Pianta perenne, erbacea, che forma cuscini densi e appiattiti, o cespi radi.
Le foglie di 3÷5 mm di lunghezza, arrotondate, provviste sui bordi e sulla faccia inferiore di peli stellati con 2÷3 diramazioni della lunghezza di 0,05÷0,1 mm. I peduncoli 2÷3 volte più lunghi delle foglie.
I fiori hanno calice di 3,5÷4,5 mm di lunghezza; corolla rosa, con lobi generalmente leggermente smarginati all'apice.
Endemica alpica presente lungo tutta la catena alpina.
Fiorisce tra fine maggio e inizio luglio.
Nel nostro territorio la possiamo trovare all'est del Lago di Como, e più precisamente sul M. Legnone, C. Taeggio, M. Rotondo, C. Camisolo, Lago della Scala, Bocchetta di Melaccio, Piazzocco e Pizzo dei Tre Signori, più una piccola stazione al Sasso Canale.
All'ovest del Lago di Como la troviamo sul Pizzo di Gino, e sulla cresta di frontiera con la Svizzera, tra il Monte Gazzirola e il Passo S. Jorio - Cima di Cugn, e completamente in territorio svizzero, sulla vetta del Camoghé.
L' Androsace brevis è esclusivamente legata a suoli ricchi in terra fine, poveri di calcare, sovente esposti ai venti, senza neve e molto soleggiati.
Colonizza prati rasi aperti, ghiaioni fissati e fessure su rocce siliciose.
L'orizzonte altitudinale è quello alpino, ma può scendere fino a quello subalpino; vegeta tra i 1700÷2680 m s.l.m.
Verosimilmente é di origine meridionale e postglaciale.
Sulla lista dell`UICN viene indicata con il grado di minaccia EN (endangered, minacciata d`estinzione).
La maggior parte delle popolazioni é ristretta a meno di 50 individui, e pertanto molto fragile! La specie é gravemente minacciata per l`areale ristretto, per il carico del pascolo ovino e l`erosione che esso provoca.
Il nome del genere ha origine controversa, verosimilmente può derivare dal greco "anér-andrós" = uomo e "sákos" = scudo, probailmente con significato complessivo di “protezione per l'uomo” perché ritenuto genere medicinale.
Il nome Androsace pare sia stato usato per la prima volta dal medico greco Dioscoride (I° secolo d. C.), come riporta Pier Andrea Mattioli (1544 d.C.) nei suoi “Commentarii ... Pedacii Dioscoridis, De medica materia”, ma indicava un'alga marina a forma di scudo (Acetabularia sp.) che in oriente era usata come rimedio contro i calcoli renali, per cui la somma dei termini greci "andrós" = uomo +" ákos" = rimedio dovrebbe significare “medicina per l'uomo”.
L'epiteto specifico da "brévis"= breve, si riferisce alle dimensioni minuscole della pianta.
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