Il Melo selvatico (o melastro) è una pianta originaria del continente europeo e del Caucaso, dove è componente delle formazioni a latifoglie subtermofile (rovere, roverella, farnia, carpino, ecc.) della fascia collinare e sub-montana.
Albero alto fino a 10 metri, con chioma densa e rotondeggiante; il tronco è diritto o un po' sinuoso, con scorza grigio-chiara con sfumature rossastre da giovane, mentre negli esemplari più vecchi si presenta grigio-scura e fessurata in scaglie irregolari che tendono a desquamarsi.
Le foglie sono decidue, alterne, semplici, picciolate, ovate con apice acuto e base arrotondata; la pagina inferiore presenta una certa pelosità che tende a scomparire con l'avanzare della stagione.
I fiori sono ermafroditi e riuniti in infiorescenze con 3-7 fiori terminali ed erette; il peduncolo fiorale è lungo 1-3 cm e peloso. % sepali e 5 petali, bianchi internamente o con macchie rosa, esternamente macchiati di rosa o rosso. Il frutto è un pomo globoso largo 2-4 cm, prima verde, poi più o meno arrossato. Il torsolo (pericarpo) contiene alcuni semi neri e lisci.
I frutti maturano tra agosto e ottobre e sono pomi sferoidali a volte costoluti dalla polpa aspra e verdastra, con la buccia (epicarpo) gialla in alcuni casi striata di rosso. Hanno un diametro di 2-3 cm e sono molto profumati. Contengono una decina di semi bruni ciascuno.
Il Melo selvatico è diffuso in tutta la penisola tranne la Valle d’Aosta da 0 a 800-1400 m sul livello del mare. E’ una pianta che essendo rustica non teme affatto i geli invernali, ma viene danneggiata dalle gelate tardive che ne danneggiano la fioritura. Eliofila (anche se qualcuno sostiene che prosperi meglio in mezzombra) e mesofila, vegeta in modo ottimale in stazioni non troppo umide né troppo aride, di solito come esemplare isolato in boschi di latifoglie al margine di radure dove non debba soffrire a causa della competizione laterale. Il terreno ideale deve essere sabbioso oppure limoso, fertile e ben drenato, con un pH vicino alla neutralità, ma può vivere anche su suoli a reazione alcalina o sub acida, o addirittura in stazioni periodicamente inondate, essendo una pianta molto adattabile ai vari substrati.
Data la stretta parentela con il melo comune di cui risulta essere progenitore, il Malus Sylvestris viene attaccato dagli stessi parassiti e malattie, ma presenta una maggiore resistenza agli stessi. Tra i parassiti ricordiamo afidi, afide lanigero, ragnetto rosso e larve minatrici. Tra le malattie vanno menzionate la ticchiolatura causata dal fungo Venturia inaequalis, marciumi radicali, cancri del legno e colpo di fuoco batterico.
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