martedì 23 giugno 2015

IL BOB



Il Bob è uno sport invernale nel quale gli equipaggi da due o quattro persone scendono attraverso una pista ghiacciata cercando di ottenere il miglior tempo possibile. Solitamente si usa neve pressata innaffiata nelle ore notturne, così da formare uno stato ghiacciato di adeguato spessore e perfettamente liscio.

Generalmente la lunghezza della pista è di 1500 metri con quindici curve, di cui alcune sopraelevate, avente la parte superiore concava. In questo modo la forza centrifuga evita che il bob finisca al di fuori della pista. Le velocità raggiunte sono superiori ai 130 km/h in cui l'equipaggio nell'affrontare alcune curve, è sottoposto ad accelerazioni laterali di ben 5g.

Le origini del bob risalgono alla comunissima slitta, conosciuta sulle montagne, in tutte le parti del mondo, come mezzo di trasporto per portare a valle ogni genere di merce. Tanto negli antichi racconti di tribù indiane d'America quanto nella storia delle nostre montagne la slitta è sempre presente, anche se costruita in modi diversi a seconda delle specifiche esigenze. Si trova così traccia di slitte a un solo pattino, impiegate principalmente per le persone, o a due pattini tenuti insieme da listelli di legno e strisce di cuoio. L'evoluzione di tali mezzi rudimentali portò all'introduzione del toboggan, più veloce e sicuro.
Lanciato su pendii innevati o su strade ghiacciate, il toboggan diede inizio ai piaceri degli sport invernali molto tempo prima che si affermasse lo sci: se ne appassionarono i turisti delle località montane alla moda, specialmente Davos e St. Moritz sulle Alpi svizzere. Negli anni Ottanta del 19° secolo i sempre più numerosi praticanti costituirono una loro associazione, individuando nei pendii del Cresta Run, tra St. Moritz e Celerina, e nella strada tra Davos e Klosters il teatro ideale delle loro spericolate discese. Presto però il toboggan risultò troppo rigido e duro per correre sulle piste ghiacciate e si pensò quindi di introdurre veri e propri pattini, che fecero guadagnare in velocità ma perdere in sicurezza: era infatti difficile mantenere il percorso stabilito e inoltre l'eccesso di velocità causava molti incidenti. Fu così che nel 1889, il maggiore W.H. Bulpetts presentò il primo toboggan con elementi di acciaio, da lui costruito insieme a Christian Mathis, fabbro ferraio di St. Moritz. Questo prototipo, pur avendo un semplice rastrello da giardiniere come freno e un doppio carrello montato su pattini d'acciaio, possedeva già un sistema di comando a fune: successive soluzioni mirate ad aumentare la velocità e la sicurezza portarono all'utilizzo di un sistema di sterzo. Il nuovo mezzo, cui fu dato il nome di bob-sleigh ("guidoslitta"), poteva avere due o più sedili. L'equipaggio guidava in posizione seduta, a differenza di altri mezzi, in uso principalmente a Davos, in cui si scendeva in posizione 'ventre a terra'.
Il 21 dicembre 1897 gli appassionati del toboggan e del bob si unirono, costituendo il St. Moritz bobsleigh club, che attraverso un comitato di cinque membri cercò di dare una prima regolamentazione al nuovo sport, oltre a curare la sistemazione della pista del Cresta Run che fu adattata alle nuove esigenze. Il 5 gennaio 1898 vi si tenne la prima corsa ufficiale. L'equipaggio vincitore era composto da G. St. Aubyn, guidatore e capitano, Mrs. Shepley e Miss Davidson, passeggere, il maggiore De Winton e H.N.P. Shaw, frenatori. Le grosse slitte in uso in quel tempo trasportavano cinque o sei passeggeri e le prime regole delle gare prevedevano che due fossero donne.
Il bob divenne uno sport molto popolare tra gli appartenenti all'alta società che soggiornavano nelle località invernali delle Alpi svizzere e registrò presto una forte espansione anche in Austria, Italia e Germania, dove ebbe un forte impulso grazie al principe ereditario tedesco Federico Guglielmo. Nel 1903, in seguito a continue contese con le autorità comunali che proibivano l'uso delle strade alle corse di bob, il St. Moritz bobsleigh club si fece promotore della progettazione e costruzione di un percorso strutturato al di fuori delle strade aperte alla pubblica circolazione e fu così realizzata la prima pista artificiale, con rettilinei e ripari di ghiaccio sulle curve, che da St. Moritz scendeva al Parco Badrutt di Celerina.
Non esistevano in quegli anni normative in merito alle attrezzature e all'abbigliamento, che molte documentazioni del tempo rivelano essere stati alquanto stravaganti. I membri maschili delle squadre di solito indossavano spessi cappelli di lana, calati in profondità sul viso, che lasciavano scoperti solo gli occhi e il naso, pesanti maglioni e guanti lunghi fino ai gomiti, gambali di pelle o di pesante tela di canapa e scarpe d'alta montagna. Le donne erano vestite con lunghi maglioni invernali e stivali, cappuccio o cappelli a tesa larga. Ben presto, però, si dovette abolire la regola che riguardava la presenza femminile in squadra, poiché non era facile trovare donne disposte a correre il rischio di effettuare una gara su un percorso poco sicuro e con un mezzo tanto pericoloso.

Presto furono aperte piste naturali un po' dappertutto lungo i versanti delle Alpi, e anche in America si iniziò a praticare questa disciplina. L'Austria organizzò il primo Campionato nazionale nel 1908, seguì la Germania nel 1910. Il primo Europeo fu disputato nel 1914. Quando si pensò di organizzare i Giochi Olimpici anche per gli sport invernali, il bob ebbe così tanti sostenitori che non si poté fare altro che includerlo: fece la sua apparizione già alla prima edizione che ebbe luogo a Chamonix nel 1924. Le gare effettuate in quella occasione furono anche riconosciute come primo campionato internazionale. Risultò vincitore l'equipaggio svizzero guidato da Eduard Sherrer con cinque passeggeri.
Un anno prima era stata costituita la FIBT (Fédération internationale de bobsleigh et tobogganing), che ancora oggi dirige questo sport. Della fondazione si fece promotore, per incarico delle autorità sportive francesi, un redattore del famoso giornale parigino Le Figaro, Franz Reichel, egli stesso bobbista appassionato. Invitò a Parigi il pilota di bob Pierre Golay in rappresentanza della Svizzera, il maggiore B.M. Patton per la Gran Bretagna, il giocatore di calcio Allan Muhr per gli Stati Uniti e i francesi François Alebert, Maurice Mayuns e Renaud de la Frégeolière. Nello stesso giorno venne costituita la FIBT e, su proposta dello stesso Reichel, il conte de la Frégeolière venne eletto presidente, carica che mantenne per trentasette anni, fino al congresso internazionale di Cortina del 1960, quando venne nominato presidente onorario e sostituito nell'incarico dall'italiano Amilcare Rota.
Il primo Campionato del Mondo organizzato dalla FIBT fu disputato nel 1927 a St. Moritz e fu vinto dall'equipaggio inglese a cinque pilotato da C.N. Martineu. Le associazioni americane di bob, che non facevano parte della FIBT e di conseguenza non erano riconosciute dal Comitato internazionale olimpico, vi aderirono nel 1928 proprio in tempo per partecipare ai secondi Giochi Olimpici invernali, tenuti nello stesso anno a St. Moritz. Gli americani si imposero su tutti gli altri concorrenti e conquistarono la medaglia d'oro con Willy Fiske e quella d'argento con l'equipaggio pilotato da Jennison Heaton.
Durante i primi congressi della FIBT vennero emanate le regole che, con successive modificazioni, portarono al pieno inserimento della disciplina nell'ambito degli sport invernali. A Davos, nel 1928, venne abolita la posizione sdraiata 'ventre a terra', ritenuta non sufficientemente atletica e restrittiva se si volevano migliorare le prestazioni di gara. Nel 1930 il numero dei membri dell'equipaggio fu ridotto a quattro, mentre nel 1931 fu introdotta la gara di bob a due. I verbali del congresso del 1938 riferiscono del primo tentativo di illecito operato nella disciplina: ai Giochi Olimpici di Garmisch-Partenkirchen del 1936 fu ritrovata una cintura imbottita di piombo del peso di 15 kg, dimenticata da un equipaggio. Furono successivamente stilati i primi regolamenti sulla costruzione dei mezzi, includendo limitazioni nel peso e nelle misure.
Nel corso degli anni i continui aggiornamenti dei regolamenti, dettati principalmente dall'esigenza di migliorare la sicurezza durante la gara relativamente sia ai mezzi sia alle piste, hanno consentito un salto qualitativo che ha portato il bob a connotarsi come uno sport della velocità praticato da atleti ben allenati, con mezzi tecnologicamente molto sofisticati, su piste altamente spettacolari, disegnate in modo da esaltare le prestazioni, assicurando allo stesso tempo la massima sicurezza agli equipaggi.
Le regole delle prime gare di bob prevedevano che almeno due membri dell'equipaggio fossero donne e di tale partecipazione femminile restano numerose testimonianze fotografiche. Tuttavia già al congresso di costituzione della Federazione internazionale nel 1923 si parlò dell'opportunità di escludere le donne dalle gare ufficiali, decisione che fu formalizzata al congresso di Davos del 1928. Nel 1932 venne avanzata la proposta di consentire alle donne il ruolo di pilota nel bob a due e di membro dell'equipaggio nel bob a quattro, ma si rimandò la discussione al congresso successivo, quando la richie-sta fu respinta, malgrado il parere favorevole del presidente de la Frégeolière. Non se ne parlò più per vent'anni, fino al 1955, quando la Cecoslovacchia ripropose la questione, ma invano. Nel 1975, al congresso di Cervinia, la proposta fu avanzata nuovamente dalla Francia, ma nonostante il presidente Rota dichiarasse che "la normativa internazionale non conteneva alcuna restrizione riguardante il sesso dei concorrenti" gli stessi francesi non fecero più alcun tipo di pressione e non se ne fece nulla. Ci vollero altri diciassette anni prima che la 'questione femminile' fosse affrontata di nuovo durante un congresso FIBT: se ne fece promotrice la Gran Bretagna nel 1992 a Lillehammer. A quel tempo le donne avevano già iniziato a praticare il bob in un loro circuito di gare, ma soltanto nel 1995 a Treviso la Federazione internazionale autorizzò ufficialmente le gare di campionato di bob femminile, che ha esordito alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002.

Anche in Italia agli inizi del 20° secolo il nuovo sport richiamò l'interesse di non pochi neofiti, specialmente nelle valli del Trentino e del Veneto. Le cronache del tempo attribuiscono al conte Federico Terschak il merito di averlo importato a Cortina, destinata a divenire la sede per eccellenza del bob italiano. Qui, sulla strada del Passo Falzarego, nel 1922 si tenne il primo Campionato italiano. L'anno successivo fu costruita, per opera di Raffaele Zardini, la pista di Ronco; mantenuta costantemente in efficienza fino alla sua completa revisione in occasione dei Giochi Olimpici invernali del 1956, è tuttora una delle piste artificiali più tecniche del mondo. Altre piste furono costruite a Bardonecchia nel 1933 (in occasione dei Campionati Mondiali universitari), sul Mottarone (per volere del conte Luigi Tornielli, primo direttore tecnico del bob italiano), e nel 1966 a Cervinia (quest'ultima rimasta in funzione fino al 1992).
Nel 1925 si costituì il Bob club d'Italia, che nel 1926 si unì alla Federazione italiana di pattinaggio e alla Federazione italiana di hockey sul ghiaccio a formare la Federazione italiana sport del ghiaccio (FISG), di cui primo presidente fu il conte Alberto Bonacossa. La FISG rimase autonoma fino al 1933 quando confluì nella Federazione italiana sport invernali.


I moderni Bob da competizione, sono slitte aerodinamiche  dotate di pattini d’acciaio, di cui due sterzanti (quelli anteriori). I materiali impiegati variano dalle leghe in acciaio ai materiali compositi, tra cui la fibra di carbonio, che riveste il bob, compresa la parte affusolata del medesimo.
La coppia di pattini posteriori è munita di freni a leva che tramite una serie di denti metallici agiscono sul ghiaccio frenando il bob.
La lunghezza del Bob varia, ma indicativamente abbiamo Bob di 3,80 metri per il quattro posti, a quello di 2,70 metri per il due posti.
Anche il peso ha la sua importanza, e qualora non vengano rispettati gli standard richiesti dal regolamento, è previsto che il Bob sia zavorrato.

Nell'equipaggio del Bob a due, abbiamo un pilota, che tramite dei tiranti controlla lo sterzo, questa persona è l'unica che può tenere la testa alzata nel corso della discesa. La seconda persona assolve il ruolo di frenatore al termine della prova, mentre all’inizio contribuisce alla spinta iniziale nei 15 metri di lancio.

Nel Bob a quattro oltre a un pilota e un frenatore abbiamo due persone “laterali” che assolvono il compito di aiutare nella spinta iniziale, e con gli spostamenti del corpo, mantengono il bob nella giusta direzione. Spesso i laterali provengono da discipline diverse rispetto agli sport invernali, quale l'atletica. Ogni discesa comincia sempre con una spinta iniziale di 15 metri, poi è la forza di gravità che fa il resto, imprimendo una grande velocità al mezzo.

In pista scende un Bob per volta, quindi il primo a scendere (viene sorteggiato) ha il vantaggio di una pista perfettamente liscia, che va a deteriorarsi con la discesa di altri equipaggi. Per gli uomini nel corso della gara si effettuano più discese, per le donne sono previste solo due discese, il risultato finale è determinato dalla somma dei tempi ottenuti.


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