martedì 2 giugno 2015

LA CALZA



Nell’antichità nell’epoca dei Sumeri le calze erano lunghi gambali di tela che comprendevano anche il piede e una suola di cuoio. Nell’epoca greco-romana i ‘tibiales’ (fasce di tessuto a maglia in cotone o lana, arrotolate intorno alla gamba) facevano parte del guardaroba di soldati e gladiatori ed erano sorretti da cinturini e legacci di cuoio e privi di suola. Le ‘brache’, indossate dai Barbari, disponevano invece di un’allacciatura più complessa.
La nascita della calza interpretata con lo spirito moderno parrebbe risalire al Medioevo, quando si cominciò a lavorare la seta anche per questo indumento.
Nel secolo successivo, la rivoluzione del costume maschile fu innescata proprio dalla calza che diventò un capo importante abbinata alle tuniche, alle gonne, alle camicie lunghe.
Colori sgargianti e linee attillate fecero della calza un indumento per esaltare la vanità maschile e lanciare espliciti richiami sessuali. Nacque anche il primo abbozzo di calzamaglia elasticizzata grazie all’impiego dell’intreccio a maglia. Le calze “ad ago”, come furono definite dai produttori, permettevano quell’elasticità e quella aderenza che nessuna stoffa poteva dare. Questo tipo di calza era destinato a persone d’alto rango, come ad esempio gli ecclesiastici. Le persone normali continuavano ad indossare calze tagliate nella pezza del tessuto e poi cucite e anche se le cuciture erano eseguite con cura particolare, formavano facilmente pieghe e borse che potevano risultare particolarmente scomode.
Il Rinascimento rappresentò il momento d’oro per questo indumento che fu realizzato in svariati materiali, quali cotone, lana, seta, pelo di coniglio, d’angora, alpaca, cashmere, tinto nei più bei colori dell’epoca e finemente ricamato.
Le calze diventano più lunghe e arrivano sino alla vita diventando una vera e propria calzamaglia; è a questo punto che la moda maschile e femminile si differenziano, infatti gli uomini abbandonano la “gonnella” a favore delle calze, che diventano un indumento di forte richiamo sessuale, la maglia infatti fascia i muscoli delle gambe mettendoli in evidenza e i colori, le applicazioni pregiate, fanno della calza un indumento di massima aspirazione per tutte le classi sociali.
I Lanzichenecchi apportarono un’ulteriore trasformazione alla moda maschile, infatti modificarono la loro divisa accorciando le brache al ginocchio, mettendo così in mostra calze variopinte assicurate al ginocchio da nastri colorati. Questa nuova mode ebbe un successo strepitoso e diede un nuovo assetto alla linea dell’abito maschile.
Con l’avanzare del XVII l’abbigliamento smorzò i suoi toni e le appariscenti, colorate, bombate brachette furono abbandonate a favore di pantaloni più aderenti, sobri e meno colorati, sotto i quali anche le calze ridussero la varietà dei colori. Con il domino degli Spagnoli, tutto diviene in toni più cupi e prevale come colore il nero.
Il settecento ridona vitalità e leggerezza le calze diventano candide come segno di ozio, di massima eleganza di persone che fanno lavori “puliti” o al massimo si occupano di “negozi”.
Bianche sono le calze semplici ma elegantissime che sfoggiano i personaggi aristocratici dei ritratti di Reynolds o di Gainsborough, bianche le calze di gentiluomini come Goethe che si fa immortalare sulla tela semisdraiato sullo sfondo della campagna romana.
A volte potevano essere intonate alle braghe per ottenere un effetto monocromo.
Per la sera il nero.
Tra i produttori di calze, c’è un personaggio insospettabile: è François-Marie Arouet, meglio conosciuto come Voltaire. Ultrasettantenne,caduto in disgrazia alla corte di Luigi XV, si rifugia in Svizzera e si mette a produrre calze di seta sfruttando, per venderle più facilmente, le relazioni di corte.
Con la rivoluzione francese tutto ciò che è “fronzoli” viene eliminato, così i pantaloni vengono indossati sciolti e lunghi sino alla caviglia, le calze così nascoste s’intristiscono, diventano due tubi neri chiusi tra caviglia e scarpa, solitamente ben chiusa, alta e stringata. Esprimono solo una funzione protettiva, in quanto nessuno ormai le può vedere. L’abbigliamento maschile diviene uniforme e sobrio.
Furtivamente nascono nuovi sistemi di differenziazione; senza dare troppo nell’occhio si affermano i particolari che contano, le personalizzazioni minute: un disegno tono su tono, una costina sottile, un motivo leggero di baguette…nuovi tipi di filato.
Come abbiamo visto la calza maschile ha goduto di alti e bassi a seconda del clima sociale e delle mode: si è riappropriata del giusto ruolo all’inizio del Novecento, diventando un dettaglio rilevante dello stile di un uomo.
Per soddisfare le esigenze sempre più sofisticate dell’uomo, della donna e della moda del nostro tempo.
L’avvento della scarpa bassa all’inizio del secolo,dopo un periodo di “oscurantismo” ha permesso alla calza di rimettersi in mostra attraverso piccoli disegni,ricami, colori,motivi a Jacquard.
Quindi oggi la calza non è più da considerarsi un capo di abbigliamento invisibile, anzi la cura della calza, come l’attenzione al dettaglio in genere, rivela l’eleganza vera, quella innatache non si può acquistare in nessuna boutique.
E’ difatti un errore credere che la calza sia a riparo da sguardi indiscreti. E’ vero: è invisibile quando si cammina per strada o quando si è seduti dietro una scrivania. Quando però si accavallano le gambe, seduti su una poltrona di un salotto o di uno studio televisivo, l’occhio altrui non può fare a meno di esaminare sia pur fugacemente le calze.

Il toponimo calza proviene da "calcea" una forma del latino tardo settentrionale, derivata dal latino "calceus" (la scarpetta di cuoio fine che si indossava nelle case oppure nella commedia teatrale) che a sua volta sembra derivare da "calx", tallone. La popolarità dell'indossare calze variamente ricamate, disegnate, rilevate o stampate è aumentata anno dopo anno rispetto alla semplice vista delle gambe scoperte, dal momento che molti uomini sembrano gradire di più la suggestione visiva che le calze creano sulle gambe di una donna.

La parola inglese "sock" veniva utilizzata per riferirsi alle parti basse del corpo, e per analogia la parola venne estesa per riferirsi al capo dell'abbigliamento maschile (costituito da un solo pezzo) che copriva la parte inferiore del tronco e gli arti inferiori sin dal 1400; essenzialmente erano tre stretti capi intimi, comprendenti gli upper-stocks (che erano una specie di mutandoni che coprivano le ginocchia, e che si definivano knee breeches) e gli nether-stocks (che erano delle calze che partivano dal di sotto delle ginocchia, e che per l'appunto conservarono il nome di stockings).

In inglese i gambaletti sono noti nella versione femminile come Half-stockings, e coprono soltanto il piede e parte del polpaccio, e nella maschile calze o calzini (o in quella sportiva) sono comunemente denominati sock. Questa parola è un'evoluzione del latino soccus, una calzatura leggera, senza suola rigida. Era la scarpetta più spesso indossata dagli attori nella commedia romana; e veniva utilizzata per simbolizzare la commedia, così come buskin, lo stivale, simbolizzava la tragedia nel teatro antico.

Nel uso moderno, le calze di tipo stocking specificamente si riferisce all'intimo femminile costituito da due pezzi speculari, uno per ogni gamba. Il termine autoreggenti ("hold-ups") si riferisce a calze che si sostengono da sole, mentre il termine stockings è un termine generale che si riferisce al tipo di calze che necessitano di un reggicalze che cinge la vita quasi come una banda o cintura, e che sono molto diverse dai tights o pantyhose (inglese d'america).

Le calze lunghe da donna tipicamente vengono sostenute in uno di tre modi possibili. La prima maniera, più efficace e salubre è quella di indossare un capo che le sostenga dall'alto tramite alcune bretelle dette giarrettelle ad esse legate con un gancio che pinza la balza della calza. Tra le diverse tipologìe di questi capi i più comuni sono il reggicalze, il corsetto, la guêpière, lo stringivita, il bustino, la guaina. Questa metodologia, demandando l'onere della sospensione a un capo che si appoggia sui fianchi o si sostiene avvolgendo il torso, risolve la problematica senza affliggere le gambe con lacci, elastici e bande siliconiche. Ultimamente sono state prodotte anche mutandine dotate di giarrettelle, ma trattasi di capi con mera funzione esibitiva e modaiola, in quanto la soluzione di continuità della funzione sospensiva a ogni occasione di necessità fisiologica le rende drammaticamente inefficienti e quindi noiosamente scomode.

Il secondo mezzo, ora il più diffuso, per sostenere le calze è l'impiego della tecnologia stay-up che consiste o nel rendere elastica la balza della calza o nell'inserire nella parte interna della balza stessa una banda di silicone che aumenta l'aderenza alla cute. Questa metodica non impedisce comunque il progressivo scivolamento in giù della calza in quanto è solo una resistenza parziale e inaffidabile, specialmente in presenza di traspirazione, di ripetuti movimenti, di misure non perfette a causa della non regolabilità, di prolungato uso. Queste calze sono chiamate autoreggenti.

Attualmente il mezzo meno comune di sostenere le calze è la giarrettiera (un elastico circolare, coperto da un ricamo che viene fatto scivolare su fino al bordo superiore della calza) e che serve per mantenerla su, essenzialmente stringendola contro la gamba. Queste sono le giarrettiere che le spose indossano spesso nel giorno del matrimonio, e che tradizionalmente possono lanciare agli invitati. Hanno molti degli stessi vantaggi e svantaggi delle calze autoreggenti, in primis la riduzione di circolazione sanguigna.

Nel 1959 Allen Grant Sr. inventò i collant in nylon che, fabbricato con altri materiali, erano noti da molti secoli come per esempio la calzamaglia utilizzata nel medioevo e rinascimento italiano principalmente da uomini. I collant (spesso la parte di ciascuna gamba viene tessuta separatamente da due macchine automatiche) coprono entrambe le gambe, le coperture spesso vengono cucite assieme tramite una specie di tassello igienico, una specie di mutandina oppure una guaina che costituisce la parte superiore e che serve per rendere superfluo l'utilizzo di reggicalze oppure della giarrettiera. Il tassello di cotone consente una corretta traspirazione, rendendo superfluo l'utilizzo delle mutande che vengono comunque frequentemente indossate più per motivi psicologici o culturali che igienici. Effettivamente indossare abbigliamento sotto i collant sfavorisce la traspirazione e favorisce la fermentazione dei secreti genitali causando odori, sensibilità agli attacchi batterici e aumentando la probabilità di reazioni allergiche da predisposizione.

Il beneficio primario del collant è la convenienza di non doverle aggiustare troppo, ma vi sono problemi di traspirazione e ventilazione significativi che possono rendere sconsigliato l'uso quotidiano del collant. Questo problema può essere parzialmente mitigato dal collocare un tassello in cotone che copra la zona perineale, e dal non indossare mai mutandine di nylon sotto il collant. Nel Regno Unito, lo stesso capo di abbigliamento va sotto il nome di "tights" oppure occasionalmente "pantyhose" (con una pronuncia lievemente differente).

Molti trovano i collant molto più comodi delle calze. Ciò ha portato ad un rapido declino delle calze, in particolare negli anni 1960, quando le donne iniziarono ad indossare la minigonna. In effetti oggigiorno le calze vengono indossate puramente per la loro valenza estetica. L'invenzione delle autoreggenti ha spinto alcune donne a indossare di nuovo le calze. Il numero di donne che usano le calze invece dei collant sta aumentando leggermente ogni anno.

Sebbene la produzione di macchinari per i calzifici sia tuttora appannaggio dell'Italia, ora il settore soffre pesantemente a causa della scomparsa di calzifici dal mondo occidentale produttivo (persino la Corea che era il secondo polo in grado di produrre macchine da calze di buona qualità, ma a prezzi più bassi, ha dovuto trasferirli in Cina).

L'industria si avvale di macchine circolari, con aghi a linguetta e uncino, simili a quelli utilizzati in tutto il comparto della maglieria. Tali macchinari somigliano a quelli circolari di grandi diametri, utilizzati nella maglieria ma hanno dimensioni ridotte e un numero di aghi che oscilla tra i 50 e i 450. Si tratta di macchine molto sofisticate e oggi completamente automatizzate e gestite dal software di uno o più computer. Oltre che per le dimensioni, si differenziano dalle macchine di maglieria, anche per la necessità di dover produrre il tallone e la punta delle calze: in queste due fasi della lavorazione il cilindro deve ruotare alternativamente in un senso e nell'altro, fino al termine della punta e del tallone, cosa che non avviene nelle macchine da maglieria, che ruotano sempre e solo in una direzione.

Le caratteristiche principali, sono il numero degli aghi e il diametro del cilindro di lavoro. Questi due elementi determinano la finezza della macchina. La finezza è il numero di aghi presente in un pollice della circonferenza, calcolata, misurando il diametro sul fondo di due canalette contrapposte, nelle quali si muovono gli organi tessili e non sull'esterno del cilindro. Altro elemento importante è lo spessore degli aghi che viene indicato in millimetri: 0,5 mm per la finezza 18; 0,7 mm per la finezza 14, 0,4 mm per la finezza 26.

Castel Goffredo, in provincia di Mantova è conosciuta in tutto il mondo come "Città della calza", il più importante distretto per la produzione di calzetteria femminile.

I macchinari:
Mono cilindro: dispongono di un unico cilindro e possono produrre solamente maglia ad un verso (maglia diritta)
Doppio cilindro: dispongono di due cilindri sovrapposti l'uno sull'altro e gli aghi possono lavorare indifferentemente nel cilindro inferiore o in quello superiore, con la conseguente possibilità di produrre maglia diritta quando gli aghi lavorano nel cilindro inferiore e maglia rovescia se lavorano nel cilindro superiore.
In queste macchine, gli aghi hanno due teste ad uncino e linguetta.

Solitamente le macchine con 400 aghi vengono utilizzate per produrre calze velate per donna e utilizzano prevalentemente fibre sintetiche. Nel settore delle calze da uomo, il numero degli aghi oscilla tipicamente tra i 168 e i 280 su diametri 3-3/4 pollici, ma esistono altre finezze in cui il numero degli aghi scende anche intorno ai 50 e i diametri dei cilindri salgono anche fino a 5 pollici.

Le autoreggenti sono calze che si sostengono da sole aderendo alla gamba grazie a bande elasticizzate e ad una banda interna in lattice o silicone (spesso hanno una banda decorativa molto ampia in ricamo, denominata 'balza').
Le calze a rete sono in tessuto a fili spessi con una trama dei fili aperta, che ricorderebbe una rete da pesca, spesso indossate in estate.
Le calze a retina sono in tessuto a fili spessi con una trama dei fili un po' meno aperta dalle precedenti, ma che espongono la cute.
Le calze con la riga sono calze prodotte alla vecchia maniera con una giunzione-cucitura che corre lungo la parte posteriore della gamba, inventate da Pio Chiaruttini. Nel passato venivano manifatturate tagliando il tessuto e successivamente cucendolo assieme per dargli la forma desiderata. Oggigiorno le calze vengono tessute automaticamente in continuo, non hanno cuciture ed una cucitura "seam" posticcia viene aggiunta nella parte posteriore per ottenere aspetto vintage. Recentemente sono comparse sul mercato anche delle autoreggenti con la riga, ma sono ancora poche le marche che dispongono di tali modelli.
Le Cuban-Heel  è una calza con l'area punto che sopporta il tallone rinforzata con tessuto ripiegato e ricucito su sé stesso.
Le Demi-Toe (Mezzo dito) sono calze che hanno la parte per un dito rinforzata con metà della copertura sotto e sopra. Questo rinforzo copre soltanto la punta delle dita invece dell'intero dito. Questi modelli esistono sia con che senza un'area del tallone rinforzata.
I denari  sono l' unità di misura usata per descrivere lo "spessore" (o la trasparenza) della calza: più basso è il numero di denari e più trasparente è l'indumento. Il numero di denari corrisponde al peso in grammi di 9000 metri di filo usato per la fabbricazione delle calze (ad esempio 9000 metri di filo usato per tessere una calza 20 denari pesano 20 grammi). Le calze tessute con un alto numero di denari tendono ad essere meno trasparenti ma hanno una maggiore durata.
Le fencenet sono simili alle calze a rete, ma con la maglia molto più larga. Sono indossate sopra un altro paio di calze; ad esempio opache, per contrastare.
Per Full-Fashioned il tessuto viene prodotto come un foglio, piatto e liscio. Viene poi tagliato e le due parti vengono assemblate con una cucitura sul retro. Erano molto in voga fino agli anni '60.
I gambaletti sono calze che terminano sotto il ginocchio ed il piede, coprendo il polpaccio.
Le opache sono calze costituite da una trama spessa e scura che dà loro un'apparenza opaca (solitamente 40 denari o maggiore).
RHT - Abbreviazione dell'inglese "reinforced heel and toe" (aree del tallone e dell'alluce sono rinforzate).
Le sandalfoot sono senza rinforzo al tallone o alle dita che, teoricamente, sono esteticamente migliori quando indossate sotto i sandali.
Le seamless sono calze senza cuciture, fabbricate in un solo passaggio su macchine circolari (operazione continua su un solo lungo filo) e che dunque non richiedono la cucitura "seaming" nella parte posteriore.
Le Knee-Highs sono calze che terminano all'altezza del ginocchio, o appena sopra di esso.
Le Welt sono calze cucite a macchina, rinforzate soprattutto sulla punta. Per dare forza e sostenere.
Le calze velate hanno una fibra sottile che va dai 15 ai 20 denari.
Le calze velatissime hanno una fibra finissima di pochi denari che offre il massimo nella trasparenza. Solitamente la fibra è sotto i 15 denari.
Le parigine sono calze che arrivano a ricoprire non oltre il ginocchio. Venivano utilizzate negli anni '90 da tutti quelli che avevano adottato lo stile grunge. Recentemente sono tornate di moda e sono diversi i brand che le hanno riproposte nelle loro collezioni arricchendole con tessuti, fantasie e decori come nastri, cristalli e borchie.
I fantasmini sono calzini cortissimi, che arrivano solo fino al tallone e che, una volta indossate le scarpe, risultano invisibili, ci sono ma non si vedono. Nati in cotone per “scomparire” nelle scarpe da ginnastica, oggi vengono prodotti in svariati tessuti, differenziati per i diversi tipi di scarpe e sono utilizzati tanto dalle donne quanto dagli uomini. Sono particolarmente adatti per essere indossati con i pantaloncini corti..



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