La marmotta delle Alpi o Marmota marmota è un mammifero facilmente osservabile in ambiente alpino sopra i 1500 metri dove gli alberi si diradano. E' un roditore parente dello scoiattolo, ma al contrario di quest'ultimo vive sul terreno e forma colonie numerose. Scava lunghe tane nel terreno, molto profonde e con un'unica uscita quelle invernali, meno profonde e con diverse uscite quelle estive. Nel periodo invernale cade in letargo per un periodo lungo fino a sei mesi durante il quale le funzioni vitali diminuiscono moltissimo.
La marmotta alpina vive sulle Alpi centroccidentali e sugli Appennini settentrionali; ama i terreni aperti e le pendici soleggiate, dove scava le sue tane profonde e articolate. Ha tronco tarchiato e robusto, testa grossa, orecchie corte, occhi ben sviluppati e coda lunga 15-20 centimetri; è dotata di arti anteriori assai solidi e di unghie robuste, atte allo scavo. Il mantello, molto folto, è bruno-grigiastro. Di abitudini diurne, è agilissima a dispetto dell’andatura apparentemente goffa, e trascorre la giornata tra bagni di sole e ricerca del cibo, per accumulare grasso in preparazione del lungo inverno: i mesi di letargo possono essere addirittura 8 nelle regioni più settentrionali. Si nutre di erbe e radici, anche di piante che risultano velenose per gli altri mammiferi. Le marmotte vivono in gruppi familiari territoriali formati da 15-20 individui, e sono note per il loro carattere amichevole. In caso di pericolo incombente l’individuo che per primo lo avverte emette un acuto suono vocale modulato e protratto (il famoso “fischio” delle marmotte), che all’istante fa scomparire nelle rispettive tane tutti i consimili della zona. La riproduzione non avviene necessariamente tutti gli anni, e la gestazione dura poco più di un mese. I 2-4 piccoli nascono in giugno e luglio e sono molto giocherelloni.
Le marmotte sono animali territoriali. Esse sono dotate di ghiandole che si trovano nei cuscinetti plantari delle zampe posteriori , sul muso e nella zona anale con le quali sono in grado di "marcare" il territorio. Nonostante questo però le zuffe tra marmotte di gruppi differenti sono abbastanza comuni. Se però il pericolo è più serio allora la parola d'ordine è la fuga. Quando una "sentinella" percepisce la presenza di un pericolo si alza a candela sulle zampe posteriori ed emette un grido simile ad un fischio avvisando il resto della comunità di rientrare nelle tane.
Il più grande predatore è rappresentato dall'aquila seguito dai cani vaganti.
La marmotta alpina vive in tane scavate nel terreno. Esse hanno diverse tipologie in relazione all'uso che devono svolgere. Esistono tane di fuga, mentre le tane principali sono costituite da una o più aperture che conducono in gallerie profonde anche una decina di metri. All'interno vi sono numerose concamerazioni dove le marmotte passano la notte, partoriscono, trascorrono l'inverno. L'animale è diurno: esce dalla propria tana al mattino, per rientrarvi solo nelle ore più calde e al crepuscolo. Durante il giorno si dedica alla nutrizione, alla pulizia della pelliccia, a lunghe soste al sole e allo stare insieme agli altri, attività che svolge un'importante funzione nel rafforzare i rapporti sociali fra i vari componenti del gruppo. La marmotta infatti non vive isolata ma in famiglie; ogni gruppo è generalmente costituito dal maschio e dalla femmina adulti oltre che dalle altre femmine. I giovani maschi vengono precocemente allontanati dalla famiglia dopo il primo anno di vita.
Questa specie trascorre la stagione invernale nello stato di letargo: tutti i componenti del gruppo si raccolgono nell'anfratto più ampio e profondo della tana, stretti gli uni agli altri per limitare la dispersione di calore. Durante questo periodo il metabolismo dell'animale subisce un notevole rallentamento: gli atti respiratori si abbassano a 2-3 al minuto, la temperatura da 38 gradi scende a soli 7-4 gradi e le pulsazioni cardiache passano a 4-5 al minuto. Prima del letargo, che dura generalmente da ottobre ad aprile, gli animali trasportano con la bocca l'erba secca per allestire un appropriato giaciglio per il lungo inverno. In primavera, all'uscita del letargo, la marmotta costituisce una facile preda perché ben visibile, mentre corre alla ricerca del cibo, sulle praterie ancora innevate.
Le ricerche più recenti hanno evidenziato che durante il letargo gli animali sono soggetti a periodici risvegli seguiti da breve attività. Questi temporanei risvegli hanno lo scopo di aumentare la temperatura corporea sia degli adulti sia dei piccoli, maggiormente esposti ad un'eventuale morte per ipotermia. Si tratta di un caso di cura parentale estesa anche agli altri adulti presenti. Se il numero di questi nella tana diminuisce o è ridotto alla singola unità, tale tecnica di termoregolazione sociale diventa insufficiente e la mortalità dei piccoli aumenta.
Il fischio è il tipico segnale di allarme della specie e serve inoltre a mantenere un collegamento fra i componenti del gruppo. In passato si riteneva erroneamente che fosse un vero e proprio fischio, ma in verità si tratta di un grido di origine laringea che viene emesso a bocca aperta. Inoltre esistono diversi tipi di segnale: ad esempio un fischio singolo indica una minaccia che proviene dall’alto, quale potrebbe essere un predatore alato (aquila) o un uomo che scende da un pendio; una serie di fischi segnalano un pericolo proveniente di lato, come una volpe, un cane o un uomo che giunge lateralmente. L'intensità del fischio fornisce indicazioni sulla distanza del probabile predatore. I segnali sono udibili fino a un chilometro in linea d'aria.
La sua alimentazione è vegetariana e costituita essenzialmente da erbe e radici e semi che le consentono di accumulare, nella buona stagione, il grasso che verrà consumato durante il letargo invernale. Non essendo un ruminante deve selezionare, in funzione della digeribilità, il tipo di alimento: questa è la ragione per cui sono privilegiate le parti vegetali più tenere ed in particolare i fiori. Il grasso della Marmotta, nella medicina popolare delle regioni alpine, veniva un tempo considerato come valido rimedio contro alcune malattie bronchiali, polmonari e reumatiche.
La marmotta non beve l'acqua che scorre nei ruscelli bensì trae i liquidi necessari al suo organismo unicamente dal consumo di erba e dalla rugiada mattutina.
Il periodo degli amori si colloca in primavera; dopo una gestazione di 40 giorni nascono generalmente da due a cinque piccoli. Essi vengono allattati dalla madre per 42 giorni e escono dalla tana, per la prima volta, solitamente agli inizi di luglio. La marmotta vive in nuclei familiari in cui il maschio tende ad accoppiarsi solo con la femmina adulta dominante.
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