Pianta perenne alta 4 – 12 cm con fusto ascendente ramificato in alto. Le foglie sono molto suddivise e biancastre per la presenza di una fitta pelosità che ha dato nome alla specie. I fiori sono raccolti in capolini di colore giallo intenso.
L'altezza di queste piante varia da 4 a 6 cm (massimo 12 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici. Tutta la pianta è inoltre bianco-tomentosa a indumento sottile.
Le radici sono secondarie da rizoma.
Le foglie sono pennato-lobate più lunghe che larghe con nervature pure pennate. La superficie delle foglie è bianco-tomentosa. Quella basali sono spatolate e variamente incise. Quelle cauline sono più strette: lineari-spatolate con 2 – 3 denti acuti per lato. Dimensione delle foglie basali: larghezza 1 cm; lunghezza 4 cm.
L'infiorescenza è formata da diversi capolini in formazione di densi corimbi che normalmente sovrastano l'apparato fogliare. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae : un peduncolo sorregge un involucro campanulato composto da più squame pelose disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette) sul quale s'inseriscono due tipi di fiori : quelli esterni ligulati gialli (da 15 a 20) e quelli interni tubulosi di colore giallo aranciato. Diametro dei capolini: 10 – 15 mm.
I fiori sono zigomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
I frutti sono degli acheni cilindrici. Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro.
L'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
I semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Cresce sulle creste e pendii rocciosi, fessure delle rocce, sfasciumi, praterie alpine tra 1700 e 2600 metri di quota. Si tratta di un endemismo delle Alpi con poche rare stazioni nell’Appennino Tosco Emiliano.
Fiorisce da maggio a luglio.
Il nome generico (Jacobaea) potrebbe derivare da due fonti possibili: da San Giacomo (o Jacobus); oppure in riferimento all'isola di S. Jago (Capo Verde). Il nome specifico (incana = canuto o grigiastro) fa invece riferimento alle foglie bianco-tomentose.
Il binomio scientifico attualmente accettato (Jacobaea incana) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné e perfezionato in seguito dal botanico Jan Frederik Veldkamp (1941 -) nella pubblicazione ”Compositae Newslett. 44: 7.2006” del 2006.
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