingue europee. Infatti nel francese arcaico queste piante venivano chiamate “Campanelles” (oggi si dicono “Campanules” o “Clochettes”), mentre in tedesco vengono dette “Glockenblumen” e in inglese “Bell-flower” o “Blue-bell”. In italiano vengono chiamare “Campanelle”. Tutte forme queste che derivano ovviamente dalla lingua latina.
Da un punto di vista scientifico il nome del genere è stato pubblicato per la prima volta da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 1:. 163 1753" del 1753.

Le specie del genere Campanula sono piante erbacee (raramente legnose), normalmente perenni (esistono anche specie annuali e bienni) alte da pochi centimetri (5 cm) fino a 2 m con portamento variabile da specie a specie. Quasi tutte contengono delle sostanze lattiginose.

Le radici sono quasi sempre grosse (rizomatose), ricche di lattice e spesso sono commestibili.

Il fusto in genere è eretto, non molto foglioso e poco ramoso; quasi sempre è pubescente e a volte può essere tomentoso (raramente glabro).

Foglie basali: le foglie radicali sono più grandi di quelle cauline e sono più lungamente picciolate; inoltre hanno frequentemente un portamento a rosetta; a volte sono transitorie (non sono persistenti alla fioritura). Il margine della foglia può essere intero o dentato.
Foglie cauline: le foglie cauline sono a disposizione alterna lungo il fusto, generalmente sono più strette e con forme differenti rispetto alla radicali; verso la parte alta del fusto sono progressivamente sessili, a volte anche amplessicauli.

L'infiorescenza è ricca di fioriture colorate di bianco, celeste, rosa-lilla, viola-blu, gialle. I fiori sono sessili o peduncolati e sono solitari o riuniti in racemi (lassi o densi) o spighe generalmente terminali. A volte si presentano in capolini privi di brattee.

I fiori sono formati da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali, ermafroditi e attinomorfi.

Il calice ha un tubo più o meno lungo con 5 denti (prolungamento dei sepali), il più delle volte a forma di lacinie patenti o appressate alla corolla. I sepali possono avere delle appendici fogliacee riflesse oppure no.
La corolla è un corpo unico (gamopetala); la forma può essere più o meno campanulata, o imbutiforme ma anche svasata o a forma di coppa o cono; nella parte terminale ha 5 lobi (denti) o divisioni che generalmente sono più brevi del tubo corollino.
Gli stami sono 5 liberi e a volte diseguali fra di loro; i filamenti staminali sono membranosi alla base (e lievemente dilatati); le antere sono libere (raramente sono connate). Il polline è 3-porato e spinuloso.
L'ovario è generalmente infero con 3 loculi opposti ai lobi calicini e senza disco (corpo carnoso ricettacolare dell'ovario); lo stilo è cilindrico, semplice e poco sporgente, mentre lo stimma è trilobo (solamente nella specie Campanula medium sono presenti 5 stimmi). Lo stilo possiede dei peli per raccogliere il polline. I disci del nettare sono assenti.

I frutti sono generalmente delle capsule ovate (erette o pendule) contenenti numerosi semi. Le logge possono essere 3 o 5 (in C. medium) corrispondentemente all'ovario e sono deiscenti per pori (capsula poricida: i pori di deiscenza si aprono inferiormente ai denti del calice che è persistente al frutto).

L'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama con api e farfalle anche notturne). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.
La fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
I semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Il bacino di origine del genere e centro di distribuzione per il resto del mondo è sicuramente la zona mediterranea (Europa con alcuni endemismi originari delle isole Canarie e Azzorre), in parte l'Asia (Caucaso, Asia Minore, Siberia, Giappone) e l'Africa (Nubia e Abissinia), ma anche le isole del Capo Verde e le regioni artiche.
La distribuzione è globale nell'emisfero boreale con estensioni nell'Africa del Sud, Asia del Sud e Messico.
Le Campanule sono considerate delle piante pioniere in quanto compaiono in zone particolarmente impervie dove cresce solo il muschio aprendo la strada ad altre specie. Hanno bisogno di terreni freschi o appena umidi caratteristici delle zone mediterranee. Alcune specie sono calcifughe (ad esempio la C. barbata), altre preferiscono gli scisti calcarei soleggiati (ad esempio la C. alpestris), oppure ricercano terreni ricchi di calce (come C. medium, C. thyrsoides o C. cochleariifolia). In generale non sopportano molto i terreni asciutti ed ombrosi.

La specie più conosciuta come commestibile è la C. rapunculus. Si consumano le radici carnose raccolte fin prima dell'inizio della fioritura. Altre specie alimentari sono: C. rapuncoloides e C. persicifolia. Le prime notizia di un uso commestibile di queste piante le abbiamo nel XV secolo dall'agronomo francese Oliviero de Serres (1539-1619) nel suo “Théàtre d'agriculture”. Ma altri autori europei come lo scrittore e umanista François Rabelais (1494 – 1553) nel suo Gargantua e Pantagruel ne consigliavano l'uso come insalate estive o autunnali. In Inghilterra molte specie sono giunte importate inizialmente per la coltivazione orticola, poi rimaste come specie ornamentali. È il caso della C. medium e della C. persicifolia che, individuate in Inghilterra alla fine del Cinquecento dal botanico inglese John Gerard (1545-1612), sono proprie entrambe solamente della nostra flora spontanea, e quindi specie del tutto ignote al clima insulare inglese; ma ancor più eloquente è il caso della C. pyramidalis (sempre raccolte in Inghilterra dal Gerad) che indubbiamente è una specie reperibile allo stato spontaneo solamente nella pianura veneta e friulana.

La coltivazione di queste piante, nei giardini o nelle coltivazioni orticole, già nel XVIII secolo comprendeva una 20 di specie. Numero che aumentò nel secolo successivo grazie ad un largo sviluppo delle importazioni europee dagli altri continenti. Oggi questo numero arriva ad una sessantina di specie coltivate soprattutto nel giardinaggio.
Varie sono le specie coltivate come piante ornamentali che si prestano per formare aiuole e bordure nei giardini, per la coltura in vaso sui terrazzi, e industrialmente per la produzione del fiore reciso.
Tra le specie annuali e biennali più utilizzate, ricordiamo la C. longystila a fiore blu-lilla cupo di origine caucasica; la C. ramosissima con grandi fiori colorati di violetto, celeste-lilla e bianco di origine europea; la C. medium con fiori variamente colorati e spesso doppi.
Le specie perenni, coltivate come annuali, scartando quindi le piantine sfiorite, sono: la C. barbata spontanea, con fiori azzurro pallido; la C. thyrsoides dai fiori gialli e la C. isophylla nota volgarmente come Stella d'Italia con grandi fiori bianchi o azzurri numerosissimi, che ricoprono il fogliame verde chiaro, raggiunge i 30 cm e può essere coltivata in vasi pensili per appartamenti o terrazze; tra le perenni coltivate come biennali ricordiamo la C. medium molto decorativa con grandi fiori vistosi, e con varietà come la calycanthea dai colori rosa, viola.
Tra le specie perenni ricordiamo la C. fragilis dai fiori bianchi e celesti; la C. persicaefolia, spontanea in varie parti del mondo con fiori colorati di blu, azzurro chiaro o bianco, di grande sviluppo, con steli alti fino a 1 m, coltivata per la produzione del fiore reciso; la C. portenschlagiana (sinonimo di C. muralis) con fiori colorati di azzurro brillante, la C. pyramidalis coltivabile in vaso, la C. carpatica, la C. fragilis e la C. alliariifolia per decorare giardini rocciosi.

Le piante di questo genere preferiscono posizioni a mezzo sole, con terreno soffice, ricco di sostanze organiche e fresco, in zone con buona umidità ambientale.
Le Campanula perenni coltivate in vaso, vanno rinvasate in primavera, utilizzando terriccio universale; è da prevedere la regolare potatura della chioma cimando i getti apicali per favorire un aspetto più compatto e per stimolare la fioritura. Concimazioni ogni due settimane, con fertilizzante liquido nel periodo della fioritura.
Annaffiature generose e frequenti nebulizzazioni nel periodo più caldo.
Le annuali si seminano all'inizio della primavera o in autunno facendo svernare le piantine sottovetro, le biennali o le perenni coltivate come annuali vengono seminate entro giugno con fioritura nella primavera successiva. Le perenni si moltiplicano con la semina, o per via agamica con la divisione dei cespi, separando i numerosi germogli che la pianta emette attorno al vecchio ceppo dopo la fioritura, come nella specie C. persicifolia.

Alcune larve di lepidotteri utilizzano le piante del genere Campanula come alimento. Tra le varie larve citiamo quella della falena Eupithecia vulgata e Eupithecia centaureata (della famiglia delle Geometridae), delle falene Melanchra persicariae, Diarsia mendica e Amphipyra tragopoginis (della famiglia delle Noctuidae).


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