L'alce è il più grande cervide esistente, e si distingue dagli altri membri della stessa famiglia per la forma dei palchi (che è comune, ma scientificamente scorretto, definire corna) dei maschi. Queste salgono come raggi cilindrici su ogni lato, proiettati ad angolo retto dalla linea mediana del cranio, e si dividono a forchetta dopo breve distanza. La punta inferiore della forchetta può essere semplice oppure divisa in due o tre protuberanze, talvolta appiattite.
L’alce ha la testa allungata e il muso che pende sul mento. Un lembo di pelle detto “campana” scende dal sottogola dell’animale.
Gli alci sono così slanciati che preferiscono brucare gli arbusti e le erbe più alte, avendo difficoltà ad abbassare la testa al suolo. Durante l’inverno mangiano arbusti e pigne, ma raschiano anche la neve con gli ampi zoccoli per liberare terreno dove poter brucare muschi e licheni. Gli zoccoli fungono anche da racchette da neve capaci di sostenere il pesante animale sul manto soffice e su terreni fangosi o paludosi. In estate, il cibo è molto più abbondante nelle regioni settentrionali di America del Nord, Europa e Asia.
Quando i ghiacci si sciolgono, l’alce viene spesso avvistato in laghi, fiumi o terre umide, dove si nutre di piante acquatiche sopra e sotto la superficie. L’animale si sente a casa nell’acqua e, nonostante l’enorme stazza, è un buon nuotatore. Può coprire a nuoto distanze di vari chilometri, e persino immergersi completamente, restando sott’acqua anche per più di 30 secondi. L’alce è altrettanto agile sulla terraferma. Può correre per brevi distanze a una velocità di quasi 60 km l’ora, e trottare a ritmo regolare a più di 30 km l’ora.
Ogni anno, nei mesi di settembre e ottobre, i maschi bramiscono rumorosamente per attirare le compagne. Questi ultimi sono generalmente solitari, ma in quel periodo possono radunarsi per sfidarsi in combattimenti. Il vincitore di questi scontri, durante i quali i maschi si colpiscono con i palchi, avrà la supremazia negli accoppiamenti. Dopo l’accoppiamento, maschi e femmine vanno ognuno per la propria strada fino all’anno successivo. Occasionalmente mangiano in spazi contigui, ma tendono a ignorarsi.
Le femmine partoriscono uno o due piccoli in primavera, ognuno dei quali pesa circa 15 kg. I piccoli crescono con estrema rapidità e dopo appena cinque giorni riescono a correre più velocemente di un essere umano. I giovani alci restano accanto alla madre fino alla successiva stagione di accoppiamento.
Nella cultura occidentale l'alce è spesso considerato un animale solitario, tranquillo e dall'intelligenza non particolarmente brillante. Un esempio è Bullwinkle, protagonista di un famoso cartone animato statunitense.
La descrizione di un animale chiamato alces che popolerebbe il Nord Europa si trova già nel De bello gallico di Caio Giulio Cesare. Le caratteristiche attribuitegli, come "una taglia un po' superiore a quella delle capre" e un mantello "con più sfumature di colore" fanno tuttavia supporre che tale descrizione si riferisca ad un altro animale, forse la renna, all'epoca probabilmente ancora presente nel nord della Gallia e della Germania. Del tutto fantasiosi e di origine probabilmente leggendaria sono poi alcuni caratteri, quali la presenza di zampe prive di articolazioni.
Il rispetto e la stima per il proprio essere così come il riconoscere che un processo creativo è stato giustamente portato a termine, sono qualità che ben simboleggiano l'alce oltre alla forza e all'orgoglio che sono molto sviluppati. Da esso possiamo apprendere a esprimerci a voce alta quando proviamo gioia per una impresa o un compito portato a termine, così come l'alce in calore lancia il suo grido di richiamo in primavera. Non si tratta qui di andare a cercare consensi o complimenti ma solo di lasciare spazio al nostro sentimento più bello di esprimersi ovvero quello della gioia di base che può finire per coinvolgere gli altri.
Spesso proprio le persone più anziane possiedono la forza dell'alce e possono quindi incoraggiare i più giovani e consigliarli su come usare il loro coraggio e arrivare al successo.
Essi infatti sanno quando è appropriato essere gentili e amichevoli e quando invece serve dare sfogo alla propria giusta rabbia. L'alce mostra quanto sia importante sapersi fare coraggio e apprezzare i risultati ottenuti così come sia necessario imparare a lodare e incoraggiare gli altri perché da questo chiunque può trarre un vantaggio.
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