Il nome del genere (“Primula”) deriva da un'antica locuzione italiana che significa fior di primavera (e prima ancora potrebbe derivare dal latino primus). All'inizio del Rinascimento questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l'inverno, ad esempio così si indicavano le primaverili margheritine (Bellis perennis – Pratolina). In seguito però il significato si restrinse come nome specifico (nel parlare corrente) alla pianta di questa scheda (chiamata alla fine “Primula comune”), e come nome dell'intero genere nei trattati botanici. Nella letteratura scientifica uno dei primi botanici a usare il nome di “Primula” per questi fiori fu P.A. Matthioli (1500 – 1577), medico e botanico di Siena, famoso fra l'altro per avere fatto degli studi su Dioscoride, e per aver scritto una delle prime opere botaniche moderne. Nome confermato nel XVII secolo anche dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) al quale normalmente si attribuisce la fondazione di questo genere.
Auricula in latino significa orecchia e si riferisce alla particolare forma delle foglie che ricorda vagamente le orecchie degli orsi (anche nel nome italiano sussiste un tale riferimento).
L'attuale binomio scientifico ("Primula auricula") è stato definito da Carl von Linné (biologo e scrittore svedese, Rashult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778) nel 1753.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Aurikel oppure Flühblümchen; in francese si chiama Primevère auricule; in inglese si chiama Auricola.
È una pianta perenne di aspetto quasi cespitoso la cui altezza varia da 5 ed i 25 centimetri. La fioritura è unica nel corso dell'anno (sono piante “monocarpiche” = un solo frutto nell'arco della stagione). La forma biologica è del tipo emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con foglie disposte a formare una rosetta basale.
Le radici sono secondarie da rizoma.
La parte ipogea del fusto consiste in un breve rizoma ad andamento obliquo.
La parte aerea consiste in un sottile fusto lungo al massimo 15–20 cm e afillo.
Le foglie sono spiralate in rosetta (sono presenti solo le foglie basali o radicali a inserimento sessile). Sono obovate-spatolate, arrotondate all'apice e di consistenza carnosa (quasi coriacea). La superficie è liscia e glabra, quella superiore è verde lucido, mentre quella inferiore ha un verde sbiadito. Il margine è dentellato nella parte apicale ed è di colore bianco-cartilagineo. Queste foglie possiedono degli apparati ghiandolari acquiferi (chiamati “idatoi”) che hanno la funzione di eliminare i liquidi in eccedenza (acqua o anche carbonato di calcio). Dimensioni delle foglie: larghezza 2 – 5,5 cm; lunghezza 3 – 10 cm.
L'infiorescenza è un'ombrella a portamento reclinato formata da diversi fiori ognuno col suo peduncolo a consistenza farinosa. Alla base dell'infiorescenza sono presenti delle brattee fogliose (quasi membranose) a margine intero e di forma ovata. Dimensione delle brattee 1 – 4 mm. Lunghezza dei peduncoli : 10 – 20 mm.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetraciclici (hanno i 4 verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti). Il colore dei fiori è giallo intenso con un anello biancastro alle fauci e sono delicatamente profumati. Diametro del fiore: 16 – 25 mm.
Il calice (gamosepalo) e di aspetto farinoso (o pruinoso) è formato da cinque denti (sepali) acuti saldati insieme per buona parte (i denti occupano i 2/5 o 1/2 della sua lunghezza). La forma del calice è campanulata-emisferica ed è persistente. Lunghezza del calice : 4 – 5 mm.
La corolla (gamopetala) “ipocrateriforme” è più lunga del calice ed è a lembo piano costituita da 5 petali obcordati e retusi alla sommità. La corolla è “ipogina”, ossia i petali sono inseriti sul ricettacolo al di sotto dell'ovario. La parte interna della corolla è cilindrica. Lunghezza del tubo: 9 – 12 mm. Dimensione dei lobi: larghezza 6 mm, lunghezza 8 mm.
Gli stami sono 5 con brevi filamenti (non sporgono dalla corolla). Gli stami sono “epipetali” ossia sono inseriti direttamente nella corolla, (in posizione opposta ai petali) in alcuni casi, circa a metà del tubo corollino: in questo caso sono inclusi; in altri casi sono inseriti all'altezza della sommità della corolla (appena sotto le fauci) e in questo caso non sono inclusi ma sporgono dalle fauci.
L'ovario è supero, uniloculare, formato da 5 carpelli saldati, con numerosi ovuli. La placenta è “assile” (o centrale), ossia attraversa diametralmente il pericarpo. Lo stilo è lungo e si affaccia alle fauci se gli stami sono inclusi nel tubo corollino (e quindi sono in posizione bassa), altrimenti è più corto e rimane chiuso nel tubo corollino con lo stigma capitato localizzato quindi a metà corolla circa. Questo dimorfismo (“brevistilo” e “longistilo” nella stessa specie chiamato “eterostilia”) fu studiato dal Darwin e viene considerato uno degli aspetti più interessanti di questa specie (e di altre dello stesso genere). Questa proprietà impedisce una fecondazione “autogama” (o autoimpollinazione), mentre favorisce una fecondazione entomofila (e quindi più efficiente da un punto di vista genetico) da parte degli insetti. In effetti si riscontra che l'impollinazione tra individui con lo stesso tipo di “eterostilia” è inefficace. È interessante rilevare inoltre che in una stessa popolazione le due caratteristiche sono presenti ognuna esattamente con il 50% degli individui.
Fioritura: da aprile a luglio.
Impollinazione entomofila tramite farfalle (anche notturne) e api.
Il frutto è una capsula sferica e deiscente alla sommità per 5-10 denti. Contiene numerosi semi.
In Italia si trova comunemente al nord e al centro (nelle Alpi è più frequente al centro e a oriente); fuori dall'Italia si trova nella parte centrale d'Europa, Giura, Vosgi, Foresta nera, Carpazi (Monti Tatra) e Alpi Dinariche.
L'habitat tipico per queste piante sono le rupi verticali, ripari sotto roccia, ma anche le praterie rase alpine-subalpine; il substrato preferito è calcareo (ma anche calcareo-siliceo), con pH basico e bassi valori nutrizionali del terreno con umidità media.
Questa pianta vegeta dai 300 ai 2600 m s.l.m.; sui rilievi frequenta quindi i piani vegetazionali montano, subalpino e alpino.
LEGGI ANCHE : http://pulitiss.blogspot.it/p/verde.html
http://asiamicky.blogspot.it/2015/03/parco-regionale-campo-dei-fiori.html
FAI VOLARE LA FANTASIA
NON FARTI RUBARE IL TEMPO
I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
.NON FARTI RUBARE IL TEMPO
I TUOI SOGNI DIVENTANO REALTA'
OGNI DESIDERIO SARA' REALIZZATO
IL TUO FUTURO E' ADESSO .
MUNDIMAGO
http://www.mundimago.org/
GUARDA ANCHE
LA NOSTRA APP
.
Nessun commento:
Posta un commento
Eseguiamo Siti e Blog a prezzi modici visita: www.cipiri.com .