Pianta erbacea perenne cespitosa con radice legnosa fittonante e con fusti prostrato – ascendenti alti 2 – 10 cm. Le foglie basali e mediane sono di forma oblungo-spatolata con breve picciolo mentre le superiori sono ellittiche o lanceolate, con dentatura o crenatura nella parte superiore. Da rilevare la presenza di rosette di foglie sterili che solitamente fioriscono l’anno successivo. I fiori sono solitari, terminali, quasi sessili, con corolla appariscente lunga circa 30 mm e larga 30 – 40 mm di colore azzurro chiaro talvolta violacea con lobi ovato – triangolari appuntiti, più larghi che lunghi. Sono presenti 5 stami e 3 stimmi. Il calice è diviso in 5 lacinie lanceolate con uno o più dentelli sul bordo.
Fiorisce da luglio a settembre.
Questa pianta si trova nelle fessure delle rupi anche strapiombanti, più raramente macereti e pietraie, preferibilmente su substrato calcareo - dolomitico tra 600 e 2400 metri. Si tratta di un endemismo insubrico con areale esteso tra il Lago di Como e le Valli Giudicarie interessando Lombardia e Trentino. Tra le principali stazioni ricordiamo, da ovest verso est, quelle del Monte S.Primo, Grigne, Resegone, Valtorta, Pizzo Arera, Ferrante, Presolana, Via Mala (Val di Scalve), Pizzo Camino Camuno, Cimone della Bagozza, Concarena, Monte Guglielmo, Corna Bianca – Monte Colombine e Val Daone. Sono segnalate rare stazioni disgiunte in Valsugana.
L'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama con api e farfalle anche notturne). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.
La fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
I semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Questa pregevole specie endemica dell’Insubria, trae il nome del genere dalla forma del suo fiore, che somiglia ad una piccola campana; tale denominazione generale per tutte le specie (1735, Systema naturae) è opera dello svedese Carlo Linneo, “padre” della botanica moderna.
Diverse sono invece le tradizioni che spiegano il suo secondo nome scientifico: esso fa riferimento all’arciduca Raineri d’Austria, allora Vice-Governatore del Regno Lombardo-Veneto, al quale la specie fu dedicata dalla botanica comasca Candida Lena Perpenti (che l’aveva scoperta in Valsassina nel 1815), “perchè egli si dimostrava protettore esimio delle scienze”.
Un’altra tradizione riferisce invece che la nuova specie nel 1816 venne dedicata dalla scopritrice ad un omonimo arciduca austriaco, cioè Moritz Rainer de Haarbach, studioso della flora delle Prealpi venete, che in quell’anno si trovava di passaggio a Bellano.
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