venerdì 12 giugno 2015

LA SCABBIA

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(ANSA) - ROMA, 11 GIU - "Le "risorse" sbarcate hanno portato 180 casi di scabbia a Milano e dintorni, senza contare le altre centinaia di malati scappati. Che andassero tutti ad abbracciare Renzi e la Boldrini!!!". Lo scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, in un post sulla sua pagina Facebook.

In questi ultimi giorni sentiamo spesso parlare di scabbia: sappiamo che è una malattia della pelle ma la sappiamo riconoscere e da dove deriva?

La scabbia è una malattia antica. Grazie a studi archeologici sull'Antico Egitto si pensa che sia stata scoperta prima di 2.500 anni fa. Il primo riferimento sulla scabbia si ritiene sia nella Bibbia (Levitico, terzo libro di Mosè) ca. 1200 a.C. In seguito, nel IV secolo a.C., il filosofo greco Aristotele parla di "acari" che "fuggono da piccoli brufoli se sono punti". Tuttavia, il nome "scabbia" si deve al medico romano Celso che ne descrisse le caratteristiche.

Molti sono gli autori antichi che ne hanno descritto le manifestazioni, fra cui il medico arabo Abu el Hasan Ahmed el Tabari nel 970, e qualche anno dopo Ildegarda di Bingen e il medico moro Ibn Zuhr.

L'eziologia è stata descritta per la prima volta da Giovanni Cosimo Bonomo e Diacinto Cestoni nel 1687, non in un documento ufficiale ma in una lettera. Per una pubblicazione medica al riguardo si dovette aspettare sino al 1868.

La scabbia è una delle tre malattie della pelle più comuni nei bambini, insieme alla tinea e alla piodermite. Gli acari sono distribuiti in tutto il mondo e allo stesso modo colpiscono tutte le età, le razze e le classi socio-economiche nei climi diversi. La scabbia si riscontra più frequentemente nelle aree affollate, in condizione di vita non igieniche. A livello mondiale, a partire dal 2009, si stima che si verificano 300 milioni di casi di scabbia ogni anno, anche se questo dato è molto discusso. Si stima che dall'1 al 10% della popolazione mondiale sia infettata dalla scabbia, ma in alcune popolazioni, il tasso di infezione può raggiungere il 50-80%.

In Italia il numero dei casi è in aumento: si è infatti passati dai 2.000/3.500 casi degli anni 1989-2000 ai più di 5.700 del 2003. In Egitto l'incidenza è del 1,1%; più colpiti sono i bambini minori di 10 anni In Danimarca dagli anni 1900 sino al 1975 sono stati segnalati più di 850.000 casi, mostrando un'incidenza maggiore nel sesso femminile.

La trasmissione avviene di norma nell’ambito del nucleo familiare; tra gli adulti il contagio avviene prevalentemente per contatto sessuale. Il rischio di diffusione tramite indumenti, biancheria da letto e asciugamani utilizzati da pazienti con sintomi tipici della scabbia è basso, ma può aumentare se il paziente è affetto dalla scabbia a croste, caratterizzata da una massiccia infestazione da acari.

I motivi delle periodiche ricorrenze della scabbia non sono noti, mentre sono noti alcuni fattori che ne favoriscono la diffusione, spesso in modo indipendente fra loro. Nei Paesi occidentali, questi fattori sono costituiti dallo scarso livello igienico, dalla promiscuità, dai viaggi internazionali e, infine, dalla permanenza presso cliniche ed ospedali (anche se di ottimo livello igienico). L’infestazione è possibile in ogni periodo dell’anno, anche se risulta più frequente in inverno che in estate, per la tendenza al sovraffollamento in luoghi chiusi.

Nei bambini al di sotto dei 2 anni di età, l’infestazione spesso si presenta sotto forma di vescicole e interessa le aree prive di peli del volto, della testa, del collo, del cuoio capelluto, della pianta dei piedi e dietro le orecchie. La scabbia raramente colpisce i bambini con meno di 2 mesi.

Se un paziente affetto da scabbia si gratta sulle zone di pelle colpite dal prurito, aumenta le possibilità che la pelle colpita sia infettata anche dai batteri. L’impetigine, un’infezione batterica della pelle, può verificarsi nella pelle già infetta da scabbia.

Non sussistono particolati problemi o complicanze legate alla parassitosi, sono però possibili e comuni sovrainfezioni batteriche dovute al grattarsi.

Se non curata la scabbia non guarisce spontaneamente, ma è spesso sufficiente un’unica applicazione della terapia prescritta per risolvere l’infezione.

L’infezione da scabbia deve essere curata da un medico. Rivolgetevi al medico o al dermatologo ogni volta che un prurito o un’eruzione cutanea non scompare, specialmente se il prurito si intensifica durante la notte e sembra localizzato intorno al polso o nelle zone di tessuto tra le dita.

Quando sospetta la presenza della scabbia, il medico può grattar via una piccola porzione di pelle infetta e esaminarla al microscopio per individuare i segni degli acari della scabbia.

I medici curano la scabbia prescrivendo una crema o lozione medicata per uccidere gli acari (di norma Antiscabbia CM, Eurax o PAF). È necessario applicare la crema sulla pelle di tutto il corpo, e non solo sull’area che presenta l’eruzione, di solito la crema deve rimanere sulla pelle da 8 a 12 ore prima di poterla lavare via. Dopo l’applicazione, non lavatevi le mani: gli acari della scabbia amano in modo particolare la pelle che si trova tra le dita! Potrebbe rivelarsi necessario applicare la medicazione prima di andare a letto per poi lavarla via il mattino successivo.

Nella maggior parte dei casi, è necessario ripetere il trattamento dopo una settimana.

Poiché la scabbia può essere trasmessa attraverso il contatto sessuale, i soggetti sessualmente attivi colpiti dalla scabbia dovrebbero sottoporsi a esame anche per altre malattie sessualmente trasmissibili (MST). Anche tutti i partner dovranno essere necessariamente curati per la scabbia.

Il medico potrebbe prescrivere degli antibiotici in caso di infezione batterica della pelle, come l’impetigine, in aggiunta all’infezione da scabbia. Il medico può anche prescrivere un antistaminico per contribuire ad alleviare il prurito e una crema come l’idrocortisone per far sì che l’eruzione cutanea scompaia più in fretta.

Quando si inizia la cura per la scabbia, normalmente ci vogliono uno o due giorni prima che il prurito scompaia ma a volte il prurito può continuare per alcune settimane. La cura si dimostra efficace quando non si verificano nuove eruzioni o non compaiono segni visibili dopo 24 o 48 ore.

Il contatto fisico diretto (come ad esempio la stretta di mano) è la modalità di trasmissione più comune per la scabbia ma, poiché gli acari che causano la scabbia possono vivere fino a 2 o 3 giorni nei vestiti, nella biancheria da letto o nella polvere, è possibile il contagio da scabbia da un’altra persona con cui condivide lo stesso letto, la biancheria o gli asciugamani.

Se nella vostra famiglia qualcuno è in cura per la scabbia, anche tutti gli altri membri della famiglia dovrebbero essere sottoposti a cure. I vestiti, le lenzuola e gli asciugamani dovrebbero essere lavati in acqua ad alte temperature. Si dovrebbe passare l’aspirapolvere in tutte le stanze della casa, e il sacchetto dovrebbe essere gettato nella spazzatura dopo l’uso.

Se si è venuti a contatto con una persona affetta da scabbia è necessario:

effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico, dopo il bagno o la doccia;
sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani dopo ogni applicazione;
lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60° C;
porre in un sacco impermeabile tutto ciò che non è lavabile ad alte temperature (coperte, cuscini, capi in lana), lasciarlo chiuso per almeno 48 ore e poi esporlo all’aria. L’acaro non può sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana.

La scabbia è un'infezione contagiosa della pelle che si verifica tra gli esseri umani e in altri animali. È stata classificata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità come una patologia legata all'acqua. È causata da un parassita molto piccolo e di solito non direttamente visibile, l'acaro Sarcoptes scabiei, che si inocula sotto la pelle del soggetto colpito, provocando un intenso prurito allergico. L'infezione negli animali (causata da specie di acari simili) viene chiamata rogna sarcoptica.

La malattia può essere trasmessa da oggetti, ma più spesso dal contatto diretto pelle-pelle, con un elevato rischio dopo un contatto prolungato (quindi non con un semplice e veloce abbraccio). L'infezione iniziale richiede da quattro a sei settimane per diventare sintomatica. Poiché si riscontrano sintomi allergici, oltre al ritardo nella presentazione si ha anche un significativo ritardo nel sollievo dopo che i parassiti sono stati sradicati. La scabbia crostosa, precedentemente conosciuta come scabbia norvegese, è una forma più grave d'infezione spesso associata alla immunosoppressione.

La malattia è causata da diverse specie di acari, ma specialmente dall’acaro di sesso femminile della scabbia (Sarcoptes scabiei). La trasmissione avviene tramite contatto diretto da persone o animali domestici che risultavano già infetti. La femmina scava dei cunicoli nell’epidermide nei quali depone ogni giorno 1-3 uova, morendo dopo 1-2 mesi; alla nascita dei nuovi acari, questi creano a loro volta dei cunicoli. Si afferma che vi sia un'infezione quando si mostrano 10-15 femmine, ma nei casi peggiori si può assistere anche alla presenza di migliaia di esemplari. Di tutte le uova depositate si stima che solo l'1% o meno diventi adulto.

I sintomi caratteristici di una infezione da scabbia sono prurito intenso e cunicoli cutanei. Le tracce dei cunicoli sono spesso lineari, al punto che bastano spesso quattro o più chiare linee per la diagnosi della malattia.

Nello scenario classico, il prurito viene aggravato dal calore che di solito appare più intenso di notte, forse perché vi sono meno elementi che distraggono da dolore. È un sintomo meno comune negli anziani.

Le tane superficiali della scabbia di solito si verificano nelle zone delle mani, dei piedi, dei polsi, dei gomiti, della schiena, dei glutei e dei genitali esterni. Tranne che nei neonati e negli immunodepressi, l'infezione in genere non si verifica nella pelle del viso o sul cuoio capelluto. I cunicoli sono creati dallo scavo dell'acaro adulto nell'epidermide.

Nella maggior parte delle persone, i cunicoli scavati dagli acari appaiono di forma lineare oppure a S, spesso accompagnate da quello che appaiono come file di piccole punture di insetti. Questi segni si trovano spesso nelle fessure del corpo, come ad esempio tra le dita delle mani e dei piedi, intorno alla zona genitale e sotto la mammella delle donne.

I sintomi compaiono tipicamente da due a sei settimane dopo l'infestazione per gli individui che mai erano stati esposti alla scabbia. Per coloro che avevano precedentemente contratto la scabbia, i sintomi possono comparire entro alcuni giorni dopo l'infestazione. Tuttavia, non è impossibile che i sintomi possano iniziare a comparire dopo diversi mesi o anni. La formazione di bolle e pustole sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi, sono i sintomi caratteristici della scabbia nei bambini.

La scabbia crostosa (precedentemente chiamata scabbia norvegese) è la forma più grave, e si mostra nei soggetti anziani o con deficit immunologici, come quelli che presentano l'AIDS, il cancro o in cura con farmaci immunosoppressori. In questi casi si manifestano anche alopecia, eosinofilia, e interessamento delle unghie. Il paziente diventa così un terreno di coltura più fertile per gli acari, che si diffondono sul corpo dell'ospite, tranne che sul viso. Chi soffre di scabbia crostosa presenta eruzioni cutanee squamose, prurito lieve, e croste di spessore della pelle che contengono migliaia di acari.

La scabbia può essere diagnosticata clinicamente, in aree geografiche in cui è comune, quando il prurito diffuso si presenta insieme a lesioni in due punti caratteristici o vi è prurito di un altro membro della famiglia.

Il segno classico della scabbia sono le tane degli acari scavate all'interno della pelle. Per rilevare la tana, la zona sospetta viene strofinata con inchiostro di una penna stilografica o con una soluzione di tetraciclina per uso topico, che si illumina sotto una luce speciale. La macchia sulla pelle viene poi cancellata con un tampone imbevuto di alcol. Se la persona è infettata con la scabbia, la forma caratteristica a zig-zag o a S della tana, appare attraverso la pelle. Tuttavia l'affidabilità di questo test è bassa, in quanto le tane sono scarse e possono essere oscurate da graffi. La diagnosi viene fatta dopo aver trovato sia gli acari della scabbia (o le loro uova) sia pellets fecali.

I sintomi dell'infestazione da scabbia possono essere confusi con altre patologie della pelle, tra cui dermatite, sifilide, varie sindromi correlate all'orticaria, reazioni allergiche, e all'infezione di altri ectoparassiti come i pidocchi e le pulci.

Un certo numero di farmaci risultano efficaci nel trattamento della scabbia, tuttavia, il trattamento deve spesso coinvolgere tutta la famiglia o la comunità per prevenire una nuova infezione. I farmaci utilizzabili per lenire il prurito includono gli antistaminici.

La permetrina è il trattamento più efficace per la scabbia e il trattamento di scelta. Si applica dal collo in giù, solitamente prima di coricarsi, per essere poi lasciata per circa 8-14 ore. Una applicazione è normalmente sufficiente per le infezioni lievi. Nei casi moderati o gravi, viene applicata un'ulteriore dose da 7 a 14 giorni dopo la prima. La permetrina provoca una leggera irritazione della pelle, ma la sensazione è tollerabile. Il farmaco, tuttavia, è il più costoso tra i trattamenti topici.

L'ivermectina è un farmaco a somministrazione orale, la cui efficacia nel curare la scabbia, spesso in un'unica dose, è stata dimostrata da numerosi studi clinici. È il trattamento di scelta per scabbia crostosa ed è spesso usata in combinazione con un agente topico. L'ivermectina non è stata testata sui bambini e non è pertanto raccomandato al di sotto dei sei anni di età.

Preparazioni topiche di ivermectina sono state trovate essere efficaci per la scabbia negli adulti. Esse risultano, inoltre, attraenti per via del loro basso costo, per la facilità di preparazione e per la bassa tossicità. Sono inoltre utili anche per la rogna sarcoptica (l'analogo in ambito veterinario della scabbia umana).

Altri trattamenti comprendono l'uso del lindano, del benzile benzoato, del crotamitone, del malathion e di preparazioni di zolfo. Il lindano è efficace, tuttavia vi sono alcune preoccupazioni per una sua potenziale neurotossicità che ne hanno limitato la sua disponibilità in molti paesi, ed è stato approvato negli Stati Uniti per l'uso come trattamento di seconda linea. Unguenti a base di zolfo o di benzoato di benzile sono spesso utilizzati nei paesi in via di sviluppo a causa del loro basso costo. Le soluzioni al 10% di zolfo hanno dimostrato di essere efficaci, e vengono tipicamente utilizzati per almeno una settimana. Il crotamitone, in studi limitati, è stato trovato per essere meno efficace della permetrina. Tuttavia, il crotamiton o un preparato di zolfo vengono spesso raccomandati, al posto della permetrina, ai bambini, a causa delle preoccupazioni riguardo al suo assorbimento cutaneo.

Dipende dalla gravità della forma, e a volte basta la cura dell'igiene per terminare gli effetti della malattia in pochi mesi. Se invece non è trattata ed è una forma grave può persistere per decenni.

Programmi di trattamento di massa che utilizzano permetrina topica o ivermectina a somministrazione orale, si sono dimostrati efficaci nel ridurre la prevalenza della scabbia in alcune popolazioni. Non esiste un vaccino disponibile. Il trattamento simultaneo di tutti le persone con cui si hanno avuto contatti stretti viene fortemente consigliato, anche se essi non mostrano sintomi di infezione. L'infezione asintomatica è relativamente comune. I vari oggetti della vita quotidiana rappresentano un basso rischio di trasmissione, con l'eccezione del caso della scabbia crostosa, quindi la pulizia è di poca importanza. I locali utilizzati da persone con scabbia crostosa, invece, richiedono una pulizia accurata.




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